Vivere in un parco naturalistico? Fortunati coloro ci abitano, si risparmiano ansia, depressione ed aggressività….
Ante scriptum
La fortuna e salubrità di vivere in un Parco è stata dimostrata da diverse ricerche scientifiche, al contrario la non frequentazione di spazi verdi è legata a deficit di attenzione, alti tassi d’ansia, depressione, aggressività e debolezza immunitaria. Da nuove e diverse ricerche scientifiche conferma della salubrità delle aree naturali.
La frequentazione dei parchi naturali e delle aree verdi ha importanti e positive ricadute sulla salute delle persone. Attenzione: non si sta parlando del generico benessere, pur importante, che una saltuaria visita ad un parco, con la sua dose di piacevolezza e di relax, può indurre in ciascuno di noi. Si sta parlando della vera e propria salute, tanto fisica che mentale, assicurata in modo mediamente maggiore dalla vita in ambienti naturali o dall’utilizzazione continuativa di tali ambienti per le proprie attività, soprattutto sportive e ricreative.
Uno studio coordinato da Fabrizio Bianchi, responsabile dell’Unità di ricerca “Epidemiologia ambientale e registri di patologia” dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr (e, sia detto di passaggio, fino a pochi anni fa vicepresidente del Parco Migliarino San Rossore) ne ha fornito da poco una conferma indiretta, individuando le moltissime malattie correlabili all’ambiente.
Si tratta di malattie anche molto gravi, cronico degenerative, dell’apparato respiratorio, cardiovascolari, neurodegenerative, comportamentali e del sistema immunitario, collegabili alla prossimità con fonti inquinanti e con aree in cui vengono immesse in atmosfera o comunque rilasciate sostanze spesso sconosciute (ogni anno tra le diecimila e le ventimila nuove sostanze chimiche di sintesi, di cui la ricerca scientifica riesce a testare solo una minima parte).
Ora c’è uno studio particolare, realizzato dai ricercatori dell’University of Illinois, guidati da Frances Ming Kuo, che conferma il dato in modo diretto. Gli studiosi hanno incrociato i dati di molte indagini realizzate negli anni e in cui si cercava di capire se, effettivamente, la vita all’aria aperta e a contatto con la natura procurasse davvero benefici a corpo e mente.
La conclusione è che l’accesso agli ambienti naturali migliora le funzioni cognitive, l’auto-disciplina e aiuta a controllare gli impulsi, contribuendo a una migliore salute mentale mentre, al contrario, la non frequentazione di spazi verdi è legata a deficit di attenzione, a iperattività e a più alti tassi d’ansia e di depressione.
Ambienti verdi favoriscono il recupero fisico e psicologico post-operatorio, aiutano a mantenere elevati livelli di attività sportiva e migliorano il funzionamento del sistema immunitario, mentre gli ambienti poveri di natura sono associati a maggiori tassi di obesità infantile, a percentuali più alte di malattie cardiovascolari e a più alta incidenza di mortalità.
E, come se non bastasse, in ambienti poco verdi si riscontrano tassi più elevati di aggressività e violenza.
Chi invece vive a contatto con la natura è più generoso e socievole; percepisce maggiormente i legami di vicinato, sente un più forte senso di comunità e di fiducia reciproca ed è più disponibile ad aiutare gli altri.
Fonte: Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano http://www.parcoappennino.it/index.php