Antipolitica – Le ragioni del non-voto e le ragioni del voto di protesta

La soglia del 42% per ottenere il premio di maggioranza è stata studiata apposta affinché nessuno possa vincere e quindi l’unica alternativa sarà quella di continuare con il governo monti bis. Insomma sarà ancora governissimo… l’ammucchiata istituzionale dei partiti al potere.

In tal modo si ferma anche il Grillo e qualsiasi altra aggregazione d’opposizione al sistema attuale. Tra l’altro la spezzettatura delle opposizioni vanifica ogni protesta, in previsione della soglia del 5% che impedirà a tanti voti di ottenere una rappresentanza parlamentare.

Pensate un po’… se -ad esempio- in Sicilia quel 52% di non votanti più l’altro 10% (ed anche più) di voti inutili a partitini vari e di schede bianche e nulle si fosse riversato in un voto compatto di protesta.. Adesso la Sicilia sarebbe veramente governata dalla maggioranza della popolazione, ovvero da chi non ha interessi di bottega in questo sistema partitocratico e mafioso…

Ricordiamoci di questa lezione ed alle prossime elezioni politiche votiamo compatti contro il sistema, votiamo chi maggiormente si è qualificato per un cambiamento radicale… allora l’Italia si salverà dal cappio e la democrazia avrà ripreso un suo senso.

Ritengo che sia giusto poter esprimere il proprio parere sui modi attuativi della politica. Attualmente abbiamo potuto riscontrare che il sistema cosiddetto democratico basato sull’elezione di rappresentanti eletti a suffragio universale non sta dando i risultati desiderati.

Dal punto di vista della compartecipazione alla vita pubblica ed alle decisioni collettive questa “democrazia” non funziona, limitandosi l’elettore a nominare in sua vece un “rappresentante” che poi decide per lui. Inoltre abbiamo notato come negli ultimi anni la supremazia dei partiti nella vita sociale e politica della nazione ha portato a cancellare quasi completamente la compartecipazione della base popolare nelle scelte amministrative e di indirizzo economico.

I partiti detengono un potere quasi assoluto nel nominare i delegati che andranno a sedere al parlamento e quei delegati debbono in realtà solo schiacciare il bottone in base a quanto rientra negli interessi dei partiti.

I quali partiti a loro volta sono completamente manipolati da forze economiche e finanziarie che ignorano completamente gli interessi del popolo ma perseguono solo propri fini di accaparramento di ogni ricchezza comune.

Tutto ciò farebbe pensare che è inutile continuare ad esprimere il proprio voto a nulla serve per un reale cambiamento ma infine ha il solo scopo di consolidare il sistema garantendo una parvenza di partecipazione popolare alle scelte che poi verranno fatte sulla testa degli elettori.

Eppure, per come questa società è congegnata, astenersi dal voto -e lo dimostrano sempre più i risultati recenti- non aiuta minimamente un cambiamento. Anche con l’astensione di oltre il 50% degli elettori (lo abbiamo visto in Sicilia) si formano giunte e governi che rappresentano solo una minoranza della popolazione. Possiamo vederlo anche da come vanno le cose nella “democrazia” più anziana del mondo, quella americana, ove un presidente a volte viene eletto con il 12 o 13% dei voti popolari. Se così è in America altrettanto sarà in Italia ed anche se il calo delle percentuali di votanti dovrebbe superare limiti per ora inconcepibili, ovvero scendere al 40 o 30% degli aventi diritto. Il sistema continuerà a proteggere se stesso confermandosi al potere.

Finché non sarà possibile trovare nuove forme di “democrazia” trovo che astenersi dal voto sia controproducente, anzi tale astensione aiuta il mantenimento della struttura. Poiché ci sarà sempre una percentuale di votanti che si recherà alle urne per supportare la propria fazione alla quale magari è legata per ragioni di sopravvivenza materiale e di clientela (per ragioni di bottega, intendo).

Pertanto, allo stato attuale delle cose, consiglio di recarsi al seggio, ogni volta che l’elettore vien chiamato a compiere il suo dovere, dando la preferenza, cioè il voto, a chi in quel momento dimostra maggiore idiosincrasia con il sistema, indipendentemente dall’ubicazione ideologica (destra o sinistra). Quasi certamente queste frange protestatarie verranno in corso d’opera risucchiate da sistema, è vero, ma almeno si mantiene il calderone caldo sino al momento in cui la pentola sotto pressione dovrà necessariamente esplodere.

Paolo D’Arpini – circolo.vegetariano@libero.it

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Ed ora per una par condicio protestataria leggete anche le ragioni del non-voto

Io non voto per il bluff della democrazia.
Il ricatto morale su cui si fonda e rafforza il Sistema è il voto.
Il Sistema è costituito dall’intreccio di interessi e profitti frutto
della connivenza tra “politica”, potere economico e informazione di
potere -; il Sistema ha un unico punto debole strutturale che paradossalmente coincide con il punto forte che lo alimenta e lo rigenera: IL VOTO.

Il voto è una delega in bianco che consente al politico di entrare a far parte del Sistema finalizzato alla spartizione dei profitti che la “politica” gli garantisce insieme ai LEGITTIMATI PRIVILEGI.
Non è per caso che le “promesse” vengono formulate, da ogni parte, in
campagna elettorale, contenute in programmi puntualmente
disattesi nel corso della legislatura.

Ciascuno può mettere in atto un efficace tentativo di delegittimare questo – Sistema di negazione della Democrazia-, con una scelta di disobbedienza civile di rinuncia al “diritto” di voto; contestualmente agire POLITICAmente operando scelte di consumo che condizionino l’economia, diffondendo idee avanzate e lungimiranti , principi e valori nuovi, manifestando, scrivendo, protestando con forza in forma apartitica e aconfessionale, organizzandosi lontano dagli ingranaggi del potere centrale, creando alternative di vita Democratica attraverso la RETE.

Il voto, in qualunque direzione vada, è la dinamica che perpetua il Sistema, che ne alimenta gli effetti devastanti soprattutto
sulle categorie ed esistenze più deboli.

Il passo successivo alla propria presa di coscienza è l’organizzazione.
Una scelta in coscienza, di disobbedienza civile parte individualmente, è una personale scelta etica e come tutte le scelte con fondamento etico è senza presupposti di certezza di riuscita ma attuata con l’obiettivo di rifiutare la violenza, rifiutare la mistificazione e l’inganno. L’inganno sta proprio nel “diritto” di voto che nel tempo è diventato avvallo del sistema democratico che non esiste. Ci siamo assuefatti alla visione miope degli schieramenti senza riuscire a vedere, riconoscere ed aborrire il sistema.

Dalla coscienza individuale si passa a quella collettiva perché la scelta di non votare di chi milita quotidianamente per obiettivi di giustizia sociale non si identifica con il qualunquismo ma si traduce in azione di POLITICA VERA FUORI DALLE MURA DORATE DELLO STATO PADRONE.

Chi crede nel doveroso esercizio del diritto di non voto motiva pubblicamente la propria scelta divulgandone le profonde ragioni tentando l’organizzazione e la RI-organizzazione a cominciare dalla figura del soggetto politico:
CHE AGISCE ESCLUSIVAMENTE IN FORMA DI VOLONTARIATO, PROPONENDO UN RIVOLUZIONAMENTO IN QUESTO SENSO DELLE DINAMICHE OPPORTUNISTICHE DELLA “POLITICA”.

Non è questa la democrazia, non lo è affatto, non abbiamo nessun potere, nessun diritto reale se non la “libertà” – questa si che ci viene accordata!- di eleggere chi il potere lo prende per se in ogni sua forma.

“In -Aldo Capitini – di Giacomo Zanga, a proposito dei COS-centri di orientamento sociale, Ignazio Silone scrive: “..l’antagonismo tra società e stato…il solo che possa aprire una nuova prospettiva storica, creando u nuovo dinamismo sociale al posto di quello esaurito nella lotta delle classi. Riuscirà alla società di recuperare le funzioni ora usurpate dallo stato burocratico e centralizzato? Questo significa principalmente sostituire le attuali relazioni autoritarie, costrittive, passive con relazioni umane autentiche e responsabili”

nota dell’autore:
“Con questo obiettivo e scopo sorsero i COS che restano nella storia italiana come un modello da ammirare e, un giorno forse non lontano, da recuperare. I Cos furono boicottati dai partiti, cominciando dai più grossi (DC e PCI) che ovviamente scorgevano in quel decentramento, in quell’autentica integrale democrazia un pericolo per i loro vantaggi e la loro stessa sussistenza.”

nota della scrivente:
Attualmente siamo 57.000.000 di individui e la Rete è lo strumento con cui organizzare una Democrazia Diretta consapevoli della forza della PROGRESSIONE GEOMETRICA, del contatto e della diffusione in tempo reale delle idee senza intermediari.

Cosa fare? Usare la RETE per organizzarsi e NON VOTARE

Serena Sartini serena20@libero.it

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Commenti ricevuti:

Scrive Mentula: “Votare? E per chi votare? Ma non avete ancora capito che sono tutti asserviti al sistema plutocratico sionista.? E vorrei fare una domanda: a quale soggetto politico sarebbero dovuti andare quel 52% + altro 10%  di voti.? Ed ancora, su quale base possiamo avere garanzie che, anziché astenersi, se andassimo a votare potremmo abbattere il sistema, quando è proprio il sistema che “domina” i partiti, siano di destra, di centro, di sinistra?”

Altro commento di Egidio sulla stesso tema: “Sono anch’io dell’idea che, come diceva il grande Gaber, la democrazia è partecipazione. Penso però che, se per forzare il concetto, si inseriscono delle informazioni false, si ottiene il risultato di far perdere credibilità e forza al messaggio. Negli USA, la partecipazione per le elezioni presidenziali è stata del 64,1%, con una partecipazione di 131 milioni di persone. Grazie. A presto. La birra in autunno è più buona!”

Mia rispostina collettiva: “..magari non mi sono spiegato bene… Sì è vero la partecipazione questa volta in USA è stata più alta, ma il riferimento ad altre occasioni resta. Soprattutto resta il fatto che la registrazione degli aventi diritto al voto è parziale. Ed inoltre quanti sono i veri abitanti in USA e quanti di loro possono votare? Ma il mio discorso non verteva sulle recenti elezioni USA bensì parlavo in generale della “convalida” elettorale che non abbisogna del favore di una maggioranza “reale”. Più specificatamente quello che volevo significare è che  in Italia se la percentuale di votanti fosse del 30 o quaranta% (come spesso è successo in alcune votazioni amministrative  al secondo turno)  l’amministrazione eletta non rappresenterebbe la maggioranza bensì la minoranza.  Anche i sondaggi nazionali ormai vengono fatti sull’ipotetica partecipazione al voto (quindi considerando le schede bianche e nulle oltre alle astensioni) di circa il 40% degli aventi diritto. Quindi, stando alle proposte della nuova legge elettorale in corso, una coalizione di maggioranza che con il 40% dei voti validi raggiungesse il premio di coalizione in realtà non rappresenterebbe se non il 16%  o poco più degli aventi diritto al voto. Eppure tale “maggioranza” potrebbe governare senza tema di venir messa in discussione.  Gli sbarramenti ed i premi di coalizione o per il partito che raggiunge più voti in una coalizione sono tutti a favore della “casta” istituzionale e contro ogni possibile cambiamento. Lo dimostra anche il fatto che si parla sempre più di continuazione del governissimo monti con la grande ammucchiata partitica. La soluzione? Certo è difficile dirlo  ora qui si tratta di scardinare il meccanismo, non abbiamo ancora il nuovo pronto.. ma solo arieti malridotti scassacazzi o rompighiaccio che ci provano. Astenersi dal voto va a vantaggio del sistema, questo è certo, non demorderanno mai anche se ad andare a votare fossero solo i “clientes” dei partiti ed i mafiosi (diciamo un 30% della popolazione). Potrei dirti che un soggetto politico di rottura soddisfacente ancora non mi è chiaro, potrebbero essere tutti i potenziali elettori ribelli da M5S ai vari gruppi, reti, movimenti civici, etc che sono spezzettati in 2000 liste… Ma di sicuro almeno il M5S la capacità di aggregazione ce l’ha… Non so se Grillo saprà giovarsene o saprà farne buon uso .. ma se si riesce a scardinare il meccanismo del potere costituito anche il Grillo a quel punto dovrà farsi da parte.. e il popolo ritornerà ad essere sovrano. E’ una questione d’intelligenza e di probabilità, forse solo una speranza.. nulla di più…” (Paolo D’Arpini)

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