Omaggio a Savitri Devi – Vivisezione, conoscenza e terapia

Una delle forme più terribili di sfruttamento degli animali – se non la più terribile di tutte, per le torture che implica – è indubbiamente il loro utilizzo come soggetti di sistematici esperimenti, sia per il gusto della semplice curiosità scientifica, sia per lo scopo preciso di scoprire nuovi e migliori metodi nel combattere le malattie degli esseri umani, e, occasionalmente, degli stessi animali.

Gli animali sono vivisezionati, ciò significa che i loro organi sono sottoposti ad esperimenti mentre sono ancora vivi – qualche volta, ma non sempre, sotto anestetici – o anche che vengono iniettati con i germi di differenti malattie – trasformati in pazienti artificiali – per il solo scopo di dare agli studenti ed ai dottori una facile opportunità di studiare quelle malattie e di scoprire miglioramenti nei metodi conosciuti per curarle. Le due ragioni principali invocate per giustificare le atrocità commesse in entrambi i casi – il diritto dell’ uomo di accrescere la sua conoscenza della natura, e il suo diritto di difendere la propria vita ad ogni costo, – non si può dire che concernino, ciascuna, una categoria separata di esperimenti, in quanto nel campo della ricerca, ogni cosa è collegata. Da una serie di risultati di esperimenti portati avanti oggi per il gusto della pura curiosità, può accadere che un domani venga gettata luce inaspettatamente su una inquietante questione di terapia pratica. Tutte le scienze applicano una sorta di informazione o altro per il loro particolare obiettivo, che è pratico. E poiché l’ arte di guarire non fa eccezione a questo ruolo, sarebbe non scientifico giustificare l’ inoculazione di animali per lo scopo immediato di trovare nuovi sieri e altri rimedi, senza giustificare allo stesso tempo ogni tipo di esperimento allo stesso modo, intrapreso al fine di acquisire una conoscenza più accurata del meccanismo della vita. Le due ragioni s’ impongono o franano insieme. Entrambe sembrano essere, agli occhi di quelli che le supportano, più difficili da condannare che la maggior parte delle altre forme di sfruttamento di animali delle quali abbiamo parlato fino adesso, eccetto, forse, dell’ abitudine di uccidere animali per farne cibo. Si suppone che la carne contenga “indispensabili” elementi per l’ alimentazione, e gli orrori dell’ industria del mattatoio stanno, quindi, sotto la stessa categoria di quelli coinvolti nella ricerca scientifica. Aiutare l’uomo – la specie padrona – a vivere è sempre, per molte persone, un lavoro nobile, o quantomeno necessario, se sia portato avanti semplicemente nutrendolo secondo i suoi bisogni (o gusti), o acquisendo qualsiasi tipo di conoscenza che possa essere immediatamente utilizzata per la cura delle sue malattie, o immagazzinata come utile informazione per il beneficio dei futuri ricercatori, benefattori dell’umanità.

Alla gente non interessa, nell’ un caso come nell’ altro, quali sofferenze il cosiddetto nobile lavoro possa causare alle creature non umane. La specie padrona deve, ai loro occhi, venire prima. Dopo il diritto alla vita dell’ uomo, il diritto più ampiamente riconosciuto e il più fortemente difeso è quello di pensiero, il quale è inseparabile dal diritto di conoscere, perché è solo conoscendo sempre meglio i segreti della natura che l’ uomo può accrescere il suo pensiero più correttamente, per edificare una filosofia di vita sempre più vicina a realtà incrollabili – per acquisire la comprensione della verità. Non è così?

I nostri scienziati, avidi di informazione se non di conoscenza effettiva, lo credono. E se il pensiero e la conoscenza sono le supreme funzioni dell’uomo – che è come dire la sua giustificazione – l’ uomo, secondo molti, è di gran lunga il più qualificato per infliggere dolore agli esseri viventi col fine di permettere a se stesso di conoscere più di quanto potrebbe, per esempio, per sembrare più attraente, o per divertirsi, o anche per far divenire il suo duro lavoro, economico e veloce. Dopo tutto, c’ è un’ abbondanza di divertimenti oltre alla caccia, ai circhi ed alle corride (o al combattimento tra galli); c’ è un’abbondanza di cose da indossare, a prescindere dalle pelli animali, anche nei paesi freddi; e verranno giorni in cui le pellicce, e anche la pelle, saranno probabilmente sostituiti da materie plastiche, e in cui le macchine saranno costruite per fare tutto l’ arduo lavoro che c’ è da fare nel mondo.

Ma come conoscere i differenti centri del cervello di un cane senza fare esperimenti su di esso, anche se ciò comporta ore di indicibili torture per il cane? Le crudeltà per il piacere dell’ abbigliamento, dello sport e del trasporto, sembrano a molte persone meno inevitabili che quelle perpetrate nel nome delle due cause più alte: la salvezza della vita dell’ uomo, e il progresso della sua conoscenza – il progresso della scienza. Nella crescente letteratura di tutte le nobili società formate negli ultimi anni per la difesa degli animali contro le pretese dei fanatici salvatori della vita umana e dei campioni della conoscenza ad ogni costo – le diverse leghe anti-vivisezione ed anti-vaccinazione – molto è stato scritto per cercare di dimostrare che la sperimentazione sugli animali è inutile, proprio dal punto di vista degli sperimentatori e degli scienziati in generale, cioè che non produce i risultati positivi che l’ uomo si aspetta da essi, e quindi che, la maggior parte delle volte se non sempre, finisce con l’ aumentare solo la crudeltà. Molto è stato scritto per dimostrare che nessuna informazione scientifica reale sia stata raccolta attraverso la pratica della vivisezione, che non si sarebbe potuta ottenere ugualmente, se non meglio, attraverso dei canali umani di gran lunga più semplici. Molto è stato detto per evidenziare l’ assoluta futilità, la puerilità- la stupidità di alcuni dei più atroci esperimenti operati nei nostri tempi sui cani e su altri animali. Molto è stato fatto per contrastare i risultati di una odiosa e diffusa propaganda salutista tra il pubblico, per mettere in evidenza, sia tra i possibili pazienti che tra i loro tutori (nel caso dei bambini), i tragici effetti collaterali che la vaccinazione e la preventiva somministrazione causano, più spesso di quanto molti di noi immaginano. Tutto questo è valido come mezzo per impressionare praticamente la popolazione. L’ uomo medio, sebbene non sufficientemente depravato per incoraggiare inutili atrocità, è abbastanza egoista per giustificare ogni crudeltà sulle bestie in quanto egli crede che ciò sia, sul lungo periodo, vantaggioso per la propria specie. E siccome, nei tempi moderni, le opinioni dell’ uomo medio e di quello meno-che-medio sembrano essere le uniche che contano, esso è il primo ostacolo da affrontare. Le leghe anti-vivisezione e anti-vaccinazione sono mosse dalle più nobili delle intenzioni quando pubblicano le opinioni di eminenti scienziati concernenti la sperimentazione su animali come rozza, inesatta e primitiva, e quindi inutile, o anche come ingannevole nei suoi risultati, e in definitiva nociva da un punto di vista scientifico. Il loro scopo è portare i governi di tutte le cosiddette nazioni civili a rendere i crimini in nome della conoscenza e della terapia illegali e severamente punibili il più presto possibile. E loro naturalmente insistono soprattutto sull’ unico argomento che può probabilmente interessare il volgare, duro di cuore e completamente egoista uomo medio che, dopo la sua piccola persona ed i suoi amici e parenti, considera la razza umana sopra ogni cosa, incapace com’ è di sentire i suoi legami con tutta la Natura vivente sopra di lui. L’ argomento potrebbe essere il più intelligente. Potrebbe anche essere il più forte e completamente onesto, fondato su fatti innegabili. In verità può essere che tutte le rivoltanti atrocità di Pavlov e altri, che disonorano i nostri tempi, e tutti gli orrori commessi sugli animali in passato, da Claude Bernard a Galeno, e da Galeno probabilmente fino all’ alba dei tempi, con il pretesto di raccogliere informazioni circa il meccanismo della natura, o di trovare nuovi mezzi per guarire i malati; può essere, dicevamo, che tutti quegli orrori raccolti in uno, sono solo un oscuro pezzo di stupidità, una farsa mostruosa, di nessuna conseguenza, per l’ effettivo avanzamento della scienza, il gioco di quei diabolici bambini che torturano scarafaggi, vermi e formiche solo per divertimento. Potrebbe benissimo essere così. Non siamo nella posizione giusta per affermare che sia così, o per negarlo, non essendo versati in nessuna delle particolari scienze o tecniche nel nome delle quali i crimini a cui ci siamo riferiti sono ordinariamente perpetrati. Ciò che abbiamo da dire è di un ordine completamente differente.

Noi non sappiamo se la vivisezione abbia o no mai prodotto informazioni scientifiche di qualche valore, che non potevano essere ottenute altrimenti. Noi non sappiamo se la vaccinazione e l’ inoculazione abbiano o no reale efficacia come misura preventiva contro alcune malattie, siano il vaiolo, il tifo, la difterite o altre. Noi non sappiamo se certi sieri, presi dagli animali, abbiano o no un effetto curativo nella maggior parte dei casi. Noi non sappiamo se alcuni pazienti umani possano o no aspettarsi di salvare le loro vite prendendo estratti di fegato o di carne, o bevendo il sangue di animali, o usando metodi di terapia ancora più macabri raccomandati dai guaritori del villaggio. Non lo sappiamo, e non ci interessa saperlo. Per noi, qualsiasi siano i loro risultati da un punto di vista scientifico, tutte quelle pratiche sono condannabili per se stesse, per l’ unico motivo delle torture che esse implicano – torture inflitte su creature senzienti di qualsiasi specie esse siano. E anche se fossero della più grande e immediata utilità per la razza umana; anche se effettivamente portassero alle più grandi scoperte riguardanti sia la nostra conoscenza della Natura che i mezzi per combattere le malattie e prolungare la nostra vita; anche se potessero ragionevolmente dare all’uomo il potere di richiamare i morti a vivere ancora, noi tuttavia le condanneremmo, e considereremmo con indignazione chiunque esso sia che indulga con esse, o le incoraggi o le tolleri con il suo vile silenzio, invece di sollevare contro di esse, con ogni possibile mezzo, un severo grido di protesta. In quanto a noi stessi, noi dichiariamo con assoluta serietà che se, consentendo che alcune atrocità venissero commesse su un maiale, un topo, un rospo, o una creatura ancora più spregevole, ci fosse dato per una volta il potere stupendo di richiamare alla vita non un morto ordinario ma qualcuno che noi potessimo scegliere tra i grandi commentatori della verità integrale e amanti di tutta la vita, che hanno vissuto nel remoto o recente passato; e se ci potesse essere data l’ impensabile gioia di vedere l’ intero mondo presente consegnato a Lui che, visibile nella carne per la seconda volta, potesse governare su di esso per sempre, noi ancora rifiuteremmo. Poiché nessun regno della verità integrale può reggersi su di un compromesso con la grande Legge dell’ amore. E qualcuno dei Grandi che noi saremmo tentati di richiamare indietro ci biasimerebbe per aver fatto un tale compromesso, che Lui considererebbe la più scioccante negazione di tutto quello per cui ha combattuto e come un insulto a Lui stesso. In altre parole, anche se fosse possibile promuovere, come per magia, l’ instaurazione del regno della perfezione sulla Terra, sarebbe criminale ai nostri occhi fare ciò al prezzo di torture intenzionali su di una singola creatura innocente.

E se questo, il più alto di tutti gli scopi, non potrebbe in nessun modo giustificare qualsiasi tipo di atrocità, quindi cosa dovrebbe dirci uno degli ordinari motivi addotti in difesa del rivoltante sfruttamento degli animali per scopi scientifici: la semplice crescita dell’informazione dell’uomo concernente i fenomeni della vita; la semplice salvezza della vita umana- ammettendo che questi due scopi siano effettivamente serviti?

Savitri Devi

[testo tratto da Impeachment of Man, 1959. - Ringraziamo per la traduzione del testo Cornelio.®]

(Fonte: http://www.thule-italia.net/)

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