Debito Pubblico… la verità di Casimiro Corsi: “BANCHE CENTRALI E CONCAMBIO TITOLI DI STATO / DEBITO PUBBLICO”

Lunario Paolo D'Arpini 6 dicembre 2011

Così si crea il Debito pubblico e che Monti (Goldman Sachs ) ci
nasconde come nasce per non farci scoprire che è irredimibile.
Da diffondere perchè molti non conoscono questo meccanismo truffaldino che ci rende schiavi dei banchieri.

A) La Banca Centrale è 100% statale: caso di Bank of England, Banque
de France e Bundesbank dopo il 1945 circa; caso della Banca d’ Italia
tra il 1936 e il 1992.
Ma…
…il Debito Pubblico di Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia
PERO’ continua a esistere da sempre e tali Stati emettono da sempre
titoli di Stato, cioè si INDEBITANO anziché creare moneta sovrana per
sé priva di alcun debito. Tutto ciò viene innescato e gestito da una
società di loro proprietà, la rispettiva Banca Centrale Nazionale. Ma
allora se è tutto statale perché non esiste un registro del
Signoraggio Pubblico o Credito Pubblico accanto a quello del Debito
Pubblico, visto che creditore e debitore coincidono almeno sulla quota
di moneta creata dalla Banca Centrale?

B) La Banca Centrale è 100% o quasi a partecipazione privata: caso per
esempio di Federal Reserve e di Banca d’ Italia (quest’ ultima prima
del 1936 e dopo il 1992).
Perciò sembra ovvio che…
…il Debito Pubblico degli Stati soggetti a tale tipo di Banca
Centrale continui ad esistere e tali Stati da sempre emettono titoli
di Stato. Tutto ciò viene innescato e gestito da un ente privato MA…
considerato per statuto una società di interesse pubblico o
pubblicistico alla pari di A). Tale Banca Centrale è controllata da
Banche Commerciali e/o d’ Affari che si collocano sul mercato e che
essa deve pure sorvegliare e perciò essa genera un conflitto di
interessi.

C) La Banca Centrale è a partecipazione mista e pure controllata da
Banche Centrali Nazionali che non addebitano la moneta della loro
controllata alla loro Nazione di riferimento ma addebitano un’ altra
moneta gestita in proprio (come Banca d’ Inghilterra, Banca Centrale
di Svezia e Banca Centrale di Danimarca): caso della Banca Centrale
Europea.
Quindi…
…come ai punti A) e B) per quanto riguarda la sostanza, ovvero l’
emissione di moneta-debito creata dal nulla, il resto sono tutti
aspetti che competono agli “agghindamenti” giuridici.

Chiaramente il gioco è stato tutto semplificato in quanto è stato
tolto per semplicità l’ acquisto diretto, con moneta CREATA DAL NULLA
di titoli di debito statali di nuova emissione nelle aste organizzate
dal Ministero del Tesoro, da parte dei c.d. Operatori Abilitati,
ovvero:
gli Specialisti in Titoli di Stato, cioè SOLTANTO Banche Commerciali e
d’ Affari, registrati presso la Banca d’ Italia se consideriamo il
caso italiano e controfirmata dal dirigente del min dell’Economia
dottoressa Cannata per sembrare che la lista è fatta dal Ministero.
Sono il vero volto del Bandiere alla massima potenza.
Quindi ci sono sempre le banche a indebitare lo Stato direttamente
alle aste e non possono farlo che comprando titoli di Stato con moneta
CREATA DAL NULLA, poiché TUTTE le banche prestano moneta scritturale
(oggi quasi solo di tipo elettronico) senza spostare e prelevare
fisicamente alcunché, né dal patrimonio né dai conti correnti, NULLA
DI NULLA: utilizzano immobilizzazioni e depositi SOLO come garanzia
per i prestiti, non come zone di prelievo di moneta.
E questi prestiti, erogati per CHIUNQUE, sono delle semplici
registrazioni contabili (moneta scritturale).

Ecco l’ elenco degli Specialisti in titoli di Stato. Ecco
l’insaziabile Bankiere con tanto di nome e cognome che si nasconde
dietro allo Stato, sotto la politica politica e l’immane coltre di
parole e di astruse teorie inculcate a forza dal sistema dell’
istruzione, da professori e dottori seduti nei consigli di
amministrazione delle banche, dagli squallidi giornalisti a libro paga
di editori-banchieri ormai scoperti come truffatori, usurai e
assassini.

Ecco La Grande Mangiatoia che schiavizza e depreda fino all’osso l’
Umanità tutta.

Ministero dell’Economia e delle Finanze
DIPARTIMENTO DEL TESORO
DIREZIONE II

A decorrere dal 21 dicembre 2009, a seguito del cambio di
denominazione sociale richiesto da una delle controparti, ai sensi
dell’art. 3 comma 3 del decreto 13 maggio 1999 n. 219, l’elenco degli
Specialisti in Titoli di Stato è composto, in ordine alfabetico, dai
seguenti operatori:
- Banca IMI S.p.A.
- Barclays Bank PLC
- BNP Paribas
- Calyon – Corp. Inv. Bank
- Citigroup Global Markets Ltd.
- Commerzbank A.G.
- Credit Suisse Securities (Europe) Ltd.
- Deutsche Bank A.G.
- Goldman Sachs Int. Bank
- HSBC France
- ING Bank N.V.
- JP Morgan Securities Ltd.
- Merrill Lynch Int.
- Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese S.p.A.
- Morgan Stanley & Co. Int. PLC
- Nomura Int. PLC
- Royal Bank of Scotland PLC
- Société Générale Inv. Banking
- UBS Ltd
- UniCredit Bank A.G.

Roma, 21 dicembre 2009
Il Dirigente Generale
(Maria Cannata)

Agli Specialisti in titoli di Stato si aggiungono successivamente,
nelle varie operazioni di negoziazione dei titoli, le Società di
Intermediazione Mobiliare (SIM) registrate presso la CONSOB.
Una volta acquistati da questi, i titoli di Stato possono essere
riacquistati dalla Banca Centrale e detenuti da quest’ultima sia prima
della loro scadenza sia fino alla scadenza, a seconda della politica
monetaria decisa dalla stessa Banca Centrale e della sua necessità di
autofinanziamento attraverso gli interessi sui titoli.
La politica monetaria della Banca Centrale infatti è data dalla somma
delle operazioni di acquisto/vendita di titoli di Stato con rispettive
e contemporanee creazione/distruzione di moneta e iniezione/ritiro di
liquidità nel/dal sistema delle Banche Commerciali e d’Affari. In tali
compravendite di titoli di Stato sono definite Operazioni di Mercato
Aperto le compravendite riguardanti titoli di Stato che la Banca
Centrale rivende prima della loro scadenza, trattandosi di
rifinanziamenti temporanei ad hoc delle Banche Commerciali e d’
Affari.

Infatti quando lo Stato Italiano (per esempio) si indebita per
finanziare il deficit di bilancio, dal 26 novembre del 1993 (per
legge) lo fa soltanto con le Banche Commerciali e d’ Affari a livello
internazionale: prima di tale data invece poteva ricevere degli
anticipi sul conto corrente del Ministero del Tesoro direttamente
dalla Banca Centrale e prima dell’ asta di luglio del 1981 poteva
anche far acquistare direttamente dalla Banca Centrale una parte dei
titoli di Stato emessi, nella fattispecie quelli che rimanevano
invenduti alla chiusura delle aste.
L’ eliminazione del vincolo per Banca Centrale italiana (Banca d’
Italia) di acquistare tale parte di debito pubblico di nuova emissione
rimasto invenduto venne stabilita da una semplice convenzione con
scambio di lettere nel febbraio del 1981 tra il Ministro del Tesoro
Beniamino Andreatta e il Governatore Carlo Azeglio Ciampi.

Bene… anzi, male! Allora la DOMANDA DEFINITIVA è:

Che differenza fa se la Banca Centrale è dichiarata pubblica o privata
o guazzabuglio diabolico se in ogni caso emette moneta-debito, cioè
obbliga lo Stato a restituire la moneta alla scadenza dei titoli di
debito statali (acquistati prima dal Ministero del Tesoro e/o dagli
Operatori Abilitati) e a pagare inoltre gli interessi su questa stessa
moneta…???

Risposta: NESSUNA DIFFERENZA!!! …Infatti i casi A), B) e C) sono
solo tre varianti di un’ unica cosa: la moneta-debito addebitata da
falsari usurai.

Non serve a nulla scoprire e denunciare le trame dei Bankieri e poi
concludere dicendo che la statalizzazione risolve tutto. Avremo allora
come tra il 1936 e il 1992 una società dello Stato, la Banca d’
Italia, che come un cancro distrugge il resto dello Stato, i cittadini
privati e le aziende, in combutta con le Banche Commerciali e d’
Affari…

Un capitolo a parte va ora riservato alla truffa della riserva aurea.

Da sempre ogni Banca Centrale tiene in bilancio per vari scopi una
certa quantità di oro.
Fino al 15 agosto del 1971 e SOLO per i non residenti negli Stati
Uniti d’ America ogni banca a richiesta poteva cambiare la valuta
nazionale in dollari e convertire quindi i dollari in oro custodito
dalla Federal Reserve.
Quindi fino al Ferragosto del 1971 sono messi per legge nero su bianco
tre furti espliciti:
- ai residenti negli USA viene detto in faccia che il dollaro di carta
viene loro prestato dalla Fed e dalle Banche Commerciali senza
copertura e senza possibilità di conversione in oro, con l’ aggiunta
degli interessi;
- al Resto del Mondo viene detto in faccia che gli Statunitensi sono
truffati di brutto in casa loro e che solo una parte dei dollari di
carta in circolazione può a richiesta essere convertita in oro e
quindi una parte ancora minore di valuta cartacea nazionale può essere
a sua volta convertita in oro passando per i dollari: infatti la
convertibilità è ben altra cosa della copertura aurea.
- a TUTTO il Mondo si continua a nascondere il fatto che il valore è
una dimensione del tempo e NON della materia, per cui il valore
indotto sul simbolo monetario di costo nullo (banconota, oggi anche
denaro elettronico) è una creazione del pubblico che lo accetta, NON
una creazione della banca che lo emette e solo per il fatto di
scriverci sopra 1, 10, 100, 1000: tant’ è che la miniera concede
gratuitamente la pepita d’ oro.

Dato per assodato tutto ciò, il fatto che una Banca Centrale sia
completamente di proprietà pubblica suona come una truffa con beffa
finale.
Se lo Stato è proprietario della Banca Centrale, di conseguenza anche
la riserva in oro (che magari si fa custodire per conto terzi da altre
Banche Centrali) dovrebbe essere di proprietà dello Stato, perciò con
quale criterio si prestano banconote allo Stato (oltre alle Banche
Commerciali e d’ Affari) attraverso una società dello Stato visto che
sono garantite, anche solo per la già truffa della convertibilità, da
riserve auree di proprietà della stessa collettività?
Ciò significa che la collettività tramite i fantasmi giuridici dello
Stato e della Banca Centrale presta a se stessa semplici pezzi di
carta garantiti solo in minima parte da qualche sassolino prezioso già
di sua proprietà e quindi a utilizzo gratuito, né più né meno come la
miniera concede gratuitamente la proprietà e l’ utilizzo della pepita
d’ oro.
Perciò si genera DAL NULLA un debito verso se stessi (!!!) in pezzi di
carta con l’ assurda giustificazione di avere già in tasca una cosa
gratuita di valore nominale SICURAMENTE inferiore ai pezzi di carta
(convertibilità).

Con la fine degli accordi-truffa di Bretton Woods il 15 agosto 1971 si
inaugura la stagione della super-truffa grazie al fatto che il Sistema
Bancario ottiene per legge la facoltà di creare moneta come vuole e
quanto vuole per i prestiti senza alcun rischio dovuto alla
possibilità di convertibilità, fattibile solo per una piccolissima
parte della massa totale di banconote di tutte le divise a livello
mondiale, massa in continuo e inesorabile aumento.
Nel caso delle Banche Centrali statali la fine degli accordi sulla
convertibilità aurea ha il significato di far diventare i propri
sassolini preziosi un semplice peso morto (come se non lo fossero già
da prima), quindi è ancora più stridente il fatto che si sia stabilito
per legge con la fine degli accordi di Bretton Woods che gli Stati
Banchieri possano così auto-indebitarsi all’ infinito della propria
carta straccia e auto-inchiodarsi in tale INFERNALE ASSURDITA’ a causa
del peso degli interessi che fanno aumentare lo stesso
auto-indebitamento a circolo vizioso.

Lo stesso Governatore Luigi Einaudi (poi divenuto Presidente della
Repubblica) ben prima del 1971 aveva già confermato in pieno
l’inutilità del vincolo della convertibilità e il paradosso di
trovarsi a capo di una Banca Centrale statale: “Alla scarsità dell’
oro si è sostituita la saggezza del Governatore”.
Come se fosse saggio un Governatore di Stato che di mestiere fa
compravendita usuraia di debiti dello Stato creati dal nulla
attraverso la banca statale che dirige…!!!

BANCHE COMMERCIALI E D’ AFFARI

Prima ho introdotto gli Specialisti in titoli di Stato.

Occorre ricordare come NESSUNA banca statale funziona in maniera
differente da una qualsiasi banca privata.
Infatti ogni banca (sia centrale che commerciale) emette e ritira
moneta con i prestiti in questo modo:

1. crea moneta DAL NULLA;
2. la presta, acquistando titoli di debito vari o erogando mutui,
fidi, anticipi, sconti, ecc.
3. chiede interessi sul debito contratto dal richiedente (Stati,
imprese, privati);
4. distrugge la moneta restituita dal debitore in quota capitale
nominale, intascando gli interessi.

Dato per assodato questo UNICO modo di operare del Sistema Bancario,
riassumibile con moneta-debito dissipativa caricata di interessi, si
scoprono a questo punto delle cose impensabili ancorchè abnormi.
Lo Stato Italiano con la legge bancaria fascista del 1936 statalizzò
una fetta consistente del sistema bancario privato dell’ epoca, in
particolare divennero di proprietà pubblica le seguenti banche
commerciali e d’affari:

- Credito Italiano
- Banca Commerciale
- Banco di Roma
- Mediobanca
- Monte dei Paschi di Siena
- Banca Nazionale del Lavoro.

Le prime 3 erano definite “Banche di Interesse Nazionale” o BIN (dal
1937) dopo essere divenute per statuto “Istituti di Diritto Pubblico”
insieme alle seconde 3 in virtù di tale legge bancaria.
Queste banche chiaramente svolgevano attività creditizia in tutti i
rami del settore privato (alcune erano specializzate in credito
industriale a medio e lungo termine) e…
… del settore pubblico…! Sì, avete capito bene: erano banche al 100%
statali che alle aste del Ministero del Tesoro acquistavano i titoli
di Stato come qualsiasi Specialista in titoli di Stato prima
descritto, cioè INDEBITAVANO lo stesso Stato che le possedeva…!!!

E non potrebbe essere altrimenti, visto che DATI MACROSCOPICI
INCONTROVERTIBILI affermano che:

1) il debito pubblico non si è MAI estinto di colpo;
2) il debito pubblico mediamente è sempre aumentato;
3) il fisco è sempre rimasto in funzione e anzi il carico fiscale è
sempre aumentato sia in quantità di tasse che in peso delle singole
tasse;
4) le aste dei titoli di Stato sono sempre esistite e anzi si sono
sempre più intensificate;
5) non sono MAI esistiti i libri del Credito Pubblico e del
Signoraggio Pubblico derivanti dai prestiti allo Stato da parte delle
sue stesse banche – creditore e debitore coincidono – ma SOLO quello
del Debito Pubblico;
6) non sono MAI esistiti registri di Credito o di Signoraggio
competenti allo Stato e derivanti da tutti i prestiti fatti dalle
banche commerciali e d’affari statali a privati e imprese;
7) tutto quanto appena detto è durato per tutto il periodo di
proprietà statale di queste banche commerciali, dal 1936 al 1992, anno
in cui si iniziò la loro ri-privatizzazione.

Oltre a ciò le cosiddette BIN erano le partecipanti della Banca d’
Italia, cioè della Banca Centrale, quindi la stessa Banca d’ Italia
figurava come una banca al 100% statale come già visto poco fa, che
come sua attività principale (d’ altra parte lo fa DA SEMPRE per
legge-statuto-convenzione) acquistava e vendeva titoli di Stato sia
all’ emissione direttamente in asta sia indirettamente nel sistema
delle Banche Commerciali e d’ Affari (prima dell’ asta del luglio
1981, poi solo indirettamente). Oltre a ciò come già accennato la
Banca d’ Italia prima del 26 novembre 1993 poteva anticipare liquidità
direttamente sul conto corrente di Tesoreria del Ministero del Tesoro:
una forma di indebitamento pubblico alternativa a quella dell’
acquisto di titoli di Stato e attuata direttamente dal Tesoro con la
Banca Centrale senza intermediazione di altre banche o di altri
intermediari.
Ancora, la Banca d’ Italia statale comprava/vendeva titoli di debito
statali ANCHE dalle/alle Banche Commerciali statali che la
partecipavano (le BIN), ovviamente, perché queste ultime come già
detto operavano sul mercato come qualsiasi banca privata sempre con
modalità come da punti 1., 2., 3. e 4. prima elencati e compravano tra
le altre cose anche titoli di Stato, potendo partecipare alle aste in
qualità di operatori abilitati.

Risulta a prima vista paradossale che uno Stato, emettendo
moneta-debito tramite delle sue società bancarie per prestiti a se
stesso oltre che ai privati, non risulti contemporaneamente creditore
di tutta la moneta emessa a debito sia verso di sé che verso i privati
e quindi non utilizzi gratuitamente TUTTA la moneta proveniente sia
dalle restituzioni dei prestiti sia dal percepimento degli interessi
per suoi scopi a cominciare dal finanziamento a costo zero (cioè a
tasse zero) della spesa pubblica.

In realtà ciò non è affatto paradossale poiché abbiamo appena mostrato
come NON CONTA ALCUNCHE’ il fatto che la proprietà dell’ ente
emittente (la banca) sia pubblica o privata, ma conta SOLTANTO la
modalità con cui viene emessa e gestita la moneta dallo stesso ente
emittente.
In particolare lo Stato non riutilizzava gratuitamente la moneta che
il suo perverso sistema di banche pubbliche riceveva da imprese, da
privati e da se stesso (!!!) alla restituzione dei prestiti, poiché da
sempre la moneta restituita in quota capitale nominale (valore
nominale del prestito) viene distrutta (moneta-debito dissipativa), a
SPUDORATA conferma della sua precedente creazione DAL NULLA (vedi
punti 1., 2., 3. e 4.), fermando il suo flusso al sotto-fantasma
giuridico della banca anziché essere poi gestita direttamente dallo
Stato e dalle Pubbliche Amministrazioni in genere per qualsivoglia
scopo di rilievo pubblicistico.
Solo una parte degli interessi venivano conferiti dalle banche statali
allo Stato tramite tassazione e distribuzione degli utili netti e
quindi né più né meno di una banca privata partecipata da un azionista
pubblico, ma questo non è affatto un vantaggio poiché il fatto che lo
Stato chieda a se stesso e ai cittadini che rappresenta interessi sui
prestiti – oltre al già ampiamente sottolineato auto-indebitamento -
E’ ABERRANTE e AUTOLESIONISTICO, oltre a essere AUTOINFLATTIVO, senza
contare il fatto che gli interessi per alcuni decenni erano a due
cifre con punte del 20% annuo. Alla faccia del conclamato “interesse
pubblico”…!!!
E suona come una ennesima estrema beffa il fatto che lo Stato fino al
7 febbraio 1992 potesse decidere assieme alla sua Banca d’ Italia
quale tasso di sconto e quali interessi AUTOTRUFFARSI e TRUFFARE ai
cittadini e alle imprese su una già gigantesca truffa data dai debiti
pubblici e privati creati dal nulla.
Come da schiavi poter decidere collegialmente col padrone la quantità
di frustate da ricevere tra un minimo di 50 e un massimo di 100 (©
Sandro Pascucci).

Infatti non a caso i sistemi con cui lo Stato si è sempre finanziato
sono stati il prelievo fiscale (tasse e tariffe) e il contrarre nuovo
debito pubblico col Sistema Bancario (sia privato che pubblico),
mentre in misura molto minore l’ utile delle varie aziende di Stato
(quando c’ era).

La sovranità monetaria è rimasta sempre nelle mani delle sue banche e
delle altre banche private.

Ma anche se ci fosse un libro del Credito Pubblico o del Signoraggio
Pubblico accanto a quello del Debito Pubblico, che senso avrebbe mai
indebitarsi con se stessi per poi riprendersi a posteriori il dovuto
in qualità di creditori di se stessi? Ciò non avrebbe alcun senso:
sarebbe naturale che lo Stato si stampi IL DOVUTO – senza contrarre
alcun debito e senza dichiarare alcun credito – per finanziare i
servizi che eroga ai cittadini di cui è rappresentante, emettendo
quindi la c.d. moneta-proprietà.

Così si uscirebbe finalmente dalla spirale perversa dettata a
bacchetta nella società dalle [IN]CULTURE SERVE DEI BANCHIERI
TRUFFATORI E USURAI.
A iniziare dalla [in]cultura del debito monetario onnipresente e ineluttabile.
Per continuare con la [in]cultura del valore in sé e per sé (vedi
sopra: valore dimensione della materia VS valore dimensione del
tempo).

MINISTERO DEL TESORO

Sia prima che dopo il 1936 per arrivare fino agli Anni 70, lo Stato
tramite il Ministero del Tesoro emetteva cartamoneta di piccolo taglio
con su scritto “Regno d’ Italia” o “Repubblica Italiana” e questi
biglietti venivano emessi SENZA formazione di alcun debito pubblico,
né più né meno del caso dell’ emissione di monete metalliche, da
sempre appannaggio dello Stato.
In realtà l’ emissione di questa cartamoneta avveniva in piccoli
volumi e saltuariamente allo scopo di coprire momentanei disavanzi di
bilancio nel corso dell’ anno, perciò incideva poco sul bilancio dello
Stato, più o meno come l’ emissione di monete metalliche.
A mio parere il mantenere anche una piccolissima parte di emissione
monetaria diretta e senza debito (come le monete metalliche) da parte
degli Stati è mediaticamente funzionale al Sistema Bancario perché la
sola presenza nel caso dell’ Euro metallico dei simboli RI (Repubblica
Italiana) o RF (Republique Française) e di un conio specifico per ogni
Nazione che emette lo stesso Euro metallico contribuisce a far credere
che sia tutto sotto controllo pubblico e gratuito compresa l’
emissione dell’ Euro in banconote da parte della Banca Centrale
Europea.

CONCLUSIONI

In definitiva la nazionalizzazione della Banca d’ Italia e delle
banche commerciali e d’ affari ridefinite Banche di Interesse
Nazionale e Istituti di Diritto Pubblico del 1936-1937, durata fino al
1992, non ha fatto altro che CAMBIARE LA PROPRIETA’ DEI FANTASMI
GIURIDICI AUTORIZZATI ALL’ EMISSIONE DI MONETA, senza cambiare di una
virgola il funzionamento del precedente Sistema Bancario privato e con
somma beffa per i cittadini.

Tutto quello che è stato fin qui scritto vale anche per tutte le
banche statali del resto dell’ Europa, a cominciare come detto dalle
Banche Centrali Nazionali tuttora statali quali Bundesbank, Banque de
France e Bank of England che sono le più importanti in assoluto anche
tra le varie BCN europee partecipanti alla stessa BCE.

Per quanto detto finora, chi vuole pensare e operare VERAMENTE nell’
interesse dei cittadini DEVE rispondere definitivamente alle domande
fondamentali:

- DI CHI E’ LA PROPRIETA’ DELLA MONETA ALL’ ATTO DELL’ EMISSIONE ?

- COME DEVE ESSERE EMESSA E GESTITA LA MONETA ?

Tutto il resto compete soltanto alla superficie della questione monetaria.

Altrimenti, come diceva Giacinto Auriti, lo Stato rimarrà un semplice
fantasma giuridico creato ad arte dalla Grande Mangiatoia come
paravento per servirSI anziché come strumento per servire.

Casimiro Corsi – casimiro.corsi@gmail.com

I commenti sono disabilitati.