Franco Libero Manco: “..i vegetariani non fanno pena..!”

Anche se salvare un solo animale è condizione sufficiente a portare avanti ad oltranza la causa animalista, ciò che occorre è che questa non sia concepita come un movimento fine a se stesso la cui sfera d’azione può apparire circoscritta a salvare gli animali dalla violenza umana e proteggerli con leggi opportune: è tempo di avere piena consapevolezza che il nuovo messaggio di questo grande e rivoluzionario movimento culturale coinvolge e scuote l’individuo e la società non solo sotto l’aspetto morale e salutistico ma spirituale, civile, sociale, economico, ambientale, energetico…

La nostra causa non deve essere percepita solo come un movimento di gente mossa a compassione per la sofferenza degli animali, ma principalmente come il mezzo più potente ed efficace per rendere migliore questo mondo, come ciò che può liberare l’essere umano dalla millenaria inclinazione alla violenza, al disprezzo del valore delle diversità della vita, alla malattia, al dolore. Occorre far capire che la scienza e l’etica vegana sono l’anello mancante per la realizzazione di un mondo più giusto e che il superamento della visione antropocentrica è la sola possibilità per rendere migliore l’essere umano anche nei confronti dei suoi stessi simili.

Ai dirigenti dei sistemi economici, politici, religiosi e sociali in genere dobbiamo far capire che non è possibile un mondo diverso dall’attuale finché l’umanità avrà una coscienza in grado di giustificare il sistematico massacro giornaliero di milioni di animali innocenti e che chiunque considera legittima l’esistenza dei mattatoi, degli stabulari della vivisezione o qualunque altra attività che schiavizza e opprime esseri indifesi, inermi, innocenti, non solo non è adatto a servire il popolo ma si rende responsabile dei problemi più gravi che attanagliano il genere umano che derivano appunto dalla nefasta concezione antropocentrica che inclina l’essere umano a convivere con la logica predatoria della supremazia del più forte sul più debole.

Soprattutto nei dibattiti occorre evidenziare la diretta correlazione esistente tra violenza agli animali e violenza umana, tra il consumo di carne e patologie umane, tra allevamenti intensivi e distruzione delle foreste, tra industria zootecnica e inquinamento, tra il mangiar carne e sperpero di risorse naturali ed energetiche. Dobbiamo denunciare la cultura sintomatologica, far capire che parlare di animali non significa solo chiedere rispetto e diritti per gli animali, ma mettere a nudo la coscienza umana, responsabilizzare l’individuo dell’impatto che hanno le sue scelte quotidiane sulla condizione personale e sul destino collettivo.

Noi abbiamo una grande missione da compiere, quella di rendere migliore questo mondo attraverso l’apertura del cuore dell’uomo verso la vera giustizia e verso la compassione universale. La nostra missione è portare nelle famiglie la responsabilità della giusta educazione dei giovani e della sana alimentazione dei figli, di anteporre ad ogni interesse l’amore per la vita ed il rispetto per ogni essere vivente; di anteporre alla logica del profitto il bene comune, di anteporre il biocentrismo alla logica dello sfruttamento e della dominazione della natura.

Per questo non possiamo permetterci divisioni interne al Movimento, esasperati personalismi, intolleranze. Le energie devono sommarsi in obiettivi comuni invece di annullarsi a vicenda in sterili rivalità. Dobbiamo essere consapevoli che siamo la punta più evoluta dell’intelligenza positiva e della sensibilità umana. Per questo abbiamo il dovere di essere di esempio in ogni circostanza e testimoniare il nostro ideale per il bene di tutti.

Abbiamo il dovere di far capire che ogni violenza ed ogni ingiustizia umana nasce dalla indifferenza verso il dolore della vittima, dalla non considerazione degli effetti prodotti dalle nostre scelte quotidiane, dalle nostre abitudini. Se la sensibilità umana, il senso di giustizia e la condivisione empatica sono ciò che può rendere migliore la società umana, l’attitudine al rispetto verso i più deboli ed indifesi è condizione imprescindibile per rendere questo mondo più giusto, più fraterno e solidale.

L’indifferenza verso il dolore e la morte di tante creature innocenti, causata dalla nostre scelte quotidiane, il non considerare un problema la sofferenza animale, fomenta la depravazione morale, la dissolutezza, l’ingiustizia, la durezza di cuore.

Franco Libero Manco

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