HIV. Al capolinea un’allucinazione di massa pilotata…
Scrive Giuseppe Turrisi: “Segnalo un articolo del Dr. Neo sulla situazione del virus HIV mai isolato in maniera scientifica e universalmente accettata. Nessuncollegamento tra HIV e AIDS, alterazione di tutte le statistiche. Morte più per il farmaco che per HIV. Fa parte sempre della manipolazione mentale della televisione che impone paure e timori infodati pensiamo di essere razionali in effetti molte nostre scelte sono solo di carattere emozionale non lo abbiamo capito loro si ecco perchè siamo schiavi..”
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Isolare retrovirus e trovare loro un leitmotiv patologico era di moda negli
anni 70/80. Si pensava che nessun tessuto esprimesse trascrizione inversa,
cioè dal RNA al DNA, e quando veniva rilevata dal test questa attività
dovesse essere attribuita non all’organismo ma ad un suo ospite, insomma una
sorta di contaminazione virale (”virus con trascrizione inversa” –>
“retrovirus”).
Ma questo si dimostrò un errore, poiché fu verificato già verso la metà
degli anni ‘80 che la trascrizione inversa è un’attività di tutta la materia
vivente (Franchi 1997). La conferma definitiva arrivò nel 2001 con i
risultati del Progetto per la mappatura del Genoma Umano. Se sono i tessuti
stessi a prodursi naturalmente la loro attività di trascrizione inversa, il
concetto stesso di “retrovirus” viene a decadere.
Tutti i 200 test per identificare retrovirus si riferiscono in realtà a
capacità di trascrizione inversa di tessuti umani. Qualcuno ne avrà di un
tipo, qualcun altro ne avrà di un altro tipo.
A parte l’HIV, non fu mai possibile correlare patologie ad altri retrovirus.
E con l’HIV? Dobbiamo fare un passo indietro che mostrare che nemmeno con
l’HIV si ritrova un leitmotiv patologico. Era il farmaco AZT che uccideva.
Vi ricordate Magic Johnson e Freddy Mercury diagnosticati HIV positivi nel
1987 e 1988 rispettivamente? Magic Johnson si rifiutò di prendere una cosa
così tossica come l’AZT ed infatti è ancora con noi. Le persone con HIV che
accettavano le cure, l’AZT, finivano per sviluppare la sindrome da AZT,
ovvero l’AIDS.
Negli anni ‘70 lo sforzo di innumerevoli gruppi di ricerca era quello di
correlare quell’attività cellulare anomale di cui non si sapeva niente (di
trascrizione inversa) al cancro. Quando Nixon dichiarò la guerra al cancro
nel 1971, si riferiva proprio al fatto che ingenti finanziamenti erano stati
pianificati per mettere in correlazione i diversi tipi di trascrizione
inversa con i vari tipi di cancro!
Le cose funzionavano così: ogni volta che l’attività transcriptasica inversa
veniva rivelata si riteneva che i retrovirus fossero presenti. Ma questo non
è più vero in vista della Mappatura del Genoma umano del 2001. E infatti ci
furono solo fallimenti in quel tipo di ricerca sul cancro. Dopo dieci anni
di fallimenti, si cambiò rotta.
In quel momento storico, con somme ingenti che non avevano ancora dato alcun
risultato, era quasi obbligata una conversione di tutte quelle strutture e
dipartimenti e investimenti all’immensa balla della ricerca sull’AIDS!
Fu chiaro in quel momento storico a tutti i partecipanti che formulare una
qualsiasi ipotesi di un ruolo dei retrovirus in una patologia umana sarebbe
stato appoggiato dal sistema con tutte le sue forze politiche ed economiche
disponibili!
Servivano categorie in cui si potessero trovare facilmente persone che erano
molto malate per attribuire su loro l’epidemia dell’ipotetico retrovirus
assassino.
Gallo dimostrò che almeno si poteva attribuire ad un test di frammenti di
HIV la malattie dei drogati.
28 anni dopo si parla sempre di meno di HIV, Gallo non ricevette il premio
Nobel perché i test da lui brevettati avevano delle evidenti forzature. In
Africa serve l’isolamento di una sola banda per decretare la posititivà, in
Australia quattro, in Europa tre! Un tessuto pieno di retrovirus è la
placenta. Gallo riuscì ad isolare l’attività retrovirale solo quando tessuti
placentari erano aggiunti al protocollo per evidenziare materiale
retrovirale, quindi infetto, nei campioni di sangue delle persone.
Gli ultimi sviluppi dimostrano ormai inequivocabilmente che il passaggio da
RNA a DNA non è affatto un’ABERRAZIONE, piuttosto è ciò che potrebbe
spiegare la complessità umana. Il DNA sarebbe allora come una sorta di
libreria dove il RNA va a prendere le informazioni che gli servono per
governare la cellula.
L’intero gruppo cui l’HIV apparterrebbe, i retrovirus, non ha niente di
patologico e non è un gruppo di virus. Era ritenuto tale fino all’inizio
degli anni ottanta. La questione è stata ben sintetizzata nel 1998 dal
virologo Stephen Lanka: “…studiando la biologia evolutiva trovai che ognuno dei nostri genomi, e
quelli delle maggiori piante e animali, è il prodotto della cosiddetta
trascrizione inversa: RNA che si trascrive nel DNA. L’intero gruppo di virus
cui l’HIV apparterrebbe, i retrovirus nei fatti non esiste per nulla”.
Il tracollo dello stato di salute allora è dovuto alla tossicità dei farmaci
anti-retrovirali.
Ma a cosa è dovuta la malattia? C’è una causa organica, per esempio il
crollo di un sistema enzimatico? Nel 1995 O’Brien, del National Cancer
Institute, stimava nella popolazione generale un’incidenza dello 0.6% di una
grave riduzione dei CD4 in individui non-HIV. Secondo questi dati, gli Stati
Uniti, con una popolazione complessiva di 250 milioni, hanno due milioni di
individui (lo 0.6%) con immunodeficienza ma HIV negativi, mentre un altro
milione di statunitensi (lo 0.3%) sono HIV positivi.
Se si vanno ad esaminare possibili difetti molecolari alla base di questa
sindrome di immunodeficienza acquisita NON- HIV, si trovano dei deficit
enzimatici. Il deficit enzimatico di Adenosin- Deaminasi è tra il più
diffuso fattore eziologico della Idiopathic CD4 Lymphocitopenia, anche se la
scarsa diffusione delle competenze e tecniche diagnostiche spesso ne
previene l’identificazione (altri deficit enzimatici che notoriamente
determinano una condizione di bassi CD4 sono a carico degli enzimi PNP,
Purine nucleoside Phosphorylase, e ATPasi, adenosine tri-phosphate). Per
quanto queste informazioni siano un poco troppo tecniche, sono necessarie
per chiudere il cerchio.
Vediamo un esempio: “Donna di 39 anni, madre di una bimba 13enne. Era stata
ricoverata 8 volte nell’ultimo anno per polmonite. Durante l’infanzia aveva
sofferto di otiti, infezioni polmonari ricorrenti, epatite, foruncolosi,
diarrea, frequenti convulsioni febbrili. Il peggioramento sostanziale iniziò
dopo i 28 anni, con linfopenia, epatite e infezione cronica polmonare (la
Tac rivelava bronchiectasia), IgE totali a 1789 IU/ml, CD4 a 190/ul. La
negatività del test HIV permise di indirizzare le indagini verso altre
piste, in particolare in questo caso fu identificato il deficit enzimatico
di Adenosin- Deaminasi, che è una nota causa di ridotti CD4″ [Ozsahin 1997].
L’argomento quindi è scottante: scienza ostaggio, persone come moscerini,
come ti invento il mostro HIV. Un’allucinazione di massa pilotata. È un
dovere non ignorare che ci sono sfortunate persone che vengono trattate come
moscerini. La situazione è ben fotografata dal documentario: “La scienza del
panico”, realizzato nel 2011, durata 80 minuti.
http://www.lacienciadelpanico.tk/ ( http://vimeo.com/36086158 )
http://www.youtube.com/watch?v=0fu-qy4X-WI
Un documentario di Isabel Otaduy Sömme e Patrizia Monzani (con Arantxa
Martinez)
Un trailer di 8 minuti lo si trova qui: www.youtube.com/watch?v=oF0-MwgxHQQ
DOTT, NEO,
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Redazione a cura di Lorenzo Acerra