Catarsi alla Regione Lazio – I poli sono finiti… – La vicenda della caduta della giunta regionale merita una analisi fuori dal contesto
I poli sono finiti… – La vicenda della caduta della giunta regionale del Lazio merita una analisi fuori dal contesto.
La Polverini è figlia di Fiuggi, era una pedina in quota Fini e come tale era stata candidata alla guida della regione. Contro di lei gareggiava la Bonino che teoricamente aveva i numeri per essere eletta (sommando i voti ipotetici della coalizione di centro sinistra che la sosteneva) fu invece silurata (non votata) dalla componente fioroniana del PD, che evidentemente ad una radicale laica preferiva la Polverini, la quale vinse….
Dopo un po’ l’UDC, pur che apparentemente a livello nazionale si era dissociata dal Governo Berlusconi, si aggregò alla giunta di destra e con essa spartì poltrone, prebende e responsabilità. Nel frattempo il Fini, dopo il pellegrinaggio in Israele e dopo essersi scappellato di fronte ai rabbini ottenne dai poteri finanziari ad essi collegati la promessa di “fondi illimitati” per porsi contro il Cavaliere, che nel frattempo non era più allineato e coperto come volevasi, anzi si era accordato con Geddafi e Putin per fare affari contrari alle lobbies finanziarie di cui sopra. Perciò il Fini se ne uscì dalla maggioranza e per poco non fece cadere il Governo, mancò un pelo…. E quel pelo si chiama Scilipoti ed il suo manipolo di “responsabili”.
E l’operazione Fini non riuscì, anche per l’azione sotterranea di alcune frange cattolico-vaticane non troppo favorevoli ai “fratelli maggiori”. Nel frattempo la guerra giudiziaria contro il Berlusca procedeva dura e pura, e sopraggiunse pure la guerra contro la Libia alla quale il Berlusca fu obbligato a piegarsi. Ma ad un certo punto egli ritenne più conveniente dimettersi e soddisfare così le richieste delle lobbies di cui sopra e consentì in pieno accordo con PD e UDC la salita al potere del rappresentante delle lobbie stesse, il monti mario, nominato frettolosamente senatore a vita e benedetto dal napoletano del Quirinale.
Attualmente al parlamento partecipano attivamente e votano a favore di tutte le porcate del monti, volute dai padroni delle lobbies, tutti i partiti dell’arco istituzionale “responsabile”, ma le elezioni nazionali si avvicinano (salvo cancellazione dovuta a cause di forza maggiore: guerra, acuirsi della crisi, rivolte, etc.) ed occorre ai partiti distinguersi per poter raccattare consensi. Nella greppia nazionale continuano a mangiare assieme ma serve un test di voto e cosa c’è di meglio che vedere cosa succederebbe nel Lazio?
Così i giochi si affinano e dopo aver taciuto per anni sulle “malefatte“ della Polverini ecco che si scoprono scandali e ruberie (che ci sono sempre state pure prima della Polverini) ed allora si crea una bella crisi regionale, prima si dimettono i consiglieri di “opposizione” e poi pure quelli di “appoggio”, ovvero i mangia ostie dell’UDC.
E così Polverini cade e si dimette. Gli UDC sputano sul piatto in cui hanno magnato (prima) e si preparano alla sacra allenaza che consentirà loro di magnare anche dopo. Il Governissinmo nazionale è salvo, può continuare l’inciucio, mentre il popolo abbindolato vede solo la facciata regionale del Lazio in cui destra e sinistra (per modo di dire s’intende) si scannano a vicenda… (mentre al parlamento mangiano e bevono assieme). Ma una cosa è certa: i poli sono morti e sepolti, a cominciare dal “terzo” di Fini che ormai non sa più come posizionarsi, passando per il PDL che è sfranto sino al PD che è finto. Per l’UDC dei mangia ostie nessun problema, sono come il prezzemolo… e come i fioroni… stanno bene sia in chiesa che a tavola….
E l’ipotetica “alternativa”? Insomma il Grillo e Di Pietro? Ecco al proposito il parere dell’analista Giuseppe Turrisi:
“Grillo sa perfettamente come stanno le cose e sta cercando di sfondare il fronte, sulla sua genuinità personale credo che nessuno possa dire niente, sull’uso di Casaleggio invece ci sono una serie di perplessità..anche lui ha dovuto fare un compromesso (credo) con Casaleggio…. l’alternativa era non potere fare niente….. dietro ci possono essere queste strategie:
1) Abbassare il tiro (non parlando più di banche centrali, di signoraggio, di mutlinazionali, ecc) per avere più possibilità, sia da parte del sistema per farsi dare qualche spiraglio di visibilità, sia di essere compresi un po’ di più dalla popolazione.
2) La peggiore è quelle di raccattare consenso organizzato con il sistema del Gatekeeper per avere una nuova (finta) opposizione controllata, (le defezioni sono un chiaro sintomo) certamente bisogna fare i conti con questa forza politica se si vuole cabiare qualcosa (la politica è un insieme di compromessi si chiama democrazia). L’anomalia sta nel fatto che questa organizzazione crede troppo nella “democrazia diretta” senza che il popolo si preparato e consapevole ad usare questo pericoloso strumento (se si votasse su quale programma dovrebbe essere visto in televisione vincerebbe “amici” di maria de filippi, il minuscolo è d’obbligo) e sopratutto il fatto che lui (Grillo) è un generale ma fuori le fila della battaglia…..senza colonnelli solo molti soldati allo sbaraglio…… questo significa che lui sarà sempre pulito ed i soldati di volta in volta sbaglieranno, saranno espulsi, non avranno capito, ecc ecc (che non è proprio il massimo della democrazia dal basso).
Su Di Pietro non spendo troppe parole è un personaggio con il partito azienda, è stato costruito ad uso e consumo della “sinistra finanziaria” italiana (casualmente rubavano tutti ma sul filone rosso l’inchiesta milanese si fermò e l’unico che parlava di socialismo nazionale, unico ideologia nemica delle banche, fu condannato) ex agente dei servizi di sicurezza per Cossiga e tuttora “finto oppositore” ad uso e consumo del potere finanziario, ogni tanto gli fanno dire qualcosa per non fargli perdere la credibilità, ma sempre tutto su ordine e strettamente controllato…..(l’ennesimo partito di disturbo per dividere il popolo ed ingannare un 1/2% di polli)”
Ma la speranza è dura a morire! Resta ancora la possibilità delle Liste Civiche, staremo a vedere cosa combinano….
Paolo D’Arpini
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Commento di Fabrizio Belloni: “Regione Lazio? Mi stupisco del (falso) stupore dei moralisti, che berciano, rivestiti di una improbabile armatura di onestà (quella civile è la meno peggio: quella morale dà il voltastomaco) sulle faccende laziali. Come se in Lombardia, in Abruzzo, nelle Puglie, in Molise, in Sicilia …… fosse diverso. Razza di sepolcri imbiancati, nido di vipere, verminaio ributtante. Sono quasi settant’anni che va avanti così. Dal primo scandalo pubblicizzato, quello delle “zolle d’oro” -altrimenti chiamato INGIC-, a Giuffrè, il banchiere di Dio, della fine degli anni cinquanta, fino alla catarsi odierna, la cosiddetta democrazia parlamentare ha sublimato la sua vera essenza: latrocinio, corruzione, concussione, incapacità, assassinio, spartizione, arroganza, indifferenza, dispersione del denaro pubblico, connivenza con la malavita. In una parola: democrazia. Non può non essere così marcia. E’ l’ inevitabile punto di arrivo della maledetta democrazia parlamentare. Il male assoluto. E l’agitarsi della casta, che ha le spalle al muro, ne è la riprova. Loro, -e tutto il sottobosco di funzionari, di giornalisti linguetta, di “intellettuali” impegnati e democratici- starnazzano perché hanno paura. Coraggio, gente: buttiamoli a mare, tutti, nessuno escluso. Nessuno li rimpiangerà. Anzi!…”