Si avvicina la fine del Kali Yuga, il cambiamento epocale è previsto per il 2.030…. Da quella data ricomincia l’Età dell’Oro e della Verità (Satya Yuga)

Lunario Paolo D'Arpini 20 marzo 2012

“OGNI TANTO GIOCHIAMO UN POCO (MA NON TROPPO). METTIAMO QUINDI DA PARTE LA GEOPOLITICA, LA POLITICA E ALTRO.
HO QUI RIASSUNTO CERTE RELAZIONI CHE RIGUARDANO L’ETA’ OSCURA (KALI’ YUGA), ALLE QUALI HO MODESTAMENTE AGGIUNTO ALCUNE MIE IMPRESSIONI. ESSENDO IL SOTTOSCRITTO, UN PROFANO IN QUESTA MATERIA, PRENDETE IL TUTTO CON UN CERTO DISINCANTO. SE POI TRA VOI C’E’ CHI E’ MOLTO PIU’ PREPARATO DI ME, INTERVENGA, SPECIFICHI E SE IL CASO CORREGGA”

Un saluto Maurizio Barozzi
…..

Ebbe magnificamente a riassumere J. Evola:

“…mentre l’uomo moderno ha creduto e, in parte tuttora crede al mito dell’evoluzione, le civiltà antiche quasi senza eccezione e perfino le popolazioni selvagge riconobbero invece l’involuzione, il graduale decadere dell’uomo da uno stato primordiale concepito non come un passato semiscimmiesco ma come quello di un’alta spiritualità.

La forma più nota di tale insegnamento è il mito di Esiodo circa le quattro età del mondo – dell’oro, dell’argento, del bronzo e del ferro – le quali corrispondono a gradi successivi dell’accennata discesa o decadenza.

Del tutto analogo è l’insegnamento indù circa gli yuga, cicli complessivi e successivi che sono ugualmente in numero di quattro e che da una “età dell’essere” o “della verità” – satya yuga – vanno fino ad una “età oscura” – kali yuga.

Secondo tali tradizioni, i tempi attuali corrispondono all’epicentro proprio di quest’ultimo periodo: noi ci troveremmo nel bel mezzo della “età oscura”.

Benché la formulazione di tali teorie sia antichissima, di fatto i caratteri previsti per “l’età oscura” corrispondono in modo abbastanza sconcertante alle caratteristiche generale dei tempi nostri>>.

Dopodiché Evola riportò alcuni passi tratti <<dal Vishnu-purana, testo che ci ha conservato gran parte del tesoro delle antiche tradizioni e degli antichi miti dell’India".

Nei paragrafi qui riportati Evola intese aggiungere, fra parentesi, alcune delucidazioni per sottolineare le corrispondenze più evidenti.

Riproduciamo il tutto, aggiungendo anche, tra parentesi quadre, qualche modesta nostra (N.d.A.) breve osservazione di carattere storico:

“Razze di servi, di fuori casta e di barbari si renderanno padroni delle rive dell’Indo, del Darvika, del Candrabhaga e del Kashmir. I capi che regneranno sulla terra, come nature violente. Si impadroniranno dei beni e dei loro soggetti.

[Esattamente quello che sta accadendo attraverso la potenza militare dell’occidente, in particolare USA, Gran Bretagna, Israele, e l’usura bancaria estesa oramai a livello planetario N.d.A.]

Limitati nella loro potenza, i più sorgeranno e precipiteranno rapidamente. Breve sarà la loro vita, insaziabili i loro desideri ed essi quasi ignoreranno cosa sia la pietà. I popoli dei vari paesi, ad essi mescolandosi ne seguiranno l’esempio.”

(Si tratta di quelle nuove invasioni barbariche con conseguente immissione del virus del materialismo e della selvaggia volontà di potenza propria all’Occidente moderno in civiltà ancora fedeli e millenarie, sacre tradizioni. Tale processo, come si sa, in Asia è in pieno sviluppo. Evola).

“La casta prevalente sarà quella dei servi”.

(epoca proletario-socialista: comunismo Evola). [In realtà, la fase del comunismo, oltretutto irrealizzato e irrealizzabile, è oramai superata da un disfacimento esistenziale collettivo e la casta prevalente, se si intende come dominante, è quella plutocratica. Se si intende come prevalenza numerica nel mondo, allora possiamo dire che non prevale il proletariato, quanto, una plebaglia umana informe, povera o ricca che sia. N.d.A.]

“Coloro che posseggono diserteranno agricoltura e commercio e trarranno da vivere facendo servi o esercitando professioni meccaniche”

(proletarizzazione e industrializzazione. Evola).

“I capi invece di proteggere i loro sudditi, li spoglieranno e sotto pretesti fiscali ruberanno le proprietà alla casta dei mercanti”

(crisi della proprietà privata e del capitalismo, statizzazione comunista della società. Evola).

[Anche qui l’analisi storica di Evola, pecca di anticomunismo a prescindere, perché non è la statizzazione comunista della società che ha finito per affermarsi, ma un sistema mondialista controllato da poche stirpi di famiglie dell’Alta finanza e del resto non poteva essere che così in quanto, alla cosiddetta casta proletaria, mancano i “mezzi” intellettuali e materiali per gestire il potere mondiale. Quindi abbiamo ai vertici del potere mondiale, sempre dei paria, ma sortiti dal mondo della speculazione].

“La sanità (interiore) e la legge (conforme alla propria natura) diminuiranno di giorno in giorno finché il mondo sarà completamente pervertito. Solo gli averi conferiranno il rango. Solo movente della devozione sarà la preoccupazione per la salute fisica, solo legame fra i sessi sarà il piacere, sola via al successo nelle competizioni sarà la frode. La terra sarà venerata solo per i suoi tesori minerali”

(industrializzazione ad oltranza, morte della religione della terra. Evola). [Niente di più vero N.d.A.].

“Le vesti sacerdotali terranno il luogo della dignità del sacerdote. La debolezza sarà la sola causa dell’obbedire

(fine degli antichi rapporti di lealismo e di onore. Evola).

[Vediamo benissimo come oggi ogni rapporto umano, di lavoro, di servizio, ecc., è regolato esclusivamente da una mercede. N.d.A.]

“La razza sarà incapace di produrre nascite divine.

Deviati da miscredenti, gli uomini si chiederanno insolentemente: “Che autorità hanno i testi tradizionali? Che sono questi Dei, che è la casta detentrice dell’autorità spirituale? (Brahmana)”.

“Il rispetto per le caste, per l’ordine sociale e per le istituzioni (tradizionali) verrà meno nell’età oscura. I matrimoni in questa età cesseranno di essere un rito e le norme connettenti un discepolo ad un maestro spirituale non avranno più forza. Si penserà che chiunque per qualunque via possa raggiungere lo stato di rigenerati (è il livello democratizzante delle pretese moderne della spiritualità. Evola)

e gli atti di devozione che potranno ancora esser eseguiti non produrranno più alcun risultato. Ogni ordine di vita sarà uguale promiscuamente per tutti”

(conformismo, standardizzazione. Evola).

“Colui che distribuirà più danaro sarà signore degli uomini e la discendenza familiare cesserà di essere un titolo di preminenza”

(superamento della nobiltà tradizionale. Evola).

“Gli uomini concentreranno i loro interessi sull’acquisizione, anche se disonesta, della ricchezza. Ogni specie di uomo si immaginerà di essere pari ad un brahmana” . (pretese prevaricatrici della libera cultura accademica; arroganza dell’ignoranza. Evola).

“La gente quanto mai avrà terrore della morte e paventerà l’indigenza: solo per questo conserverà forma (un’apparenza) di culto.

Le donne non seguiranno il volere dei mariti o dei genitori. Saranno egoiste, abiette, discentrate e mentitrici e sarà a dei dissoluti che si attaccheranno.

Esse diventeranno semplici oggetti di soddisfacimento sessuale”.

E concludeva Evola: "Se l’attualità di tale profezia del Vishnu-purana ha tratti difficilmente contestabili, per il significato complessivo di esso bisognerebbe aver un senso del punto di riferimento, ossia di ciò che sarebbero state le origini, lo stato da cui via via l’umanità sarebbe decaduta .Ma che significato oggi potrebbero avere, per i più, termini come “età dell’essere” e “età dell’oro”? Purtroppo si ridurranno a semplici, vuote reminiscenze mitologico-letterarie.

Nel testo in questione varrebbe la pena di notare due motivi ulteriori che mitigano alquanto le tetre prospettive dell’età oscura. Vi accenneremo soltanto.

Il primo è l’idea che chi, essendo nato nel Kali-yuga, malgrado tutto sa riconoscere i veri valori e la vera legge, raccoglierà frutti sovrannaturali difficilmente raggiungibili in tempi più facili. “Pessimismo eroico” direbbe un Nietzsche e questa idea non è estranea allo stesso cristianesimo.

Il secondo punto è che lo stesso Kali-yuga, per rientrare in uno sviluppo ciclico cosmico più vasto, avrà esso stesso una fine. Per via di un fatto non semplicemente umano si produrrà un mutamento generale. Ne seguirà una specie di rigenerazione, un nuovo principio.

Speriamo che sia così e soprattutto che, prima, non si debba giungere proprio sino in fondo alla china, con le delizie che “l’era atomica” ci riserva".

E qui terminiamo il nostro riassunto da Julius Evola.

Ora è indubbio che se i caratteri indiscutibili dell’età oscura sono facilmente individuabili attorno a noi, si “sentono” e si “avvertono” a senso, anche se bisognerebbe vedere a quale grado di degenerazioni ci troviamo, molto più difficile è stabilire inizio e fine di queste quattro “età” dell’oro, dell’argento, del bronzo e del ferro.

Varie scuole Tradizionali si sono interessate a questo problema. Alcune sostengono che non è possibile stabilire, neppure approssimativamente, inizio e fine di ogni “età”, così come non è possibile individuare inizio e fine dei cicli cosmici.

Altre scuole invece ritengono che sia possibile, sia pure con una certa approssimazione individuare queste date.

In entrambi i casi varie e diverse considerazioni si fanno poi per stabilire se ci sono, e in questo caso se sia anche possibile determinarle, oppure se non sia possibile stabilire queste analogie tra il tempo lineare, cronologico, e quello ciclico che caratterizza invece i cicli cosmici.

A mio avviso è forse la prima scuola, quella della indeterminatezza, che mi sembra più realistica, ma io non sono di certo un profondo conoscitore di questa materia ed in ogni caso, se così fosse, il discorso sarebbe chiuso, cerco invece di riassumere quello che asserisce la seconda scuola, quella “determinista” (alquanto diffusa in Francia tra una parte di coloro che si rifanno al pensiero di Renè Guenon) che consente di individuare, approssimativamente, verso il terzo decennio del 2000 (circa il 2030) la fine dell’età oscura o kali yuga e quindi di una intera manifestazione delle quattro età all’interno di un ciclo cosmico.

IL KALPA

Cominciamo con il dire che la Manifestazione cosmica, di cui anche noi facciamo parte e di cui la nostra esperienza sensibile e intellettiva ci consente di viverne e di osservarne tutti i fenomeni del mondo sensibile, regolato da leggi fisiche e biologiche e dalle leggi dello spazio e del tempo, occorre immaginarla come la corona di un rosario, una manifestazione completa o Kalpa, composto da 14 palline, ognuna delle quali chiameremo Manvantara, le quali ultime, a loro volta si compongono di quattro età dell’umanità. E così via.

E’ bene premettere che tra un Manvantara ed il successivo, come con il precedente, vi è uno iato, che non consente, con i mezzi della scienza e ricerca profana, di conservarne il ricordo o la possibilità di individuarne “residui” storici di alcun genere. Anzi sembrerebbe che il passaggio da un Manvantara ad un altro sia caratterizzato da un evento traumatico, di proporzioni apocalittiche, come potrebbe per esempio esserlo lo spostamento dell’asse terreste con tutto quello che questo fenomeno comporta.

Ricordando che tempo rettilineo e tempo ciclico non sono la stessa cosa, vediamo, nonostante questo, di quantificare tutta la manifestazione di un Kalpa, tralasciando di riportare analogie e simbologie, miti e leggende che consentono di individuarlo compiutamente.

Un Kalpa avrebbe la durata cronologica di 910.000 anni durante la quale, al suo interno, si realizzano 14 Manvantara di 64.800 anni ciascuno.

In generale si ritiene, anche in base a certe tradizioni, simbologie, miti e sapienza antica, che noi contemporanei dovremmo essere alla fine del settimo Manvantara, ovvero saremmo alla metà del Kalpa.

Più nello specifico, come abbiamo visto, Evola ha interpretato il mito di Esiodo e le tradizioni Indù, per i quali noi ci troveremmo, più o meno a metà dell’età oscura, mentre secondo la scuola determinista francese saremmo alla fine di quest’ultima (kali yuga) delle quattro età del nostro Manvantara. Le due diverse valutazioni temporali però potrebbero anche coincidere se pensiamo che quelle sapienze si riferivano a situazioni di tempo e di spazio di molti anni addietro.

Andando avanti con la scuola determinista quindi, si ritiene che l’inizio di questo Kalpa (quando ovviamente iniziò il primo Manvantara) sia avvenuto, computando con il tempo cronologico, nel 453.000 A.C., in modo che, di conseguenza, dopo altri sette Manvantara si avrebbe un ciclo cosmico completo di 910.000, ovvero tra 455.000 anni.

Prendiamo ora il nostro Manvantara, quello che ci riguarda. Come detto dovrebbe avere una durata cronologica di 64.800 anni, nella quale si manifestano le sue quattro età, nella proporzione 4 + 3 + 2 + 1, per cui potremmo dire che la prima età, quella dell’oro avrebbe una durata di 25.920 anni, la seconda età, quella dell’argento 19.440 anni, la terza età quella del bronzo altri 12.960 anni ed infine la nostra, l’ultima, quella del ferro, o età oscura, 6.480 anni.

Evola considera anche, all’interno dell’età oscura la possibilità di un raddrizzamento, forse sia pure temporalmente limitato, per così dire “eroico”, che ristabilirebbe almeno i valori e i parametri esistenziali tipici della manifestazione trascendentale. Ma questo è un altro discorso che sconfina anche con aspetti politici.

Il Manvatara dunque, è composto da quattro età, tutte a loro volta caratterizzate da una “caduta” progressiva dell’uomo sempre più verso una condizione “umana” dove anche tutta la natura che lo circonda va a perdere la sua componente “magica”, come se certe “forze” spirituali si siano ritirate del tutto.

Con queste proporzioni, e premettendo che nello spazio (regioni geografiche della terra), i processi di decadenza possono avere sensibili diversità temporali e caratteriali, possiamo dire che il nostro Manvatara (il settimo del Kalpa) ebbe inizio 63.000 anni A.C. datazione che caratterizzava quindi:

l’età dell’oro o krita yuga. E’ l’età che indica la “civiltà solare” dove, nonostante una certa perdita della “natura divina” e la comparsa della dualità umana (mito di Adamo – Eva e cacciata dall’Eden), questa è armoniosa. E’ caratterizzata anche dall’inizio della grande Glaciazione. Dovrebbe avere avuto termine, dopo una durata complessiva di circa 25.920 anni, nel 37.000 A.C. Si scende quindi:

nell’ età dell’argento o treta yuga, che avrebbe avuto inizio nel 37.000 A.C. appunto, e dopo una durata complessiva di 19.440 anni, dovrebbe aver avuto termine nel 17.500 A.C.

Questa seconda età dovrebbe essere stata caratterizzata da una totale perdita dello “stato divino” per natura, per il quale si determina anche la necessità della “scoperta” di arti e mestieri per far fronte agli elementi della natura, sopperendovi con i “lavori”. Società di tipo lunare (sacerdotale) Un riferimento preistorico può genericamente riferirsi al periodo Masteriano ed Aurinacciano, mentre un riferimento biblico è forse il diluvio universale ed uno leggendario potrebbe essere il mito di Atlantide. Arriviamo ora:

all’età del bronzo o dvpara yuga, che dovrebbe essere iniziata nel 17.500 A.C. circa e dopo una durata di complessiva di 12.960 anni circa, avrebbe avuto termine nel 4.500 A.C. circa, Questa età è caratterizzata da una evidente corruzione del genere umano e dalla diffusione di arti e mestieri. Riferimento preistorico Sulutreano e Magdaleniano. Fine del periodo glaciale. Leggende dei Titani e perdita della Tradizione Unica. Riferimento biblico: torre di Babele.

Finiamo quindi con:
l’età del ferro o kali yuga (età oscura). Come precedentemente indicato inizierebbe nel 4.450 A. C. e dopo una durata complessiva di 6.480 anni andrebbe a terminare nel 2.030 D.C., praticamente tra circa 18 anni. L’età oscura è caratterizzata da tutte le manifestazioni degenerative dell’uomo e della società precedentemente descritte. Alla perdita dei valori e del rapporto spirituale con la dimensione divina, vi possiamo però anche aggiungere, una accellerazione del ciclo verso la sua parte finale ed una inversione, come allo specchio, della simbologia tradizionale.

Miti, leggende, favole? In parte, ma non del tutto, perchè molte cose stanno a indicare che le cose stanno proprio così.

Maurizio Barozzi

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