ESM taciuto… e Lidia Undiemi si dimette da IDV.. Lettera aperta a Di Pietro ed Orlando
Di Pietro e Orlando, confessate ai cittadini il vostro appoggio al “governo della finanza”. Mi dimetto dai miei incarichi in IDV.
Raccontate la verità, gli italiani hanno il diritto di sapere che Italia dei Valori sta appoggiando, soprattutto con il proprio silenzio, la proposta del governo Monti di trasferire 125 miliardi di euro (minimo) ad una organizzazione finanziaria intergovernativa, l’ESM, ambiguamente definita “fondo salva-stati”, che, fra immunità, esenzioni, condoni ed altri privilegi, si propone di concedere finanziamenti agli stati in difficoltà in cambio della possibilità di potere imporre “rigorose condizionalità” da far gravare sulle spalle del popolo.
Sapete benissimo che la ratifica del trattato ESM (non ancora in vigore) comporterà l’incremento delle politiche di austerity, ossia l’imposizione di ulteriori interventi “lacrime e sangue” che colpiranno soprattutto le fasce più deboli e che metteranno in crisi anche coloro che ancora oggi riescono ad arrivare a fine mese.
Un obiettivo politico che ovviamente travolgerà anche la vita dei vostri elettori, compresi quelli della sua amata Palermo, prof. Orlando.
L’IMU? L’art. 18? E’ solo l’inizio.
Per comprendere la pericolosità di tale scelta, basta semplicemente osservare ciò che è accaduto in Grecia. La Troika ha concesso i piani di salvataggio in cambio di una serie di richieste che per Atene si sono tradotti in cessione di sovranità. Si pensi alle condizioni imposte in materia di tagli alla spesa, ai dipendenti pubblici e alle pensioni. In tal senso, la politica nazionale diventa oggetto di contrattazione finanziaria.
Appoggiare questa idea di politica europea del governo Monti significa essere contro i lavoratori, gli imprenditori, i giovani, le donne, i bambini e gli anziani.
Che senso ha “strapparsi i capelli” pubblicamente per dimostrare di essere contrari alla corruzione politica, al potere delle banche, alla riduzione dei diritti dei lavoratori e all’aumento delle tasse e, contemporaneamente, sostenere la creazione di una struttura sovranazionale che pretende di gestire le risorse dei cittadini godendo di immunità di giurisdizione ed altri benefici “di casta”. Tutto ciò agendo fuori dai canali democratici con lo scopo di lucrare sul debito pubblico imponendo ulteriori sacrifici agli italiani.
Chi si avvantaggerà dell’entrata in vigore dell’ESM? I poteri finanziari, in primis le banche.
Lo Stato in difficoltà potrà usufruire dei piani di finanziamento concessi dal “fondo salva-stati“ soltanto se, oltre a cedere pezzi di sovranità riguardanti scelte di politica interna, si impegnerà a pagare un tasso di interesse il cui limite non è stato nemmeno definito nel trattato, e intanto le banche hanno ottenuto un trilione di euro dalla BCE all’1%.
Poiché l’organizzazione intergovernativa si riserva la possibilità di attingere al mercato finanziario per potere a sua volta erogare il prestito allo Stato, chi garantisce che non saranno le stesse banche (con un guadagno “politico” netto di almeno il 3%), o addirittura la criminalità organizzata a lucrare, mediante i finanziamenti dell’ESM, sul debito pubblico e ad incidere sulle decisioni politiche della nazione debitrice?
E’ questa la vostra visione di cambiamento, di uguaglianza e di democrazia?
Perché IDV non ha sollevato tali questioni nelle sedi istituzionali competenti, considerato che il trattato è disponibile almeno dal mese di marzo del 2011? Il parlamento europeo si è già espresso a favore dell’ESM con 494 voti, non credo sia necessario aggiungere altro. Quello nazionale, invece, deve ancora decidere, ed è per tale ragione che, fra mille sacrifici, ho lavorato tantissimo per realizzare una mozione parlamentare che toccasse l’argomento. La richiesta è partita proprio da lei, prof. Orlando, e l’ho accolta con grande entusiasmo, anche perché è stata frutto di una lunga conversazione sulla politica internazionale. Fidandomi del suo atteggiamento propositivo ho elaborato la bozza finale, che sostanzialmente richiama il contenuto del dossier che ho successivamente realizzato per informare la gente.
Da questo momento in poi il nostro dialogo si è praticamente interrotto e, qualche giorno dopo, il partito si è espresso sul fondo “salva-stati” con le mozioni di fine gennaio dove è stato omesso il contenuto del trattato ESM ampiamente argomentato nella mia proposta.
Ho scritto anche a lei, on. Di Pietro, chiedendole di sostenere questa battaglia, ma non ho ricevuto nemmeno una risposta, e non è la prima volta.
Tantissime altre persone di IDV conoscono la vicenda, anche perché, per fortuna, cittadini, associazioni, movimenti e mezzi di informazione hanno appoggiato la battaglia, comprendendola e condividendola.
Ho ricevuto da questo partito due incarichi (responsabile nazionale di una sezione del dipartimento Lavoro e responsabile regionale del dipartimento Lavoro Sicilia) che ho portato avanti gratuitamente e con grandi sforzi per circa due anni, seguendo importanti vertenze sul territorio nazionale.
Ho lavorato tanto, ma l’impegno non è stato ricambiato, e non mi interessa esporre in questo momento altre questioni, valide ma meno importanti dell’ESM.
Non meritavo un simile trattamento, e non lo meritano nemmeno i cittadini.
Lei, prof. Orlando, mi ha delusa più di tutti, perché possiede lo spessore culturale e politico per poter affrontare battaglie grandi come questa. Nonostante ciò, non penso che lei abbia agito in malafede, ma questo non giustifica la sua indifferenza, che abbinata alle sue capacità si trasforma in una colpa imperdonabile.
Ogni tanto penso a Scilipoti, e mi chiedo quali straordinarie capacità possieda quest’uomo per aver meritato di diventare parlamentare con IDV.
Mi auguro che vi fermiate a riflettere, da soli, sul fatto che qui c’è in gioco la vita di intere generazioni, compresi i vostri familiari.
Talvolta vi osservo, e vedo degli uomini talmente affannati a vincere le elezioni da perdere di vista se stessi e il vero significato della politica.
Mi dimetto.
Lidia Undiemi
li.undiemi@gmail.com
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Messaggio connesso di Giuseppe Turrisi: “…i fanatici bugiardi ce li abbaimo al parlamento e soprattutto al governo nominato direttamente dal Financial Times per la gioia di marco travaglio e del travagliato di pietro. Non a caso Soros si è scagliato contro il “fondamentalismo del mercato”. L’ennesima prova che il finanziere mondialista proprio non ama quello spazio di onesta socializzazione in cui potrebbe trasformarsi il mercato….”