Treia e Sant’Antonio Abate – 17 gennaio 2012 – Passeggiata alla ricerca degli animali perduti….
Lieh-tze: “L’aspetto umano non implica intelligenza umana e viceversa l’intelligenza umana non implica che si debba necessariamente avere un corpo umano”.
Un giorno come un altro…
Ancora si odono, per fortuna, sotto le rupi, i qua qua delle papere, il chicchirichì di un gallo ed i mugolii di un porco.. qualche fattoria resiste all’assedio… Qualche animale ancora convive con l’uomo in modo abbastanza naturale, non stabulato in gabbie e box, non costretto alla catena od alle sbarre. Questa la mia esperienza durante le precedenti passeggiate compiute in onore di Sant’Antonio abate in quel di Treia (Macerata). Ed anche quest’anno compirò il rito andando in perlustrazione sulle scarpate e lasciando qui e lì qualche granaglia e qualche tozzo di pan secco per gli animali selvatici… Essi ne avranno sicuramente più bisogno di quelli di fattoria…
L’escursione comincia al calar del sole, un’ora buona in cui diversi animali ed uccelli escono allo scoperto. Se qualcuno volesse accompagnarmi potrà telefonarmi allo 0733/216293. Partenza alle h. 18 dalla sede del Circolo Vegetariano VV.TT. Via Sacchette 15/a Treia.
La passeggita termina con una visita alla statua del santo esposta nella Cattedrale di Treia.
Breve storia della tradizione di Sant’Antonio Abate.
Il santo Abate Antonio è stato preso come esempio cristiano di protezione degli animali. La festa ricorre il 17 gennaio di ogni anno e segna l’inizio del Carnevale. Spesso nei santini si vede il monaco che ha un maiale al fianco che non è però un suo amico per la vita ma solo un simbolo per ricordare la cura da lui scoperta per il “fuoco di Sant’Antonio” una malattia della cute che veniva appunta guarita usando un intruglio di grasso di maiale. Oggigiorno si è sparsa la moda in vari centri di far benedire gli animali sul sagrato della chiesa, proprio il giorno di Sant’Antonio. Massimamente si tratta però di cani, mentre pecore e maiali compaiono allo spiedo sopra i focheroni accesi la notte nelle piazze, ove la gente si raduna a gozzovigliare. Qui a Treia per fortuna non sussiste quest’usanza.
Paolo D’Arpini