Sul Drago di Acqua, dal 23 gennaio 2012 al 9 febbraio 2013 – Un piccolo collage con alcune considerazioni e alcune domande… di Caterina Regazzi
Caro Paolo,
domani, 23 gennaio 2012, inizia l’anno del Drago d’Acqua ed allora tu l’hai voluto ricordare a tutti noi ed hai scritto alcune cose che mi hanno colpito: “…. L’elemento collegato all’archetipo di questo anno è l’Acqua, preposta alla comunicazione ed al senso del gusto …. Da essa nasce e si conserva la vita…… Grazie alle sue proprietà di contenere “disciolte” in sé le informazioni e di essere assorbita, entrando così intimamente a far parte delle diverse sostanze, l’acqua è l’elemento di “comunicazione” delle informazioni medesime: …. Ecco da dove nasce la sacralità dell’acqua: può riportare in Terra la Luce, l’equilibrio ecologico, così come può trasmettere al Cielo tutto quello che noi facciamo in Terra. Considerando che questo elemento caratterizza il Drago di quest’anno possiamo ben sperare che l’auspicabile cambiamento che tutti ci attendiamo possa infine manifestarsi.”
Poi ti ho chiesto quale fosse il riflesso che questo anno del Drago poteva avere su di me, che ho la Terra, pensando a voce alta: “ma quest’acqua non rischia di farmi impantanare?”
Tu mi hai risposto, molto saggiamente: “la Terra ha la possibilità di essere fecondata e di consentire alla vita di germogliare, assorbire l’acqua, convogliarla dove serve, lasciarsi riempire negli incavi… queste sono le azioni consone della Terra. La vita (Legno) nasce ove la Terra sa accogliere l’Acqua nel suo grembo. Anche la conservazione dell’Acqua nei recessi è una azione consona alla Terra.. ma non con avarizia bensì con la capacità di “rifocillare” al momento del bisogno, come fa un pozzo per l’assetato. A questo proposito consiglio la lettura dell’Esagramma corrispondente N° 48 Il Pozzo…. Nell’immagine dice: Sopra il legno vi è l’acqua. L’immagine del Pozzo. Così il nobile anima il popolo durante il lavoro e lo esorta all’aiuto reciproco”.
Quindi sono andata a leggermi su I Ching l’Esagramma 48 Il Pozzo e di questo e delle spiegazioni del libro mi hanno colpito queste frasi: “…il pozzo é un’immagine dell’organizzazione sociale dell’umanità riguardante le più primitive necessità della vita, che sono indipendenti da qualsiasi formazione politica. Le formazioni politiche, le nazioni mutano, ma la vita dell’uomo con le sue richieste, rimane la stessa… questa vita però é anche inesauribile. Le stirpi vanno e vengono ed esse tutte fruiscono della vita nella sua inesauribile copia… Per quanto diversi siano i talenti e la cultura degli uomini, la natura umana nei suoi fondamenti é la medesima in ognuno ed ognuno può, coltivandosi, attingere all’inesauribile fonte della natura divina dell’essenza umana”.
Che meravigliose parole!
Mi hanno fatto ripensare a quali sono i bisogni primari dell’essere umano, e di tutti gli esseri viventi, in fondo: nutrirsi, avere un riparo, riprodursi, mettersi in relazione, comunicando, ognuno secondo la propria natura. A proposito della cultura (e quindi anche della comunicazione, cioé di quello che si desidera trasmettere) sempre questo capitolo del Libro dei Mutamenti dice anche un’altra cosa importantissima, secondo me: bisogna fare attenzione al pericolo che, curando la propria cultura, non si penetri fino alle radici dell’umanità, rimanendo impigliati nelle convenzioni.
Allora, cerco di vedere le cose che mi scorrono davanti ai sensi: vista, udito, gusto, olfatto, tatto, usando la sensibilità mia propria come fosse un sesto senso, ripensando alle cose che ho vissuto in questi ultimi giorni, compresa la mattinata al mercatino dei polli: che stiamo facendo noi esseri umani, siamo o non siamo in sintonia con tutte queste belle frasi?
Siamo consapevoli di quale sia questa natura profonda, divina, dell’essere? E di quali sono le necessità dell’uomo? Non abbiamo perso di vista, forse, che la vita vissuta in maniera essenziale, badando semplicemente a quei bisogni “primordiali”, sarebbe più gioiosa, priva delle angoscie dell’uomo di oggi? Non diamo troppo bado forse ad usi e convenzioni quale quello che dobbiamo sempre avere di più, ma anche essere di più, e fare di più? Non cerchiamo tutti di avere qualcosa da dire, da spiegare, da insegnare agli altri, credendo che la nostra propria scelta di vita sia quella giusta, quella più condivisibile, più corretta, più etica? Non sarebbe meglio lasciar fluire la manifestazione spontanea del nostro essere in quel che può e vuole esprimersi e godere semplicemente, reciprocamente con il resto del mondo, della Vita?
Certo l’uomo ha qualcosa di diverso dagli animali, ha una consapevolezza di sé che a volte ci é anche un po’ di peso, che ci fa vivere di meno il presente e di più il passato, di cui rimpiangiamo i lati positivi ed escudiamo quelli negativi (pur considerando che tutto é relativo) ed il futuro, in cui riponiamo speranze, desideri e proiezioni a volte utopiche.
Questa consapevolezza però ci é anche di aiuto, ci può fare compagnia, ci può far vivere pienamente la vita in comunione con gli altri esseri, ffacendoci cogliere sfumature su cui altrimenti sorvoleremmo e di cui non ci renderemmo mai conto, continuando a rincorrere un “risveglio” avendo preso un sonnifero!!!
Mi auguro che quest’Anno del Drago mi trovi abbastanza presente!
Caterina Regazzi
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Previsioni di Paolo D’Arpini per l’anno del Drago di Acqua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2012/01/23-gennaio-2012-il-fatidico-anno-del.html