Pareggiare il deficit sanitario riducendo le tasse ai bio-vegetariani ed aumentandole a chi si nutre malamente

E’ di questi giorni la notizia della volontà da parte della Commissione europea di tassare il cibo spazzatura (junk-food) considerato responsabile di molte patologie che gravano sui bilanci nazionali; cibo che è accusato di causare obesità o sovrappeso a 22 milioni di bambini europei. Nel mirino bevande dolci e gasate, cibi con eccesso di grassi saturi e sale. La colpa va attribuita al comune cattivo stile di vita e alle abitudini alimentari familiari carenti delle necessarie regole in fatto di corretta alimentazione. Il piano Sanitario Nazionale del Ministero della Salute 2003-2005 ribadisce che “I costi diretti dell’obesità in Italia ammontano a 23 miliardi di euro l’anno, la maggior parte dovuti a ricoveri. L’obesità e il sovrappeso sono i reali responsabili di una serie di gravi patologie cardiovascolari, metaboliche, osteoarticolari, tumorali e respiratorie che apportano una ridotta aspettativa di vita ed un notevole aggravio per il Sistema Sanitario Nazionale”. Secondo l’Oms 9 decessi su 10 sono dovuti al cattivo stile di vita. Ogni anno in Italia si spendono 20 miliardi di euro (3 miliardi solo per farmaci anticancro) per curare gli effetti prodotti dal cattivo stile di vita e da un’errata alimentazione responsabile di patologie come cancro, diabete, ipertensione, infarto, ictus ecc. mentre le statistiche ci informano che lo stile di vita vegetariano e soprattutto vegano consente di scongiurare molte patologie e allungare la vita anche di 15 anni. L’American Medical Association afferma: “Uno stile di vita totalmente vegetariano può prevenire il 90% di ictus cerebrale e il 97% di infarti” (la sola spesa cardiologica in USA ammonta a 250 miliardi di dollari l’anno). Vale la pena ricordare che il rischio di cancro alla prostata, mammella e colon è 4 volte maggiore in chi consuma carne, uova e latticini tutti i giorni. Inoltre. 7 persone su 10 muoiono a causa di un consumo eccessivo di grassi saturi e colesterolo: i prodotti di origine animale sono i più ricchi di grassi saturi e l’unica fonte di colesterolo. Considerato che un corretto stile di vita (cioè quello seguito dai vegani) può ridurre considerevolmente le peggiori patologie cui è afflitto il genere umano occidentale e che gran parte delle risorse umane ed economiche vengono dissipate per curare queste patologie; considerato che cibi spazzatura, come anche la carne e i derivati animali, sono i prodotti maggiormente incriminati, coloro che ne fanno uso sarebbe giusto far pagare in toto le spese mediche derivanti da patologie correlate al consumo di tali prodotti. Inoltre. Considerato che per produrre 1 kg di carne di manzo sono necessari dai 50 mila ai 100 mila litri di acqua potabile, 9 litri di petrolio, 15 kg di cereali, 12 mq di foresta e che a questi bisogna aggiungere non solo l’iperbolica cifra delle spese sanitarie per curare le malattie ma quelle dell’inquinamento dell’aria, della terra, del mare, delle falde acquifere, il buco nell’ozono, le piogge acide, la desertificazione ecc. E considerato che a questi bisogna aggiungere la sofferenza e la morte per fame delle popolazioni in via di sviluppo dovute alla sottrazione delle terre dei contadini e destinate a pascolo o a coltivazioni di monocolture per gli animali d’allevamento. E considerato che a questi bisogna aggiungere l’estinzione, irrevocabile dalla faccia della terra per tutti i millenni che verranno, di un’infinità di specie di vegetali e animali: basti pensare che per produrre un solo hamburger si perdono una ventina di specie vegetali, una dozzina di specie di uccelli, di mammiferi e rettili. E considerato infine che un terzo di tutte le risorse energetiche dell’Occidente sono assorbite dall’industria della carne, che un vegetariano risparmia 4000 mq di foresta all’anno, considerato tutto questo sarebbe giusto che ai vegetariani fossero ridotte le tasse mediche generate da coloro che vogliono vivere incuranti della propria salute e che per il puro piacere del palato non esitano a consumare prodotti riconosciuti come nocivi per la salute le cui tasse mediche poi ricadono su tutti, compresi i vegetariani. Certo rendere attuabile questa ipotesi non è facile dal momento che ognuno potrebbe improvvisarsi vegetariano per avere una riduzione sulle tasse. Ma resta comunque una realtà che penalizza i vegetariani e tutti coloro che seguono corretti stili di vita a vantaggio di quanti incuranti dei danni del cibo spazzatura preferiscono i piaceri della gola alla buona salute.

Franco Libero Manco

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