Uguali per legge: “La società dei consumi, il globalismo e l’omologazione forzata…” di Giuseppe Turrisi
Nella società contemporanea l’industrializzazione e poi la globalizzazione ci ha imposto la dittatura dell’uguaglianza, le persone hanno molto poco di uguale, ma il sistema di potere generale e poi i sotto sistemi di fatto impongono un protocollo di comportamento che distrugge la nostra unicità e la nostra creatività.
C’è una grossa confusione tra diritto alla dignità rispetto alla uguaglianza imposta. Il sistema in fatti oggi ti accetta solo se rispetti i protocolli e questi protocolli diventano sempre più stringenti. Le giornate se non sempre più uguali a se stesse. Le persone devono essere tutte una fotocopia dell’altra, nessuno deve avere un pensiero proprio ma solo il pensiero programmato dal sistema. I protocolli ce li troviamo ormai non solo come regole per la sicurezza e la convivenza, ma sono diventati un presupposto per l’accettazione nella società.
Se non hai un conto corrente bancario non puoi fare parte del sistema, se non riconosci il 5% del tuo reddito al sistema sei un parassita e gli altri ti devono vedere come un parassita. La programmazione mentale è talmente evoluta che non si riesce nemmeno a vedere il ribaltamento della questione, ossia che è il sistema che è parassita dell’umanità, poiché non restituisce niente di utile, ma solo taglio ai servizi, taglio al “wellfare”, privatizzazione (espropri), che poi si riflettono un una decadimento della qualità della vita.
La programmazione mentale della tortura dell’uguaglianza che se vogliamo è partita dalla rivoluzione francese con il suo motto “libertè egalitè fraternite”. Sotto questa deformazione di carattere intellettuale, ci hanno imposto l’idea che siamo uguali, chissà perché non ci hanno imposto l’idea che abbiamo tutti dei diritti?. Non è possibile essere uguali per tutta una serie di motivi spirituali, fisici, e materiali, ma andiamo all’essenza il problema è che l’uguaglianza imposta non è riferita ai diritti, magari, ma al fatto che tutti si devono omologare al desiderio del sistema. La natura umana ha dei caratteri di genialità ed unicità che vanno oltre la uguaglianza, che tra l’altro con la emulazione questa eguaglianza fa tendere al ribasso tutta la sfera umana dalla cultura ai comportamenti alle espressioni.
L’uguaglianza ci fa fare le stesse cose, oppure il fatto che ci impongono di fare le stesse cose ci rende uguali? Stessi libri di testo, stessa religione, stesso modo di vivere, stesso modo di mangiare, stesso medicine, stessi telegiornali, stessi film, stessi figli, stesse scarpe, stesso modo di pensare, e l’elenco durerebbe pagine. La riflessione sulla uguaglianza non è nuova, ma certamente questa accusa fu mossa dal capitalismo e neoliberismo verso il comunismo dove tutti (i proletari) erano uguali di fronte allo stato, quindi se tutti sono la stessa cosa (sono uguali) devono fare le stesse cose, avere le stesse cose, pensare le stesse cose.
Per un periodo ha funzionato, ma certamente se si va a rivedere il comunismo nella sua attuazione si vedrà che tutta questa uguaglianza, non c’era, era tutta una propaganda (programmazione mentale) del sistema per difendere la sua gestione del potere, e indurre il popolo ad essere uguale per il sistema e non uguale al sistema. Come ormai da molte parti si sta scoprendo, il capitalismo (finanziato dagli stessi padroni che finanziarono la rivoluzione bolscevica) sta attuando anch’esso e nella maniera peggiore una dittatura di omologazione, la costrizione a fare tutti le stesse cose al fine di rendere uguali.
L’uguaglianza imposta non ha senso, l’uguaglianza è come la libertà ossia sono concetti alti ma sono solo degli di alibi di distrazione. TI devo far vedere quello che ti piace, cosi mi dai il consenso e poi io che sono un burocrate democratico faccio ciò che mi pare e piace. Voi non dovete avere un vostro pensiero, ma dovete accettare il nostro pensiero da ugualmente a tutti. L’uguaglianza del resto come la libertà, sono delle entità non misurabili se non in termini di diritto, ed è proprio qui la truffa parlare sempre di uguaglianza e libertà che sono concetti assolutamente filosofiche senza mai parlare dei diritti che questi miti rappresentano. La società moderna, dettata proprio dal neoliberismo continua a propagandare infatti questi miti di libertà ed uguaglianza, distruggendo ogni forma di diritto e sopratutto mantenendo nell’ignoranza dei diritti.
Questa tecnica è la migliore per confondere le menti, in quanto la mente umana lavora per immagine rappresentata, non importa cosa succeda nella realtà se ci sono diritti o meno, la mente si rivolge solo alla propria immagine creata ad indotta. L’uguaglianza (che in natura non esiste) viene fortemente richiamata (come la libertà e la democrazia) dalla propaganda – programmazione propri al fine di attirare l’attenzione sul quel “film” ma distrarci sulla realtà che non ha niente di uguale. L’uguaglianza come del resto la libertà non è misurabile, il diritto invece (anch’esso non misurabile in qualità) almeno può essere misurato se viene erogato o meno. L’accesso al diritto che ci fa essere tutti uguali è una cosa, l’essere tutti uguali per cui ci dobbiamo accontentare dei diritti che ci concedono è un’altra. La fabbrica di automi – consumatori/produttori/ripetitori è all’opera oramai da tempo presumibilmente da quando ci hanno obbligato ad industrializzarci come umanità: tutti braccianti, poi tutti operai, poi tutti impiegati, poi tutti teledipendenti, poi tutti internet dipendenti, e l’elenco è lunghissimo.
Tutto per forzare una uguaglianza nel cervello della gente come fossero vasetti da riempire con la stessa marmellata marrone e poi fuori mettere l’etichetta “cittadino bravo ed ubbidiente al sistema” prodotto il (data di nascita) e scade il (data di presunta morte) da globalizzazione SPA (tutti uguali). Tale uguaglianza imposta dittatorialmente con la parvenza di una cosa positiva, addirittura con lo spauracchio che chi parla di queste cose è un razzista e va isolato, (mentre il razzismo non c’entra assolutamente niente) livella ogni idea nuova, ogni speranza, ogni ricerca, ogni innovazione, ogni spirito artistico, ogni evoluzione. Il non uguale è un errore del sistema (error system) e va isolato poiché potrebbe recare danno al sistema non solo potrebbe svegliare “gli altri uguali” . L’uguaglianza imposta ne determina anche la stessa istruzione e lo stesso livello di cultura e se questo più sembrare positivo per chi n La globalizzazione a braccetto con il neoliberismo che sono armi in mano del sistema bancario e finanziario internazionale, operano sistematicamente sopratutto con i mezzi di comunicazione di massa, a rendere tutti il più possibile uguali, sempre più gente deve essere uguale al prototipo di sistema (consumatore-produttore-ripetitore, buono silenzioso, rassegnato), spazzando via le classe intermedie, ma tale pressa per l’appiattimento verso il basso è soprattutto di carattere culturale.
Niente può essere vero se non ciò che è prodotto dal sistema per la massa uguale, niente può essere buono se non ciò che produce il sistema per il suo popolo seriale, tutto ciò che esce fuori da questa relazione “popolo uguale sistema di potere” è pericoloso. Il sistema sa sempre cosa vuoi e quali sono le tue necessità, perché che ti ha “generato e creato lui ad immagine e somiglianza del prototipo”. Il protocollo dell’uguaglianza poi nel cervello fa scattare dei sotto programmi di controllo ed autocontrollo tra prototipi, infatti lasciamo perdere se hai idee diverse (troppo alto come concetto) ma basta che non hai le stesse scarpe, o non usi le stesse medicine che diventi un pericolo del sistema, “gli altri” subito che controllano e denunciano la tua “non uguaglianza”, certe volte parte anche striscia la notizia o le iene, o cose simili, per metterti alla gogna, ti stai differenziando dal protocollo del sistema, tu non ami il sistema e sei nemico del sistema, “se tu non ami le regole del sistema, il sistema poi non ti amerà più”.
In quel caso il sistema deve alzare il livello di paura, di angoscia, di insicurezza, per ristabilire lo stesso “grado di uguaglianza”. Si confonde l’uguaglianza dell’accesso al diritto, intesa come “dare la stessa possibilità a tutti” (e non solo possibilità!! ma certezza del diritto) con il comportamento industriale uguale di gente “resa uguale”, negli occhi nel naso, nelle pseudo-idee, nel parlare, nei consumi, nell’idiozia, nella stessa moneta. ecc.
Giuseppe Turrisi