Benito Castorina ed il piano strategico bioregionale, per la bonifica dell’ambiente e per il recupero della biodiversità..
Care, cari,
ecco qui un bell’intervento di Benito Castorina, socio del Circolo vegetariano VV.TT e responsabile per l’agricoltura naturale della Rete Bioregionale Italiana. Egli ci ospiterà, nel suo podere del vetiver di Aprilia, all’Incontro Collettivo Ecologista del solstizio estivo 2012.
Questo sarà un appuntamento estremamente importante per riportare in luce quegli aspetti dell’ecologia profonda, del bioregionalismo del riabitare la terra in modo gentile e solidale, che in questo momento storico sono di assoluta necessità per riportare ordine nella civiltà umana, in condizione di degrado profondo…
Ma intanto leggete il piano strategico elaborato da Benito (P.D’A):
Caro Paolo D’Arpini,
sul Giornaletto di Saul mi fa piacere di trovare persone meravigliose che infondono serenità e simpatia, ma incontro anche coloro che non si rendono conto che tirando il fango sugli altri perlomeno si infangano la mano, altri che amano farsi del male come chi si lamenta dei cattivi italiani che nel 2008 hanno boicottato il “20 20 20”, cosa che non è. Così non sentendomi un cattivo italiano ed essendo uno che apprezza persone come te che da perfetto cronista riporti quanto giunge sul tuo desk citando le fonti, consiglio al simpatico anonimo di eco-news di fare altrettanto per evitare che quanto scrive sia inteso come una sua idea, qualcosa di cui si fa responsabile, che in assenza di riferimenti si basa sul nulla.
Tanto scrivo non per spirito polemico ma per l’amore ed il rispetto che ho per il mio Paese, che già martoriato da situazioni esterne ed interne non abbisogna di critiche che non merita, in quanto in quell’anno (2008), se ricordo bene, il nostro Governo nella persona del Ministro Frattini e forse anche di Scajola, chiedeva di alleggerire quelle richieste per quelle strutture che avrebbero comportato la chiusura di settori industriali strategici o il licenziamento di lavoratori in assenza di una graduale applicazione degli accordi programmati.
Io sono abituato quando non sono d’accordo con una Legge a rispettarla, ma allo stesso tempo mi attivo per modificarla e ce la metto tutta!.
Ringrazio comunque l’anonimo (forse solo per me) perché mi ha spinto a fare due salti sulla rete, così comincio col leggere il file greehouse-gas[1].pdf , che ti allego, caro Paolo, dal titolo: Greenhouse gas reductions in Germany and the UK – Coincidence or policy induced?
Poi mi collego tramite il link: http://unfccc.int/meetings/bangkok_mar_2008/meeting/6318.php che come altri della serie, consente di portarsi sul sito delle Nazioni Unite, poi con le frecce avanti e indietro di accedere ai reports di tutte le conferenze sui cambiamenti climatici tenute negli anni.
Scorro in su e in giù, ripasso anno dopo anno le principali notizie e decisioni, poi torno a leggere il file greehouse-gas[1].pdf dal titolo: Greenhouse gas reductions in Germany and the UK – Coincidence or policy induced?
A questo punto vado sul sito WWW.Pv-magazine.com e trovo un’articolo del 9 agosto 2011, di John Stevens, Presidente della Luvata Appleton LLC, (http://www.pv-magazine.com/opinion-analysis/blogdetails/beitrag/why-wont-the-us-live-up-to-its-pv-potential_100003843/), il quale scrive, che l’industria del fotovoltaico negli anni 90 era dominata dai giapponesi e che poi si era spostata in Europa, in particolare in Germania, ed ammira quanto abbiano saputo giocare bene i mercati in Europa col discorso degli incentivi e il fotovoltaico sui tetti e gli piacerebbe se gli americani che poi sono quelli che hanno ceduto i brevetti sfornati dal MIT alle grosse industrie americale quali la First Solar, Inc. (FSLR), la Opel Solar, Inc. (Opel), ecc.e in Europa inizialmente ai tedeschi, seguissero la stessa strada…. A questo punto mi sovviene che il Governo Tedesco con l’emanazione della legge sulla energia rinnovabile, [( Erneuerbare-Energien-Gesets, (EEG)], entrata in vigore nel 2000 determinò per i tedeschi un risveglio delle forze, la scintilla iniziale di quel colossale sviluppo dell’industria per l’energia rinnovabile, che portò in seguito gli italiani a diventare i venditori dei prodotti tedeschi, sull’eco monotona di queste parole… mi addormento.
Mi addormento e sogno di essere a colloquio con Stevens il quale è convinto e nutre la speranza che gli americani capiscano che adottando sistemi come gli incentivi a favore di chi installa i pannelli fotovoltaici sui tetti e/o altri mezzi di persuasione, potrebbe verificarsi un’esplosione dell’industria del fotovoltaico e un recupero di immagine degli USA, colpevole di alimentare col carbone il 50% delle centrali elettriche, si potrebbe replicare il lancio incredibile verificatosi in Germania.
A questo punto gli dico che non capisco e lui si mette a ridere e si meraviglia perché non ho ancora capito che gli inglesi d’accordo con gli americani ed i tedeschi avevano fatto un piano strategico per risollevare le loro economie in crisi. Il piano consiste nello sfruttare il “perbenismo” di paesi come il Portogallo, l’Irlanda, la Grecia e la Spagna e la smania di protagonismo dell’Italia, come strumenti di persuasione per condurre una campagna di risanamento ambientale che partendo dall’Europa grazie all’effetto domino contamini tutto il mondo per la realizzazione degli obiettivi del protocollo di Kyoto: nasce così il piano industriale che poi diventerà l’obiettivo europeo espresso con la terna numerica 20 20 20.
La fretta e la globalizzazione sono i catalizzatori dell’operazione, l’una perché, guarda caso sul mercato ci sono pronti i pannelli solari, che non richiedono fatica e producono vantaggi economici a chi li commercia ma molto di più a chi li produce (la potente industria fotovoltaica tedesca formata da giganti come Ferrostaal, Stadtwerke Trier (SWT), Jung & Willenbacher (JUWI) , Siemens, ecc. l’altra spinge le piccole e medie imprese dei Paesi, che poi verranno unificati sotto l’acronimo PIGS, ad internazionalizzarsi e quindi indebitarsi e per poi fallire per aver seguito gli indirizzi dell’UE e dare così spazio alle multinazionali, alle multiproprietà, alle multi…portando danari ai mercati inglesi, americani e tedeschi alla corte dei quali si accodano da perfetti cortigiani i francesi per raccattare qualche briciola e fanno il gioco della Germania ridendo insieme e chiamando porci (pigs) i paesi di cui compreranno con pochi spiccioli siti archeologici, opere d’arte, ecc. tranne la democrazia perché gli è stata tolta da tempo.
A questo punto mi sveglio e sono felice di trovarmi in mezzo al mio vetiver e dal momento che non sono complottista mi faccio una risata per coprire la brutta sensazione provata. Appunto provata.
Non si può parlare di pace sin quando non ci saranno pari opportunità per i Popoli e non si potrà parlare di democrazia sin quando non ci saranno pari opportunità per le persone.
Più o meno in buona fede si manifesta per la pace e per la democrazia e ci si lava la coscienza mandando qualche spicciolo ai bimbi che muoiono di fame… uno … due… tre… le ONG, con la loro missione di raccolta di fondi, nel migliore dei casi, fanno la stessa funzione del prete che confessa e toglie i peccati.
Occorre un piano strategico a lungo termine, una presa di coscienza dello stato del pianeta e sulle condizioni dei suoi abitanti, comunque a tempo da determinare come si è fatto per la bonifica dell’ambiente e per il recupero della biodiversità, per superare l’attuale ipocrisia, per superare tutte le disuguaglianze, per inserire nel piano ogni essere ed ogni organismo vivente, nessuno escluso, trovando nell’unità, l’uscita, il successo.
Vogliamoci bene, un abbraccio, Benito Castorina
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Di questo argomento se ne parlerà durante l’Incontro Collettivo Ecologista, previsto ad Aprilia (Latina) dal 22 al 24 giugno 2012
Info: circolo.vegetariano@libero.it