Frattura emiliana – Il terremoto raccontato da chi lo vive…

Caro Paolo,

anche il mio collega Andrea oggi brontolava… pare che per questa “parata dimessa” spenderanno SOLO circa 3 milioni di euro. In un periodo in cui ci chiedono sacrifici e c’è gente con le case e le fabbriche distrutte, sarebbe obbligatorio evitare certe spese inutili, non vedo perché la festa della Repubblica debba essere “allietata” da una parata militare, anzi, la coesione nazionale che tanto sbandiera Napolitano si potrebbe benissimo rafforzare e dimostrare mandando l’esercito ad aiutare i terremotati, invece che a sfilare. Sarebbe veramente un segnale se alla parata non ci fossero spettatori…!

Aggiungo alcune cose che ho recepito qua e là in questi giorni di
paura del terremoto, senza giudizi e senza commenti:

Dopo la prima scossa di domenica scorsa avevo incontrato Valeria e
Silvia ed io parlavo del problema del decreto appena emanato in cui lo
stato non dovrebbe pagare più i danni delle calamità naturali (ma lo
approveranno davvero, ADESSO questo decreto?) al che Silvia risponde: “Guarda, meglio così, non abbiamo bisogno noi dello stato, ci pensiamo da soli”.

Ieri parlavo con un allevatore che abita a Modena ed ha figli che
vivono a San Felice: “Abbiamo avuto una gran paura anche noi a Modena, abito al quinto piano, ho preso una casa in affitto per un mese a Serramazzoni, per ora a casa non ci stiamo. I figli non hanno avuto la casa danneggiata ma hanno acquistato (come tanti altri che ho sentito – dico io) una tenda grande e l’hanno piantata in giardino”.
Io ho chiesto: “Ma non ci sono le tendopoli?” Lui: “Si, ma sono piene
imballate e sono tutti stranieri”.

A proposito di stranieri: “Stamattina una collega mi raccontava che in
una ditta che conosce da quelle parti, il titolare le ha detto: “Guardi, non so quando l’attività potrà riprendere, avevo cinque dipendenti rumeni, gli avevo dato una casa in campagna, dopo la seconda scossa forte non si sono presentati al lavoro, sono andato a cercarli a casa e non c’erano più, se ne erano andati….”

E a proposito di quel che si sente in certi telegiornali, ma non
capisco chi lo avrebbe detto, che si é tornati a LAVORARE TROPPO
PRESTO, abbiamo commentato che la gente ha bisogno di lavorare e non sta a piangersi addosso, se l’azienda non ha avuto danni o se ha fatto fare le rilevazioni ed hanno avuto l’agibilità, PERCHE’ non dovevano tornare a lavorare? Per paura? E, per paura che succeda ancora QUANTO TEMPO si dovrà aspettare a rientrare in fabbrica e che tipo di controlli si dovranno fare per esser certi che, ad una nuova forte scossa non succeda un’altra tragedia? Ma ci rendiamo conto che un terremoto é imprevedibile, ovunque a questo punto e che in tantissimi dei nostri centri storici tante costruzioni verrebbero giù?
Smettiamo di vivere?

Che facciamo allora con quel milione di persone che vive sulle pendici
del Vesuvio? Com’é che non vengono fatte sgomberare?

Certo che per il futuro dobbiamo ecrcare di fare il possibili per avere strutture sicure, ma il tutto é un compromesso tra le consoscenze, le previsioni e le possibilità.

Parliamo di cose più amene.

Stamattina sono andata a fare un sopralluogo in un canile comunale.
Mi ha accompagnato nel giro non la responsabile, che aveva altro da
fare ma un ragazzo, che lavora lì e sono stata molto contenta che il
primo giro in questa struttura che non conoscevo me lo abbia fatto
fare lui.

Tra le altre cose mi ha fatto vedere una cagnolina di 9 mesi che sta
per essere adottata e che era stata rinunciata da una persona che non
poteva più tenerla, avendo perso la casa e non per il terremoto (dorme
in macchina).

In questo canile poi c’é tutto un settore dei “cani aggressivi”, ma
lui, che non ha fatto nessun tipo di corso, é capace di instaurarci un
rapporto. Eravamo davanti al gabbione io e lui e, a me mi abbaiavano
mostrandomi i denti e lui metteva tra le sbarre la mano e gli faceva
le coccoline grattandogli dietro l’orecchio e loro lo guardavano con
sguardo languido. Una cosa emozionante. Bestie di 50-60 chili. Ho
ripensato al fatto che avevo sempre ritenuto che non valesse la pena
tenere in vita, in un canile, per tutta la vita – quei cani non
saranno mai adottati da nessuno- i cani pericolosi – per loro, per la
società, ma ora, dopo aver visto quello spettacolo, non ne sono più
tanto sicura.

Per cosa una vita merita oppure no, di essere vissuta?

E’ solo un fatto intimo interiore, sia nell’essere umano che nell’animale.
Nessun animale si suicida, comunque, al massimo, si sente di cani che
si lasciano morire dopo la morte del padrone (ma io non ci credo
tanto) o animali che stremati da una malattia smettono di alimentarsi,
ma quello lo fanno naturalmente anche gli esseri umani.

Mi veniva di chiedergli: ma tu vuoi così bene anche alle persone? Ma
non mi é sembrato giusto. Ognuno dovrebbe essere libero di amare e di
appassionarsi e dedicarsi a quello che gli é più congeniale.

Caterina Regazzi

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Articolo collegato: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2012/05/23/la-frattura-emiliana-cause-possibili-del-terremoto-in-emilia-lestrazione-del-gas-naturale-e-del-pescaggio-ad-alte-profondita-dellaqua-potabile/

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