Gregorio Asero: “Nuove resistenze per dare un futuro all’umanità”
Se volgiamo lo sguardo indietro, ci accorgiamo che l’umanità è in continuo movimento e sviluppo e noteremo pure che l’umanità è un continuo avvicendarsi di popoli e di civiltà. Dopo aver conquistato il mondo, si accinge a espugnare lo spazio.
Tuttavia, per quanto grande ci possa apparire il dominio del mondo che ci circonda, dobbiamo riconoscere che l’uomo non ha fatto molti progressi per dominare se stesso. Nonostante le continue conquiste, l’affinamento del nostro tenore di vita, le conquiste scientifiche e tecnologiche, siamo sempre le stesse persone che eravamo tanti secoli fa. Perseguitati dalle paure inconsce, eccitati da passioni e desideri, tormentati da gelosie, invidie, problemi, piegati dal dolore delle colpe e, per molti, dal senso di servilismo.
Ci distruggiamo ancora a vicenda, con guerre e attentati. Ancora l’uomo non riesce a collaborare in comune accordo per un progresso uniforme fra tutti gli uomini, secondo un programma equo e razionale. E ancora, … la cosa più importante, … non abbiamo trovato una risposta … che sia logica e razionale, scevra dalle paure della superstizione e dai castranti condizionamenti religiosi su: Chi siamo? Dove andiamo?
Che senso ha razionalmente la nostra esistenza? Dai tempi della clava, l’uomo ha cercato uno strumento spirituale, superstizioso, religioso o filosofico, per arrivare a individuare il divino che è dentro e fuori di noi, per scorgere uno spazio in questo mondo e incanalare una vita buona ed equilibrata.
Molto spesso questa ricerca della spiritualità e della felicità è stata delusa. Quante sono le persone che, purtroppo, nella loro vita hanno vissuto le esperienze negative delle guerre, dei torti, dei soprusi? Perpetrati tutti da uomini contro altri uomini? Quanti di noi assistono alla distruzione sistematica della nostra cultura? Quanti di noi assistono impotenti alle gigantesche perturbazioni che agitano da un capo all’altro del mondo intere masse di popolazioni? Che cosa possiamo fare e specialmente che cosa dobbiamo fare noi singoli individui.
Evidentemente non possiamo fare molto e questa impotenza, nelle persone animate da spirito costruttivo, genera un grande senso d’inadeguatezza e di frustrazione. Personalmente penso che l’unica cosa sensata, è cercare di capire meglio i processi che governano questo modo di fare, e creare una filosofia di vita che permetta di trovare una spiegazione in questo modo illogico di agire da parte dei nostri governanti. La comprensione degli eventi, il popolo, la trova attraverso le informazioni che ottiene dai giornali, dalle televisioni, dalle riviste, dai politici di turno e nei vari settori della politica, dell’economia e della cultura. Si sa che sono comunque informazioni inquinate da una distorsione di parte, assolutamente faziosa e condizionante. Volendo considerare la nostra personale comprensione, dobbiamo cercare di capire che è giunto il momento di imparare a ragionare con la nostra testa. Non dobbiamo farci imbottire di slogan e dogmi creati apposta per cercare di imbonire e intruppare la massa belante delle folle, pronte a osannare il potente di turno.
Dobbiamo cercare di rendere la società in cui viviamo, degna di essere chiamata. “ società civile”, senza avere la necessità che qualcuno ci guidi come pecoroni per il “nostro bene” a vivere una vita da pecore belanti. In pratica, dobbiamo cercare di liberarci singolarmente e intellettualmente, per poterci liberare collettivamente e organizzare una società svincolata da pseudo condottieri. Dediti solo al benessere personale e dei propri cortigiani, per eventualmente, iniziare un cammino di civiltà e di progresso vero, dove, se c’è il leader carismatico che ci conduce verso il progresso e il benessere, ben venga. Questo leader deve avere la consapevolezza di essere solo colui che s’impegna e si sacrifica per la collettività. Se c’è da sacrificarsi per il bene della comunità deve essere il primo della lista e non come fanno i nostri governanti che, quando c’è da prendere, sono in prima fila e, quando c’è da dare sono i primi a nascondersi e ad abbandonare la nave che affonda.
In pratica devono essere dei veri condottieri e non degli opportunisti profittatori. La resistenza inizia con la liberazione della nostra mente, dai condizionamenti del potere.
Gregorio Asero
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Mias rispostina: “L’analisi è utile… ma puntare su un leader, non so..? Credo che tutta la società debba trasformarsi.. serve una società in cui non ci si appoggi più ad un “capo” per risolvere tutti i problemi… Certo, c’è bisogno di persone che sappiano fare il lavoro sociale e che si impegnino per il bene comune.. ma questo dovremmo farlo tutti.”
(P.D’A.)