Mario Toso: “..gli Ogm rendono i contadini dipendenti delle multinazionali”
”Le monocolture Ogm non solo contribuiscono a diminuire la biodiversita’, ma possono rendere i contadini che le praticano dipendenti dalle multinazionali”. E’ quanto ha sottolineato Monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, al convegno organizzato dalla Coldiretti su ”Rigenerazione culturale e rigenerazione dell’agricoltura: ruolo della dottrina sociale della Chiesa”.
”L’introduzione di una nuova tecnica agricola, ha sottolineato Toso, non deve in nessun modo rendere maggiormente difficile, dipendente e vulnerabile la vita dei più poveri”.
Questa dichiarazione di Mons. Toso, dichiara il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, è per noi motivo di grande soddisfazione e soprattutto sostiene e ribadisce ciò che noi promuoviamo da anni: gli ogm non sono una questione ideologica, come qualcuno ci attribuisce. Siamo assolutamente convinti che il valore del made in Italy sia dato dalla distintività e dalla identità delle singole produzioni. Noi non riusciremo mai a competere con le estensioni dei paesi americani o di altri continenti, e non possiamo nemmeno permettere che l’omologazione distrugga il patrimonio che il nostro mondo agricolo ha costruito negli anni”.
“Molto spesso, prosegue Bisi, si sottolinea che gli Ogm sono resistenti alla siccità e ai parassiti, ma nessuno considera che ci sono varietà di semi che resistono da migliaia di anni”.
“E’ recente, continua il leader di Coldiretti Piacenza, la lettera scritta da 200 tra scienziati e agricoltori e indirizzate alle massime cariche dello Stato (Presidente della Repubblica e del Consiglio) e riportata da testate nazionali in cui si chiede che sia possibile coltivare piante Ogm. Tra i 200 firmatari della lettera ci sono nomi noti e rappresentanti di enti e istituzioni. Evidentemente non hanno tenuto conto del fatto che la quasi totalità degli italiani è contraria e l’ha espresso in più occasioni”
“Vorrei ribadire, riprende Bisi, così come ha sottolineato chiaramente Monsignor Toso, che da tempo la Coldiretti, alla luce del principio della creazione, nonché dei principi di precauzione e di responsabilità, ma in particolare anche del principio della destinazione universale dei beni, ha optato per una scelta chiaramente contraria alle produzioni transgeniche. Questo, però, non e’ significato opposizione assoluta ad ogni uso delle tecnologie progredite e nemmeno preclusione alla ricerca e alla sperimentazione. Ne’ e’ significato un disinteresse per questo tema complesso. Anzi in un contesto di legislazioni plurali rispetto alle produzioni transgeniche, a fronte dei problemi concreti delle imprese, che finiscono per utilizzare prodotti contenenti percentuali di elementi transgenici, la Coldiretti si e’ fatta promotrice a livello legislativo di politiche di trasparenza dei processi produttivi e di certificazione della storia, della qualità’ e dell’origine dei prodotti agroalimentari, agricoli ed ittici, a tutela del diritto all’informazione e alla scelta consapevole del consumatore”.
(Fonte: La Libertà)