Dieta vegetariana e spiritualità laica…
Gent.le Paolo D’arpini, mi complimento per lei per l’equilibrio dell’articolo (pubblicato su: http://www.lucidamente.com/11923-dieta-vegetariana-e-spiritualita/) e la pacatezza delle sue affermazioni di cui si sente molto in questo periodo la mancanza. Pur non essendo un consumatore accanito di carne ne tantomeno un cacciatore mi permetto però di fare alcune osservazioni su alcune affermazioni riportate o suscitate:
1) in realta l’uomo, come dimostrato dai paleontologi, non è frugivoro ma onnivoro. Come lei afferma l’uomo si nutre di frutta ma anche di carne, latte etc. e quindi tutto ciò si allontana dalla dieta dei frugivori che sono essenzialmente consumatori di frutta. Nè tantomeno l’uomo è strutturato per consumare esclusivamente vegetali come dimostra la nostra dentatura e l’incapacità di assimilare la cellulosa mancandoci il rumine. Pertanto i vegetali costituiscono una integrazione FONDAMENTALE della nostra dieta ma certamente non l’essenza
2) Curiosa la clemenza da lei citata di Allah e di Maometto verso gli animali non certamente “in linea” con quella che gli stessi avevano verso gli umani. E’ da rilevare peraltro che i mussulmani utilizzano (come previsto dal Corano) esclusivamente solo carne alal che viene ottenuta con grande sofferenza per gli animali e quindi questa tendenza verso il vegetariano e l’amore verso gli animali mi pare un po’ curiosa
3) Non ho certamente conoscenze approfondite in merito al Vangelo ma mi pare perlomeno curioso che durante il Concilio di Nicea, con tutti i problemi che il concilio si portava, qualcuno avesse il tempo di modificare scientemente i Vangeli inserendo la parola carne. Inoltre perchè un Vangelo apocrifo dovrebbe avere più valore di uno ufficiale ?
4) Altrettanto curioso pensare che la “moltiplicazione dei pani e dei pesci” sia stata in realtà della frutta stante che avvenne sul Lago di Tiberiade salvo che anche questa sede non fosse vera. Ma che dire della parabola del figliol prodigo e del bue grasso: errata pure quella ?
5) In molti testi ebrei e simili è riportata a vario titolo la proibizione di consumare carne ma attenzione che spesso si tratta di una necessità piuttosto che di una indicazione religiosa. O meglio si maschera con una indicazione religiosa una necessità. Infatti in quell’epoca e soprattutto in quelle regioni, in relazione alle scarse condizioni igieniche, la carne costituiva un fattore di sicura trasmissione di patologie umane. Vietando quindi il consumo di carne si cercava di porre un limite così a queste patologie. A conferma di ciò si deve rilevare che si autorizza il consumo di cereali senza tenere conto che spesso erano presenti ammuffimenti che portavano alle micotossicosi di cui si ignorava la presenza. Ne è un esempio il “Fuoco di santAntonio” legato alla fusariosi della segala, il cui consumo non è mai stato vietato
6) Anche l’esempio di san Francesco dovrebbe essere inserito nel suo contesto storico in quanto in quell’epoca la carne costituiva un alimento solo per le classi abbienti e quindi il pasto con pane, formaggio etc. era una necessità oltrechè una scelta di “rottura” verso la classe dirigente. Del resto nella Regola di san Francesco non si fa cenno a divieti sulla carne ed anzi si dice in riferimento ai Frati che visitano delle case “E secondo il santo Vangelo potranno mangiare di tutti i cibi che saranno loro presentati”.
In merito alle indicazioni di Luca mi permetto di osservare che
1) Non è vero che i maschi vengono uccisi, anzi. In relazione alla grande richiesta di carne sono preferiti rispetto alle femmine che servono solo per produrre latte/uova. Quindi quella riportata è una delle tante “leggende metropolitane” che girano sulla rete, prive di fondamento
2) Non è altresì vero che latte e uova siano inadatti per l’uomo: ricordiamoci che sino agli anni ‘60 era molto diffusa in Italia la cena a base di una tazza di latte con il pane e nessuno evidenziava carenze alimentari, anzi. La cosa si verifica invece ora dove ci si alimenta in modi spesso curiosi facendo poi un largo ricorso ad integratori alimentari vari con grande gioia soprattutto delle aziende produttrici. Il latte è l’unico alimento “completo” ed è stato alla base della alimentazione di tutte le civiltà in varia misura e tipologia. Attualmente il suo consumo sta diminuendo purtroppo, soprattutto in italia e questo è sicuramente un grande errore alimentare
3) Le proteine del latte non sono inadatte all’uomo e la presunta “acidità” si deve ad alcuni aminoacidi solforati a dissociazione acida. Bisogna ricordarsi che nello stomaco il pH è circa 1 quindi questa acidità è del tutto irrilevante
4) I grassi saturi sono ampiamente diffusi nel regno vegetale (il 15% circa dell’olio di oliva è formato da palmitico, un acido saturo che costituisce circa il 45% dell’olio di palma) e non fanno aumentare il colesterolo in quanto non entrano nella sintesi del colesterolo. Bensì aumentano il contenuto di LDL con ovvie ricadute salutistiche. E’ da rilevare inoltre che spesso i grassi saturi sono presenti in alimenti ricchi di colesterolo e quindi da questo connubio nasce la convinzione errata di un collegamento diretto
5) Se è vero che il vitello viene allontanato dalla vacca è vero anche che per altri animali (pecore e capre) la presenza del piccolo è indispensabile per indurre la lattazione. Inoltre al vitello viene comunque dato latte di vacca (ricostituito, lo stesso che consumiamo nel cappuccino delle macchinette o nei gelati o nei prodotti forno) in quanto è comunque l’unico alimento che può assimilare. E’ non è certo interesse dell’allevatore fare soffrire un vitello stante che è il suo investimento per il futuro
Con la speranza di aver contribuito ad una serena discussione, soprattutto nello spirito del “Cogito ergo Sum”, invio cordiali saluti
Giuseppe Zeppa –