L’universo degli astronomi, quello del mistico e dell’uomo comune… sono diversi?

Buon giorno amici.
Sto rileggendo per la terza volta un libro che ho letto nel 90 e nel 95 quando ero in India.

Ogni volta che lo ho letto ero e sono una persona diversa e perciò il libro mi è apparso diverso con cose nuove da scoprire.

In questi ultimi tempi sento che la domanda principale che dobbiamo porci è “COSA SIAMO ??” e non tanto cercare il nostro se o cercare nel nostro mondo interiore.

Il libro che sto rileggendo è stato scritto da F.C.Happold ed è intitolato misticismo.

Nel terzo capitolo intitolato “l’universo degli astronomi” c’è una pagina che desidero dividere con voi e sono sicuro che anche se dice delle cose che oggi giorno tutti sappiamo, sono cose alle quali non diamo la giusta importanza.

………………. “I moderni astronomi ci propongono un universo cosi sterminato che la mente umana si perde nel tentativo d’mmaginarne la immensità. Per esempio, ci viene detto che le onde di luce che provengono dalla nebulosa di Andromeda hanno viaggiato nello spazio per due miliono di anni luce; e che quelle provenienti dal gruppo di galassie di Hydra impiegano duemila milioni di anni luce. Non solo questa nostra terra, ma anche il sistema solare di cui essa fa parte, sono diventati alla luce delle moderne conoscenze astronomiche, completamente insignificanti. L’intero nostro sistema solare è soltanto una minuscola parte della via lattea, una galassia di circa cento miliardi di stelle, per attraversare la quale sarebbero necessari cento mila anni luce. Inoltre la via lattea è solo una delle innumerevoli galassie, separate l’una dalle altre da immense distese di spazio intergalattico e costituite ciscuna da miliardi di stelle.
Questo è il quadro astronomico dell’universo. Di fronte allo sgomento che ispira, quale significato puo avere questa terra, questo minuscolo e irrilevante granellino nelle immensità dello spazio? Che significato si puo dare alla storia umana, a questa cosi breve storia di civiltà che sono sorte e fiorite per diventare rapidamente confusi ricordi e per essere dimenticate?
Se ciò è vero per l’intera storia umana, che dire di ciascun uomo, con le sue speranze e le sue paure, con i suoi ardenti sogni e i suoi nobili sforzi?? Se confrontiamo ciascuna piccola vita o tutte le vite che ci sono state e che ci saranno, con le immensità astronomiche dello stazio e del tempo, esse sono nulla, individualmente e complessivamente; esse sono transitorie e insignificanti come un fiore su un ruscello estivo.

Qui mi fermo ma ognuno se vorrà, potrà sviluppare il suo pensiero e sopratutto potrà pensare a delle conclusioni che possono radicalmente cambiare quasi tutti i nostri credo.

Saluti, Roberto – omroopa23@gmail.com

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Commento ricevuto: “Ciao Roberto, per una volta che mi becchi con dieci minuti di tempo (ho appena “chiuso” un lavoro, sono influenzato, mi merito una pausa), posso replicarti con il seguente commento.
Non è che se andassi a vivere su un’isola dove tutti hanno le ali e possono volare, mi sentirei un minorato. Sono quello che sono, il mio mondo si estende qualche chilometro attorno a me, sapere che oltre ci sono gli dei dell’olimpo o i lillipuziani non mi cambia le cose. E che l’universo si estenda per milioni o miliardi di anni luce o non finisca mai, non fa una gran differenza.
La Cina e l’India le abbiamo viste entrambi, e a differenza del più degli europei, il fatto di essere ormai una marea di miliardi di esseri umani lo abbiamo toccato con mano, non è solo una questione di numeri sui libri. Davanti a 7 miliardi di persone, che il singolo sia zero è ormai acquisito. E se invece che 7 miliardi, nell’universo ce ne hai 700 o 70000, cambiano le cose?
Che uno di sedici anni senta l’esigenza di “darsi un valore”, e quindi di confrontarsi con il resto della classe o dell’universo, è giusto da un punto di vista ormonale. A 51 anni di quegli ormoni mi è rimasto sfortunatamente poco, ma c’è il vantaggio che il problema del mio ruolo in qualche tipo di piano universale ho smesso di pormelo da un pezzo. Ciao, Andrea”

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