Se il PD vuole essere credibile deve emendarsi (almeno un po’)

La norma statutaria dei tre mandati parlamentari dev’essere perentoria

Deve valere in modo eguale per tutti. Non deve ammettere deroghe (lo Statuto qui dev’essere corretto).

In particolare i notabili (in quanto ricoprono o hanno ricoperto cariche nel Partito e/o nel Parlamento o nel governo – o per qualunque altro motivo) non devono pretendere di restare
in Parlamento. Lavoreranno nel Partito.

Tre mandati significano quindici anni, un tempo già troppo lungo.
Si chiede che siano ridotti a due.

Deve valere il principio che si va in Parlamento una sola volta in vita.
Un principio di democrazia: la sovranità risiedendo nel popolo, il suo esercizio nella rappresentanza dev’essere il più possibile condiviso da molti; nessuno deve impadronirsene quasi fosse cosa sua, per lungo tempo, o per una vita intera. E perché la gente, cioè il popolo, il detentore della sovranità, non tollera più queste lunghe permanenze e chiede il ricambio.

Si esige che il Partito Democratico sia in questo esemplare e severo.

Un altro principio che deve già praticarsi nel PD, e in seguito da lui introdursi per legge, è che chiunque sia indiziato di reato non può entrare in Parlamento.
Non solo il condannato, ma già l’indiziato.
Il Parlamento è l’organo della legge e in fatto di legge dev’essere esemplare, ineccepibile.

L’andazzo attuale è vergognoso – specie se confrontato alla prassi delle maggiori nazioni europee.
Circolano molte liste, indiziati e condannati sono oltre 100, e una dozzina del PD..

Se il PD vuole essere onesto, l’indiziato dev’essere sospeso, il condannato espulso dal partito.

Lecce, ottobre 2012
Prof. Arrigo Colombo

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