Carmelo Albanese: “L’amore ai tempi della Telecom..” – e – “Tancredi, il farmacista” di Silvano Agosti
Ecco un brano magistrale tratto da “L’AMORE AI TEMPI DELLA TELECOM” a proposito dei grandi Managers.
“Seguendo l’ottica dei nuovi geni dell’economia, quando Fleming scoprì la penicillina, invece di saltare sulla sedia per la felicità, l’umanità avrebbe dovuto iniziare a preoccuparsi. La penicillina avrebbe salvato moltissime vite umane. Sarebbe avanzato un popolo altrimenti condannato a morte. Il nuovo popolo, salvato dalla penicillina, avrebbe preteso di vivere e sfamarsi.
I calcoli economici sul fabbisogno del pianeta sarebbero conseguentemente andati a farsi friggere. Fleming avrebbe aperto la porta ad una recessione mondiale.
Il buon senso sparì dalla facc ia dalla terra per fortuna solo dopo l’avvento dei gringos. Lo scienziato fece in tempo ad essere considerato un eroe dell’umanità. Figuriamoci se qualcuno avesse inventato un rimedio per raddoppiare l’aspettativa di vita degli esseri umani! Per gli economisti che facevano i rating sarebbe stato un disastro. Aveva anche letto qualcosa su una rivista a questo proposito. In un laboratorio del Massachusetts, non sono sicura che fosse proprio nel Massachusetts ma tanto le scoperte le fanno tutte lì, erano già riusciti a raddoppiare la vita dei topi. Se i politici invece di mangiarsi tutti i soldi dei contribuenti inventando amenità di questo tipo, avessero favorito la ricerca. Insomma, se ci fosse stata una vera società, chissà a quale punto si sarebbe potuti arrivare. QUESTO BEL LIBRO LO SI PUO’ ANCHE NOLEGGIARE AL PREZZO DI DUE EURO PRESSO IL CINEMA AZZURRO SCIPIONI DI ROMA PRENOTANDOLO PER TELEFONO ALLO 06 39737161
L’AMORE AI TEMPI DELLA TELECOM di CARMELO ALBANESE
RAGGIUNGIBILE su info ca.albanese@tiscali.it
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Diario parte seconda
TANCREDI IL FARMACISTA
Tancredi, giovane, robusto cin un fisico da lottatore, avanza verso il cliente quasi fosse un avversario invisibile, che se ci fosse non oserebbe comunque colpirlo o sfidarlo con quel suo sguardo mite.
Camice bianco. Farmacista, accorda e dirige il piccolo gruppo di collaboratori e suggerisce personalmente l’entità dello sconto da offrire a questa o quella cliente.
Le rare volte che mi è capitato di entrare in farmacia ho notato che non poche donne, in attesa del loro turno, osservano attentamente Tancredi scendendo con lo sguardo sulla sua mano sinistra priva dell’anello nuziale.
Un buon partito, il ragazzo, erede di una ben avviata Farmacia.
Lui stesso ogni tanto si confida con m e sul sogno che lo insegue da quando ha accettato di sostituire il padre dietro il banco della farmacia.
“Spesso, ogni due o tre notti sogno che sono solo in farmacia, verso l’ora di chiusura e entra una ragazza bella come piace a me, anzi una donna, che mi comunica di avere un terribile mal di testa e io le trovo un farmaco senza nome e lei prima o poi torna a dirmi con riconoscenza che è incredibile ma vero, che da quando le ho dato il farmaco il mal di testa se n’è andato e che le sembra impossibile. E tutto questo sempre all’ora di chiusura.
E allora io le dico che magari se il mal di testa insiste a non tornare potremmo vederci una sera e cenare insieme e conoscerci meglio.
“Ma io sono sempre libera, anche adesso. Ti aspetto fuori.
Allora io a tutta velocità chiudo la cassa, spengo le luci esco e la via è deserta. Nessuno.
Ecco, questo sogno mi insegue e mi tormenta da quando lavoro qui in farmacia ma il sogno è la sola cosa che mi fa sopportare di stare ogni giorno dieci ore dietro il banco.”
Prima di lui il padre regnava sulla farmacia e ora, forse dando retta alle molte volte in cui gli ho proposto di vivere in libertà almeno parte della sua vita, ha lasciato il posto al figlio e appare solo raramente nel quartiere.
“Caro Tancredi, sai cosa mi diceva tuo padre? “Fosse per me nella farmacia terrei solo l’aspirina.La gente quasi sempre chiede alle medicine o alle sigarette quello che non ha il coraggio di chiedere al vicino di casa, un po’ di compagnia in una società concepita per produrre solo disagio ” Non ho mai osato chiedere spiegazioni su questa affermazione così estrema ma immagino volesse esprimere il suo viscerale rifiuto verso le infinite varianti di farmaci pronti all’uso per qualsiasi malessere.”
“Mio padre certo esagera ma qualcosa di vero nell’abuso di farmaci c’è.
Lo sai cosa mi ha detto un extracomunitario del Senegal? “Voi qui siete una società malata, avete una farmacia ogni duecento metri.”
Ieri sono entrato in farmacia e, da dietro la barriera degli schampoo e delle creme ho notato Tancredi che parlava con una ragazza molto graziosa.
“Dottore. Ho un forte dolore al capo, vorrei un calmante.”
“Ma non sempre il calmante fa effetto, a volte basta sfiorare la fronte con
delicatezza e il mal di capo se ne va.”
Sono uscito in punta di piedi dalla farmacia, riuscendo rimanere inosservato. Tancredi era là, beato, che sorrideva al suo sogno e sfiorava la fronte della ragazza con infini ta tenerezza. Sono rimasto sulla panchina augurandogli che nessuno entrasse in farmacia.
Come farà ora a sopportare di lavorare dieci ore al giorno dietro il banco?
(Fonte: Il diario di Silvano Agost)i