Daniele Carcea: “Alcune verità dietro i debiti pubblici e la speculazione finanziaria mondiale”
La grave crisi finanziaria e poi economica scoppiata nel 2007-2008, oggi giunta quasi al quinto anno è ben lontana dal risolversi e, alla fine, i suoi effetti saranno più devastanti del crack del 1929.
L’esplosione dell’economia finanziaria che ha raggiunto volumi dieci volte superiori quelli dell’economia reale, accompagnata dall’esplosione del debito privato indotto, hanno creato un cocktail micidiale che ha mandato tutto il mondo sull’orlo della bancarotta. Le armi di distruzione di massa finanziarie (strumenti derivati), per dirla alla Warren Buffet, che circolano su mercati paralleli, (OTC) al fuori di qualsiasi regola di trasparenza, continuano a destabilizzare gli equilibri economici finanziari mondiali e continuano a rendere evidente a tutti quelli che lo vogliono vedere, che queste irresponsabili attività di trading hanno mandato in bancarotta il sistema globale e nessun tipo di riforma sostanziale delle regole sistemiche, i governi mondiali sono riusciti ad imporre all’oligarchia finanziaria, che continua ad essere troppo grande per poter fallire.
Qualche giorno fa JP Morgan Chase ha annunciato di aver perso circa $2 miliardi su alcuni investimenti speculativi legati a titoli di credito derivati, per posizioni che poi si sono rivelate, più rischiose di quanto preventivato. Le conseguenze delle perdite subite dalla mega-banca sono ricadute sui trader che stavano sotto il capo assoluto Jamie Damond; tutti licenziati in tronco, mentre lui Damond è rimasto al suo posto. Ma 2 miliardi di dollari, sono veramente una briciola, nel mondo della giostra finanziaria, dei soldi elettronici creati con un click, che si spostano da una parte all’altra del globo tutti i giorni, in quanto la quantità di questi prodotti tossici in circolazione è elevatissima.
Uno dei rapporti dell’ Office Of the Currency Comptroller di qualche tempo fa forniva un quadro impressionante del sistema dei derivati, perché ci diceva che la mole di titoli in mano alle 4 banche più grosse negli USA era il 95% dell’intero ammontare dei derivati: JP Morgan Chase, 78 trilioni di derivati City Bank, 56 Trilioni di derivati Bank of America, 53 Trilioni di derivati Goldman Sachs, 48 Trilioni di derivati; 235 mila miliardi di derivati, quasi tutti concentrati nelle mani delle più grandi banche del pianeta.
Una bomba atomica finanziaria innescata da molti anni e che nessun politico, Obama incluso, è riuscito a disinnescare o a almeno a ridimensionare. Un sistema finanziario simile è un gran casinò, dove tutti giocano contro tutti, e alla fine prevarrà il: si salvi chi può, quando gli Stati non potranno più intervenire come hanno fatto fino ad ora.
La cosa più paradossale è che ci vogliono far credere che il problema principale sono i debiti pubblici, magari dei Paesi Europei, magari dei Piigs, e non solo ce lo vogliono far credere, ma manipolano i mercati, con operazioni speculative concertate per mandare alle stelle i rendimenti dei titoli di Stato di questi Paesi, imponendo indirettamente manovre di austerity e di tagli sociali e lucrando e drenando queste risorse che passano dalle tasche dei cittadini, ancorché incassate a debito, nei patrimoni di queste banche troppo grosse per poter fallire.
E nonostante questa colossale azione di espropriazione di diritti sociali, di diminuzione della sovranità popolare di impossessamento delle aziende pubbliche di questi Stati, queste banche rischiano comunque di fallire, perché il sistema predatorio che hanno messo in campo grazie alla deregolamentazione, è talmente a rischio che da un momento all’altro può crollare tutto.
Non sono solo i titoli ad essere tossici, ma è proprio la cultura che domina questi ambienti ad essere tossica, talmente tossica che è stato perso ogni senso della misura, del limite, la cultura è quella dell’azzardo morale, dove quella che conta è solamente la logica del profitto immediato e il cliente è trattato solamente come un pupazzo da manovrare; molto esemplificativa è stata la vicenda del fondo Abacus di Goldman Sachs, nel quale furono impacchettati, cartolarizzati e nascosti i famosi subprime, e venduti ai loro stessi clienti, creato nel 2007 dal finanziere Paulson, che aveva intuito che il mercato immobiliare era in procinto di crollare, perché troppo gonfiato.
Tramite Goldman il Cdo (Collateralized debt obligation), viene piazzato nei portafogli dei propri clienti, mentre subito dopo sia Paulson che Goldman Sachs si preparavano a vendere quei titoli, cioè a scommettere sulla caduta del mercato immobiliare, vendendo allo scoperto e comprando i cds sul titolo Abacus, scommettendo quindi contro i gli investitori a cui avevano venduto il titolo, un comportamento evidentemente ritenuto normale per questi signori, che hanno perso qualsiasi contatto con la realtà e che si sentono i Padroni dell’Universo e lo dichiarano pure.E ora si riparla della regola Volcker, (la Volcker Rule) cioè la semplice regola per cui le banche commerciali non possono speculare sui mercati finanziari e in particolare con i derivati, con i soldi dei depositanti.
Potrà bastare la regola Volcker, la separazioni fra banche d’affari e banche di deposito, la limitazione dei derivati nudi, (senza sottostante), la tassazione delle transazioni finanziarie ed altri interventi che sarebbero già dovuti essere introdotti, ma che sono stati fino ad oggi ferocemente osteggiati dalla potente lobby bancaria? Lobby bancaria capeggiata e rappresentata proprio da quel Damond, che ora pare faccia finta che una regolamentazione serva! Difficile dirlo, improbabile che queste riforme passino, a meno che la pressione dell’opinione pubblica mondiale diventi così forte da spingere questi politicanti ad intervenire senza sé e senza ma.
Daniele Carcea
(Notizie Radicali)