“Nobel per la Pace all’Europa!? Non in mio nome…” – di Fabrizio Belloni
Mi ricordo con rimpianto Mario Merola, il re della sceneggiata napoletana. Sbeffeggiato dagli snob radical chic, dagli intellettuali con rari capelli e il codino grigio e di dubbia pulizia, l’attore nazional popolare assurge a gigante nei confronti della confraternita svedese che in un momento di delirio ha conferito il Nobel per la pace all’Europa. All’Europa? La pace?
Vediamo un po’
Decenni di guerra fredda, con frizioni, sparizioni (decine di migliaia), massacrati nel tentativo di fuga dal “paradiso rosso”.
Insurrezioni popolari a Postzam, in Germania, seguite subito dall’insurrezione eroica e romantica di Budapest. Entrambe schiacciate dai carri dei “fratelli” rossi agli ordini di Breznev, l’uomo cingolato.
Guerriglia urbana lunga decenni fra Irlandesi ed inglesi. Morti a go- go.
Massacri nei Paesi Baschi. E sarà finita?
Ribellione dell’Algeria, considerata “territorio metropolitano”; massacri spietati; OAS; alla fine 50.000 algerini trucidati nello stadio di Orano da algerini ribelli.
Balcani: si apre uno scenario apocalittico. Jugoslavia: dopo l’assaggio della Slovenia (54 morti in tutto), in Croazia ci si allarga, ma il grande aspirapolvere della Morte viaggia a pieno regime in Bosnia. Genocidi programmati.
Non basta: su istigazione dei soliti SUA, in Kossovo ed in Serbia si scatena l’inferno. Con sperimentazione di armi nuove e segrete, per la gioia dei generaloni Nato.
Spostiamoci un po’ a Nord: Cecenia (un terzo della popolazione, un milione e mezzo di persone uccise); Nagorno Karabak, Armenia, Inguscezia, Ossezia, e tutti i territori attorno ai giacimenti del Caspio, di Baku hanno visto la Vecchia Megera mietere copiosa messe di vite umane. Che poi c’entrassero la Cia ed il Mossad, è una mia malignità.
Mentre a sud, Cipro ha visto uno scontro sanguinoso tale da dividere l’isola in due stati.
E nessuno ricorda la guerra di secessione della Transnistria dalla Moldavia, terminata solo con l’intervento di tre divisioni russe.
…. e sicuramente dimentico qualcosa…..
Ma non basta. Nossignore! Un po’ tutti i Paesi hanno inviato mercenari qua e là nel mondo. Somalia, Iraq, Libano, Libia, Afganistan, Timor est, per “mantenere la pace”, dicono gli sciacalli. Da che mondo è mondo la pace la si porta con navi cariche di cibo, con camion di medicinali, con medici, scuole prefabbricate, tecnologia e pozzi per l’acqua. Con i carri, i blindo, le mine, gli elicotteri d’attacco, i droni, i bombardieri ed i caccia, i missili e le armi non si porta la pace, si porta un’altra cosa che si chiama in un modo differente.
L’elenco è sicuramente carente, e me ne scuso. Ma mi sembra sufficiente per rifiutare il Premio Nobel per la pace. Non in mio nome, per favore. Non sono un ipocrita: mi sento europeo e ne accetto responsabilità, miserie e grandezze immense. Ma l’ipocrisia, no. No e poi no. Non voglio quel premio. Non in mio nome.
Fabrizio Belloni