Vivisezione: gli ultimi fuochi di un paradigma morente … che esercita ancora il suo dominio monopolizzando l’informazione..
Risposta al direttore dell’Istituto Mario Negri, prof. SILVIO GARATTINI
Alcuni dati statistici
92 per cento Sono i farmaci che risultano innocui sugli animali e vengono poi scartati durante le prove cliniche sul’uomo (dato di “Pubmed”, Inghilterra)
5-25 per cento E’, secondo Ralph Heywood, ex direttore del centro di ricerca inglese Huntington Life Sciences, la coincidenza tra la reazione dell’animale e quella dell’uomo
82 per cento E’ la quota dei medici inglesi preoccupati per i danni prodotti dalla sperimentazione su animali (Studio di Tns Healthcare)
60 per cento E’ di quanto differiscono le risposte dei test fatti sui topi in laboratorio da quelle fornite dai ratti, loro stretti parenti
4° posto è la posizione delle malattie iatrogene (cioè provocate dai farmaci) nella classifica delle cause di morte dei paesi industrializzati.
Premessa:
Nel luglio del 2007 il NRC (Consiglio Nazionale delle Ricerche USA) presentò un Rapporto di aggiornamento sulla tossicologia, richiesto dall’EPA (agenzia per l’ambiente) intitolato “Tossicologia del XXI secolo: una visione e una strategia”. In esso veniva annunciata una Rivoluzione, all’epoca già iniziata: le valutazioni di tossicità (che coprono il 75% dei test su animali effettuati nel mondo) avrebbero abbandonato il “modello animale”, da tempo contestato in quanto inaffidabile e privo di predittività per la specie umana (vari articoli in merito a ciò erano già stati pubblicati su Nature, BMJ, New Scientist, Scientific American, Spere, Biologi italiani, the Scientist, ecc.) per fare ricorso al grande potenziale di una moderna ricerca, perlopiù in vitro e su cellule umane, ispirata alle straordinarie nuove conquiste della scienza (specie nella genetica e nella biologia).Tale rivoluzione, secondo il Rapporto, costituisce “un avvenimento epocale, di quelli che danno un nuovo corso alla storia della scienza, come è avvenuto con la scoperta della penicillina, quella del DNA, con la nascita del primo computer… “
Il Comitato Scientifico EQUIVITA dette massimo risalto alla notizia. Jeremy Rifkin pubblicò un articolo su l’Espresso (15.11.07) dal titolo “La grande notizia scientifica dell’anno 2007 di cui non avete mai sentito parlare” in cui egli osservava: “Da anni leghe anti-vivisezione e associazioni animaliste sostengono questa tesi e da anni esse vengono schernite da enti scientifici, associazioni mediche e lobby industriali che le accusano di essere contro il progresso e di tenere più agli animali che alle persone. Ora però è l’establishment scientifico a essere arrivato alle stesse conclusioni. Le prove di tossicità eseguite sugli animali sono da considerarsi scienza di cattiva qualità.”
Cosa è successo da allora:
Negli USA: le indicazione del CNR sono state ampiamente applicate da tutti gli organi di ricerca statale: un piano quinquennale di tossicologia cellulare è stato subito sottoscritto nel corso di un’assemblea della AAAS, Associazione Americana per l’Avanzamento della Scienza, da tutte le maggiori agenzie di controllo statali (FDA, EPA, NIEHS, ecc.), per la valutazione di numerose decine di migliaia di sostanze chimiche che minacciano la salute dei cittadini americani e di cui nessuna valutazione critica era mai stata fatta. Sul progetto, ancora in corso, si legge un interessante aggiornamento in un articolo del Scientific American del 13.10.11. (http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=robot-allows-high-speed-chemical-testing).
Nella UE: nel 2007 viene varato il regolamento REACH, anch’esso per la valutazione di tossicità delle nuove sostanze da introdurre nell’ambiente. Ma il progetto REACH, che inizia con lo studio di 30.000 sostanze già presenti, prevede l’obbligo dei test su animali (con le poche eccezioni dei rari metodi approvati dall’ECVAM) e fallisce dunque in partenza nel suo presunto intento di tutelare la salute e l’ambiente.
Nel 2010 viene votata la nuova direttiva sulla sperimentazione animale, che non solo non muove alcun passo verso i nuovi metodi, ma rende l’uso del modello animale ancora più stringente di prima.
Cosa succede oggi:
L’appello che viene dal mondo della scienza (ed è sempre più diffuso) ribadisce che il “modello animale” non ha valore scientifico (ogni specie animale può essere modello soltanto di se stessa) e che di conseguenza la sperimentazione animale rappresenta:
· un pericolo per la salute umana e per l’ambiente,
· un freno allo sviluppo dei nuovi metodi di ricerca biomedica fondati sulle straordinarie acquisizioni scientifiche del nostro tempo,
· un ostacolo alla possibilità di attingere a risposte ben più affidabili, esaurienti, veloci ed economiche, forniteci dalle nuove tecnologie pertinenti per l’uomo.
- uno spreco inaccettabile di risorse: qualsiasi cosa venga verificata studiando una cavia dovrà essere di nuovo verificata studiando l’essere umano.
Risposta al Prof. Silvio Garattini per quanto riguarda lo studio dei primati:
· Nelle analisi comportamentali le informazioni ottenute con le ricerche di etologia, fatte nell’ambiente naturale in cui vivono i primati, forniscono risposte assai migliori di quelle che si ottengono nell’ambiente artificiale del laboratorio.
· Le analisi delle cellule (neuroni) attraverso metodiche invasive forniscono risposte assai meno complete di quelle che si ottengono con metodiche del tutto non-invasive di nuova generazione. Queste ultime hanno inoltre il grande vantaggio di poter essere effettuate direttamente sull’uomo (ad esempio con il neuroimaging funzionale, la magnetoencefalografia, la risonanza magnetica funzionale, ecc.)
· La sperimentazione sulle scimmie si è rivelata fallimentare anche per la ricerca
farmacologica. Infatti, dei circa 100 vaccini elaborati per curare la malattia delle scimmie simile all’Aids, non uno solo ha potuto essere applicato all’uomo, nonostante gli effetti riscontrati sulle scimmie. L’indice di successo è stato uguale a zero: un risultato che in nessun altro campo della scienza sarebbe tollerato, specie se si considera che queste ricerche comportano investimenti di molti milioni di dollari (senza contabilizzare l’investimento in sofferenza).
Va anche ricordata l’eterna lotta ai tumori e la sconfitta nella guerra alle “malattie del secolo”. Ci limitiamo ad alcune citazioni:
· “Il tumore che insorge spontaneamente nell’uomo nulla ha a che vedere con il tumore indotto artificialmente nel topo” (”Un male curabile”, prof.Umberto Veronesi)
· “Ogni specie può essere modello soltanto di se stessa. Investire ancora in un metodo di ricerca fallace, non predittivo per noi, e definito ‘cattiva scienza’ in organi ufficiali (vedi la rivista Nature,10/11/05) significa sprecare risorse incalcolabili”. (prof.Gianni Tamino, presidente del Comitato Scientifico Equivita)
· “Ogni anno le industrie farmaceutiche sprecano migliaia di milioni di dollari usando come modelli i roditori nella ricerca oncologica” (prof.Robert Weinberg di MIT)
· “Se considerate i milioni e milioni di topi che siamo riusciti a curare e poi li confrontate con ciò che siamo riusciti, o meglio non siamo riusciti a fare nella cura delle metastasi umane, vi renderete conto che in quei modelli qualcosa è sbagliato” (“Perchè stiamo perdendo la guerra contro il cancro”, Fortune 2004).
Infine:
L’86% dei cittadini europei (in un sondaggio del 2006 della Commissione europea) così come lo stesso 86% dei cittadini italiani, (secondo un’indagine Eurispes), che hanno detto essere contrari alla sperimentazione animale, chiedono che venga rispettato l’art.13 del trattato di Lisbona, che sancisce il rispetto degli animali quali esseri senzienti.
Con le manifestazioni indette a Greenhill e a Correzzana contro l’importazione e l’allevamento degli animali da laboratorio, i cittadini italiani intendono esprimere un dissenso che va ben oltre tali attività commerciali.
I cittadini italiani ed europei sono contrari alla sperimentazione animale e useranno ogni metodo pacifico e lecito per accelerare l’abolizione, ormai da tutti attesa e frequentemente annunciata, della fuorviante e crudele pratica di sperimentazione animale, o vivisezione (1).
(1): Per quanto riguarda la parola “vivisezione”, in tutti i dizionari italiani vivisezione e sperimentazione animale vengono considerati sinonimi.
Enciclopedia americana: Vivisection: “il termine si applica d ogni tipo di sperimentazione sugli animali, che questi vengano sezionati o no”.
Webster dictionary: “ogni forma di sperimentazione animale, specialmente se provoca sofferenze al soggetto”.
Per informazioni:
Comitato Scientifico EQUIVITA
Tel. + 39. 06.3220720, + 39. 335.8444949
E-mail: equivita@equivita.it <equivita@equivita.it >
Sito internet: www.equivita.it