Castelvetro (Modena) – Bollitore industriale per cadaveri (impianto a biomasse)? Un sì ed un no…
Castelvetro (Modena) – Bollitore industriale per cadaveri (impianto a biomasse)? Un sì ed un no…
In questi giorni mi trovo in Emilia a trascorrere le festività di fine anno con la mia compagna Caterina.. il 28 dicembre u.s. c’è stata qui a casa una riunione canterina, in onore a Shiva, il Distruttore di tutte le forme. Egli viene descritto come un Sadhu (monaco errante) cosparso di cenere, nudo, che si aggira nei crematori ed è seguito da un’orda di fantasmi e dei della morte. Insomma Egli simboleggia l’aspetto distruttivo delle forme che non tiene conto di alcuna sacralità dei resti mortali, essendo solo materia da riciclare in nuovi modi ed aspetti della vita. Con una immagine del genere è stato normale, dopo i canti, e seduti al tavolo di cucina con il prasad davanti (dolcetti vari ed una buonissima torta alle castagne) metterci a parlare di argomenti mortuari.. Abbiamo iniziato con la descrizione dei riti nel Nord India, delle celebrazioni e dei banchetti che seguono la dipartita dei propri cari e di come poi i cadaveri vengano bruciati sulla pira, di solito è il primogenito maschio ad appiccare il fuoco.. e completata l’operazione di bruciatura i resti del cadavere vengono gettati in pasto ai pesci del Gange, o di altri fiumi sacri. Insomma in India il cadavere viene in qualche modo riciclato…. Molto diversa la situazione qui in occidente.. dove il morto è omaggiato, imbalsamato, profumato, conservato in bare signorili, sepolto in tombe che talvolta costano più di una abitazione, etc. etc. Insomma il cadavere da noi viene considerato come un “residuo vitale”.. che deve essere rispettato e venerato.. Sarà forse per la favola della resurrezione dei morti raccontata nei libri cristiani sarà forse perché in occidente non crediamo alla reincarnazione.. che è una forma di riciclaggio sia materico che energetico.
Beh.. ad un certo punto la discussione è andata a concentrarsi sul tema di un impianto per la produzione di sego e grassi animali e loro successiva utilizzazione per la produzione energetica che dovrebbe essere installato presso una azienda “Inalca” di Castelvetro… Le ragazze che avevano partecipato ai canti erano un po’ preoccupate per le possibili conseguenze infestanti di un tale “bruciatore” e dicevano di aver firmato una petizione contro e di voler aderire ad un comitato di cittadini che sta contrastando l’iniziativa.
La cosa che meno mi è piaciuta di questo progetto è che la materia prima, i cadaveri e gli scarti di animali, sarebbe raccolta e convogliata a Castelvetro da ogni dove.. Insomma l’impianto avrebbe bisogno di molta carne per poter essere produttivo e attivo… Il che significa che si presume la continuazione del sistema di allevamento industriale di bovini, suini, etc. in modo da avere sufficiente “combustibile”.. Ed io, essendo vegetariano ed ecologista, ovviamente non sono d’accordo, poiché il paventato inquinamento causato dall’impianto verrebbe preceduto da un molto più forte inquinamento legato alla produzione industriale della carne da macello.. Non sto qui a parlarne.. ma saprete tutti che l’allevamento industriale rappresenta la maggiore fonte di polluzione e distruzione dell’habitat, persino maggiore di ogni altra industria, della circolazione automobilistica mondiale e del funzionamento delle centrali atomiche, etc.…. (messe tutte insieme)… Informatevi e scoprirete la verità!
Insomma questo impianto energetico di Castelvetro sarebbe la ciliegina sulla torta del sistema di inquinamento globale, con il recupero di una piccola parte energetica.
Però, e qui ritorno al discorso dello smaltimento dei cadaveri (senza però considerare gli aspetti d’inquinamento locale), un impianto del tipo progettato all’Inalca potrebbe venir utile se servisse a riciclare tutti i corpi deceduti per morte naturale o accidentale, sia umani che animali, in modo da non mandare sprecate le risorse da essi costituite.. recuperando in tal modo i grassi e le materie prime necessarie alla produzione energetica di sentina. Con ciò si eviterebbe l’inutile spreco di sostanze che vengono oggi sigillate in bare a tenuta stagna e conservate nei cimiteri. Già questo rappresenterebbe un gran risparmio energetico, proveniente da una fonte sicura ed “inesauribile” (di morti ce ne sono sempre in gran numero).
Ho sentito un discorso trasmesso su internet in cui i tecnici dell’Inalca, illustrando i vantaggi del loro progetto, dichiaravano la non pericolosità, per l’ambiente e le persone, dell’impianto da loro previsto… Io non sono un tecnico e non so quanto possano essere vere tali affermazioni.. anche perché si sa come vanno a finire queste cose.. i depuratori dei fumi pestilenziali, costano.. e magari vengono fatti funzionare solo quando serve.. far vedere che funzionano…
Comunque riporto alcune informazioni raccolte ed in calce l’interrogazione del Comitato Contro. L’impianto non sarebbe un vero e proprio inceneritore, ma un “bollitore” per tutti gli scarti di lavorazione, da cui estrarre il grasso che poi verrebbe usato per produrre elettricità…. Ma come? Probabilmente bruciandolo e quindi, il problema mi pare reale.
Qui sotto metto il testo di una interrogazione alla Regione Emilia Romagna da parte del “movimento cinque stelle” (alias Beppe Grillo) che mi pare alquanto corretta.
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/emiliaromagna/inalca.doc
Cari saluti a tutti, Paolo D’Arpini
………..
Al Presidente
dell’Assemblea Legislativa
Matteo Ricetti
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Considerato che:
- In data 7 luglio 2011 la ditta Inalca Spa ha depositato in Regione la domanda per la realizzazione di un impianto a biomasse a Castelvetro (Mo), impianto per la produzione di energia elettrica e termica dalla combustione di biomasse(rifiuti) di origine animale (nello specifico sottoprodotti di origine animale) della portata di circa 30.000 ton/a (84 tonnellate al giorno). La procedura di VIA verrà conclusa entro i primi di dicembre.
-La combustione di biomasse derivate da scarti di origine animale, essendo di natura biodegradabile potrà avvalersi del regime di contributi pubblici per la produzione di energia, i cosiddetti “certificati verdi”.
-Gli stessi scarti di origine animale, pero’ potrebbero essere valorizzati diversamente e trasformati in cibo per animali domestici ed altri utilizzi, come esperienze industriali e studi dimostrano, su tutti quelli condotti dal Crpa di Reggio Emilia sin da metà anni ’70.
-Pare quindi evidente che il progetto presentato da Inalca Spa per lo stabilimento di Castelvetro (Mo) pur totalmente legittimo sul piano formale non rappresenti un esempio di innovazione industriale e di perseguimento della qualità ambientale, ma sia fortemente condizionato dalla possibilità di incamerare incentivi pubblici. Incentivi pagati dai contribuenti italiani, tramite il meccanismo dei “certificati verdi”.
-Secondo quanto riportato da Comitati Locali , i cittadini di Castelvetro (Mo) non sono stati messi a conoscenza anticipatamente di questo progetto che in zona potrà avere ripercussioni anche dal punto di vista dell’impatto odorigeno.
L’interrogante chiede alla Giunta dell’Emilia Romagna se:
-E’ stato rispettato da Inalca il DLGS 152/06, secondo il quale il gestore entro al massimo 45 giorni dalla presentazione dell’ istanza, deve provvedere a sua cura e sue spese alla pubblicazione su un quotidiano a diffusione provinciale o regionale, informando la popolazione.
-Se la Regione Emilia Romagna all’interno delle sue politiche agroalimentari considera più ambientalmente innovativo e sostenibile un sistema che preveda la trasformazione e riutilizzo per fini alimentari (es. alimentazione per animali domestici )degli scarti animali, oppure preferisce un sistema che prevede il trattamento di distruzione termica (incenerimento) per la quasi totalità di questi godendo così di contributi pubblici a spese del contribuente per la cosiddetta “valorizzazione energetica”.
-Che tipo di garanzie dovrà fornire Inalca Spa riguardo i controlli sull’emissioni, dato che nella scheda monitoraggio è previsto un solo controllo delle emissioni all’anno, nonostante siano presenti bollitori, trituratori, coclee e 270 tonnellate anno di additivi che verranno inceneriti.
Il Consigliere
Andrea Defranceschi
Bologna 16 novembre 2011