Lega Antipredazione – Strasburgo sollecita il testamento biologico e ribadisce il veto all’eutanasia
RESOLUTION 1859 (2012) “Difesa dei diritti umani e della dignità tenendo in considerazione le volontà precedentemente espresse dai pazienti”.
A Strasburgo “c’è un generale consenso sull’art. 8 della Convenzione Europea dei diritti umani, sul diritto alla privacy che stabilisce che nessun intervento può essere praticato su una persona senza il suo consenso. Da questo diritto umano sgorgano i principi di autonomia personale e i principi del consenso”.
L’obiettivo della Risoluzione è proprio la promozione del “Testamento biologico”, “living will”, “Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT)”, ma nel contempo Strasburgo ribadisce il veto all’eutanasia e al suicidio assistito. “Eutanasia nel senso di uccisione volontaria, per azione od omissione, di un essere umano in condizioni di dipendenza, per un suo presunto beneficio”.
Tale Risoluzione votata dalla Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa il 25 gennaio 2012, con 34 voti favorevoli e 16 contrari, non è vincolante per gli Stati, ma vengono sollecitati i 47 governi degli Stati membri ad emanare leggi per coprire situazioni in cui il paziente non è più in grado di esprimere la sua volontà in relazione ad interventi medici, stabilendo che le dichiarazioni anticipate di trattamento “siano prese in considerazione”.
Al fine di evitare abusi che si sono sviluppati nei pochi Paesi dove è permessa l’eutanasia, l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha stilato una lista di principi ai quali i governi dovrebbero attenersi.
Va ricordato che nella Convenzione Europea per i diritti umani (Oviedo Convention N° 164) “un paziente adulto autonomo, non può essere manipolato nelle scelte e la sua volontà, quando espressa chiaramente, deve prevalere anche quando significa rifiuto di un trattamento: nessuno può essere obbligato a sottoporsi ad un trattamento medico contro la propria volontà”.
Tale Risoluzione e relativa Raccomandazione vanno automaticamente ad invalidare l’autoritaria dichiarazione di “morte cerebrale” a cuore battente, sentenziata sulla base di protocolli di Stato dannosi, invasivi e non autorizzati. Ne consegue che la Proposta di Legge sulle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT) all’esame del parlamento italiano, dovrà includere il diritto fondamentale di non subire test e trattamenti dannosi esclusivamente finalizzati alla valutazione degli organi e alla dichiarazione protocollare di “morte cerebrale” (test dell’apnea, angiografie cerebrali, prelievi per ricerca dei caratteri immuno-genetici…); stessa stigmatizzazione per gli interventi dannosi praticati illegalmente nell’immediatezza (1- 4 minuti) dell’arresto cardiaco a cervello vivo (massicce dosi di anticoagulanti, incannulamenti femorali, circolazione extracorporea…) tutti atti non autorizzati, preparatori all’espianto di reni e fegato per trapianto. Sviluppo recente del procacciamento d’organi.
In base al principio che nessun intervento può essere praticato su una persona senza il suo consenso, risultano illeciti, illegali e criminali tutti i trattamenti praticati nell’immediatezza del ricovero non per curare il paziente ma per espiantarlo, senza conoscere la sua volontà e all’insaputa dei parenti. Denunciamo che le indagini invasive pre-espianto cominciano sempre prima del fasullo “accertamento di morte”.
La documentazione del Consiglio d’Europa è reperibile sul sito www.antipredazione.org sezione “Testamento biologico”.
Consiglio Direttivo
Presidente
Nerina Negrello