Monti Mario, detto il bancario, interprete del nuovo film panettone di natale?… Macchè, macchè.. è solo un “pacco” da magliaro napoletano

Lunario Paolo D'Arpini 5 dicembre 2011

Il governo Monti ci ha portato un bel regalo di Natale! Non c’era bisogno di tanti professoroni, alti funzionari e banchieri per tagliare pensioni, fondi a Regioni e Comuni, mettere l’ICI e aumentare forse l’Iva, senza neppure discutere coi sindacati: bastava un gruppo di ragionieri e si sarebbe pure risparmiato sugli stipendi d’oro. Ma dove sono le misure per la crescita?? Ma dov’è la tanto decantata “equità”?? Una mini patrimoniale ridicola e poche misure di facciata che sfiorano chi ha tanto e chi non ha mai pagato, coprono in realtà una mazzata terribile sulla testa di pensionandi, pensionati, giovani, ammalati, possessori di case e ceti medio-bassi.

DI CHI È LA RESPONSABILITÀ DI TUTTO CIÒ?

1) LA DOTTRINA DELL’ “AUSTERITÀ ESPANSIVA”. L’errore di Monti è quello già denunciato dal Servizio ricerca del Congresso europeo e dal Fondo Monetario Internazionale, cioè di aver sposato la dottrina dell’ “austerità espansiva”, il modello fallimentare iperliberista dell’Unione Monetaria Europea (UEM) fatto di estremo rigore e misure restrittive nell’illusione, già rivelatasi disastrosa in Grecia e in Spagna, di dare poi impulso alla crescita. Queste politiche economiche non sono state neppure in grado di stabilizzare i mercati finanziari e ridurre i tassi di interesse sui titoli pubblici, perpetuando invece il circolo vizioso austerità-recessione-deficit-nuova austerità. Questa dottrina si basa sull’idea errata che la Banca centrale europea (BCE) non debba rifinanziare l’indebitamento pubblico e che si debba lasciar giudicare il mercato e le agenzie di rating. La BCE perciò é nata debole, senza una funzione istituzionale di supporto, lasciando generare timori perfino sulla solvibilità dello Stato e rendendo tossiciì i titoli pubblici. Affinché venga conservato questo strano modello di Banca centrale, gli Stati vengono obbligati a perpetrare misure di drastica austerità con le conseguenze che abbiamo conosciuto.

2) INASCOLTATO DA MONTI L’APPELLO DI CENTINAIA DI ECONOMISTI SULLA MODIFICA DEL RUOLO DELLA BCE. Qualche settimana centinaia di prestigiosi economisti provenienti dalle maggiori Università italiane e internazionali gli avevano scritto che rimettere in ordine i conti pubblici non è sufficiente per arrestare la crisi, perché la sfiducia non riguarda più il singolo Paese, ma l’intera zona euro, viziata da un difetto costitutivo riguardante il ruolo della Banca centrale europea, che deve funzionare come prestatore di ultima istanza per dare garanzia ferma e illimitata sul debito sovrano dei paesi dell’Eurozona, affinchè i tassi di interesse dei titoli di Stato vengano ricondotti ai livelli pre-crisi. Vi sono paesi che sono fuori dalla UEM e dalla Unione Europea con elevati disavanzi e debiti pubblici come Giappone, Gran Bretagna, e Stati Uniti (ad esempio il Giappone ha un debito pubblico che supera il 200% del PIL! Quello degli Stati Uniti supera il 100%): perché questi Paesi non subiscono attacchi speculativi quelli dell’eurozona? Perchè hanno una banca centrale che, stampando dollari o yen, può acquistare titoli direttamente dallo Stato, nel caso in cui i mercati rifiutino di farlo. In Europa non si può perché la cancelliera tedesca Merdel si oppone a modificare il ruolo della BCE e perfino ad Eurobond finanziati dalla BCE, in grado di sostituire i titoli di stato nazionali. Ciò permetterebbe invece una stabilizzazione del rapporto debito/Pil che tranquillizzerebbe i mercati, e si tradurrebbe in avanzi di bilancio necessari al sostegno della domanda aggregata e della crescita, particolarmente rilevante nelle fasi recessive come l’attuale. Timori d’inflazione per l’espansione della base monetaria non ce ne sarebbero perché i fatti dimostrano che durante una crisi, base monetaria e offerta di moneta seguono strade differenti ovunque. Del resto lo scopo di una Banca centrale è stabilizzare l’economia, invece così si impongono draconiane misure circa il debito pubblico, si fanno soffrire i popoli, si trasformano i titoli di Stato in titoli tossici e si premia la speculazione. Già, perché la BCE è l’unica Banca Centrale del mondo che compra titoli di Stato solo dalle banche private (all’1,5% di interesse) e non dagli Stati: con questi soldi le banche private speculano felici e contente comprando per esempio in Italia titoli di Stato al 7% di interesse.

Noi possiamo tagliare le pensioni, la sanità, licenziare il Pubblico impiego che tanto la speculazione e la crisi continueranno finchè lo statuto della Banca centrale europea non sarà modificato. Monti si è dichiarato contrario a tutto ciò a Strasburgo e nelle altre sedi internazionali, ponendosi più a destra perfino del Presidente francese Sarkozy. A Monti dobbiamo dunque addebitare la responsabilità di tutti i nostri sacrifici!

3) SE L’EUROPA NON MODIFICA IL RUOLO DELLA BCE BISOGNA RENDERE CHIARO A TUTTI CHI HA CAUSATO IL DEBITO PUBBLICO Quest’ultimo matura in Italia negli anni 1970-80 quando la spesa sociale viene adeguata ai livelli europei ma non le entrate fiscali. L’aumento dei tassi di interesse internazionali, l’ingresso nello SME e il “divorzio” fra Tesoro e Banca Centrale, la perdurante evasione fiscale determinarono l’esplosione della spesa per interessi e l’aumento del debito. La crisi di bilancio dunque non è generata dai costi dello stato sociale che oggi viene macellato, ma sostanzialmente da un calo delle entrate fiscali che dura da molto tempo. Dunque il debito è stato causato da diversi fattori: i salvataggi delle banche; le politiche di riduzione dell’onere fiscale concesse alle imprese, le delocalizzazioni delle imprese che pagano le imposte all’estero e non nel paese d’origine, il crollo della domanda interna di merci (che ha determinato una diminuzione di introiti fiscali per lo Stato) causata dalla riduzione dell’occupazione e del reddito; è un aumento del debito pubblico dovuto alla speculazione che ha fatto perdere fiducia nei Paesi e quindi salire i tassi d’interesse anche dei Titoli di Stato e perciò allargare il debito pubblico; è un aumento del debito pubblico dovuto alla stagnazione della crescita, causata negli ultimi 20 anni dalla perdita di produttività che, a sua volta, nasce sia dal ritiro dello Stato dai settori economici più avanzati sia dalle riforme del mercato del lavoro, che, precarizzando, hanno abbattuto il costo del lavoro e scoraggiato così gli investimenti per l’innovazione tecnologica, diminuendo perciò la produttività e penalizzando quindi le nostre esportazioni.

4) IL RIFIUTO DELLA MERKEL AD AIUTI EUROPEI ALLA GRECIA HA SCATENATO LA SPECULAZIONE. L’emersione del problema del debito è dovuta soprattutto al rifiuto della cancelliera tedesca Merkel di finanziare la Grecia nel 2009, quando bloccò per mesi gli aiuti europei facendo degenerare la situazione. Questo ha scatenato l’assalto speculativo della finanza internazionale, che si è poi esteso ad altri Paesi come Irlanda e Portogallo, poi Spagna e Italia, lambendo la Francia e ora la Germania. Gli investitori in effetti hanno ritenuto che, se l’Europa non riusciva a gestire con successo una crisi come quella greca, a maggior ragione non sarebbe stata in grado di affrontare quella di Paesi con debito maggiore

5) DOVE SONO LE MISURE PER LO SVILUPPO NELLA MANOVRA MONTI? L’UNICO MODO PER TORNARE A CRESCERE È STIMOLARE L’ECONOMIA Come ha scritto Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001, le politiche di austerity promosse dagli Stati europei sono un grave errore perchè fanno decrescere la domanda e rallentano la crescita. Anche un’eccessiva concentrazione dei redditi penalizza la domanda interna. Poichè l’aumento del debito pubblico è dovuto anche a un crollo della domanda interna (e quindi a una diminuzione di introiti fiscali per lo Stato) causata dalla riduzione dell’occupazione e del reddito bisogna che l’autorità pubblica si faccia creatrice di prima istanza di nuova occupazione attraverso la produzione di quei “beni base” fondamentali per il progresso sociale e civile dell’umanità. Attivare un nuovo motore interno dello sviluppo economico europeo, sul modello del “Job act” di Obama, significa che lo Stato deve rientrare nella produzione a partire da quella di servizi in regime di monopolio fino alle produzioni avanzate e innovative, che i privati non coprono, spingendosi fino alla nazionalizzazione delle banche, facendo crescere l’occupazione, riducendo l’orario di lavoro, aumentando i salari, dando maggiori servizi, deduzioni fiscali, potenziando ricerca, formazione, tecnologia, scuola e università, con investimenti su green economy e conoscenza, e difendendo il carattere pubblico di beni comuni quali acqua, energia, servizi alla persona, istruzione, sanità, trasporti, aziende municipalizzate, attività industriali pubbliche, immobili. I fondi vanno reperiti da chi possiede di più, cioè le persone (fisiche e giuridiche) titolari di grandi patrimoni anche immobiliari, e chi le tasse non le paga (l’evasione è a 120 mld l’anno!); con una maggiore tassazione delle transazioni e delle rendite finanziarie esclusi i Titoli di Stato, la riduzione dell’assurda spesa militare, chiudere i paradisi fiscali, tagli ai costi della politica, una politica fiscale ispirata a criteri di legalità e giustizia, Ici sulle attività di lucro della Chiesa; recupero e tassazione dei capitali occultati all’estero (230 miliardi solo in Svizzera!), utilizzo del surplus di riserve auree di Bankitalia. E siccome il debito pubblico non ha importanza strategica, come abbiamo visto, non bisogna costituzionalizzare il vincolo del pareggio di bilancio anche perchè tale modalità di controllo è basata sull’imposizione di regole fisse e di delega delle scelte politiche alle forze economiche che è profondamente contraddittoria con l’esigenza di scelte democratiche nella politica economica. Monti sta andando in direzione opposta a tutto ciò.

6) MODIFICARE LO SQUILIBRIO NELLA BILANCIA DEI PAGAMENTI FRA PAESI EUROPEI ESPORTATORI E IMPORTATORI La modifica del Patto di stabilità europeo avvenuta il 24 marzo di quest’anno ha posto l’accento sul debito pubblico anziché sullo squilibrio nella bilancia dei pagamenti fra Paesi europei esportatori e importatori, che genera debito (privato e pubblico) sull’estero. Ci sono 2 strade: la prima è che siccome è praticamente impossibile in tempi brevi aumentare le esportazioni in misura sufficiente a riequilibrare i deficit commerciali, i Paesi in crisi dovrebbero ridurre drasticamente le importazioni. Ma questo presuppone una riduzione anche molto violenta della domanda interna, che ha l’effetto di deprimere l’economia, e quindi di ridurre le entrate fiscali, accrescendo così il deficit statale. L’altra strada è che, se vogliamo che l’Europa e l’euro sopravvivano, è necessario che chi ha beneficiato di questi squilibri contribuisca al loro riequilibrio molto più di chi ci ha rimesso, proprio perchè ha più risorse per farlo. La Germania ha finora adottato politiche interne fortemente restrittive e di fortissima deflazione salariale competitiva, in totale contraddizione egoista con la sopravvivenza dell’Unione monetaria europea, accumulando crediti grazie al fatto che gli altri Paesi più deboli assorbivano le loro merci indebitandosi e quindi destabilizzandosi. Bisogna dunque ottenere prioritariamente uno “standard retributivo europeo”, che consentirebbe di interrompere la competizione salariale in atto tra i paesi dell’Unione.

CONCLUSIONE: DAL SOGNO ALL’INCUBO MONTI.

Non è sufficiente essere persone competenti per avere idee efficaci a risolvere i problemi. Le tre parole chiave annunciate dal governo Monti – rigore, crescita, equità – sono state espresse con rilievo diseguale, e sempre in chiave iperliberista: molto rigore senza discontinuità con le misure prese dal governo Berlusconi e Tremonti, poca crescita e scarsa equità.

Dobbiamo opporci con efficacia alle misure che vengono proposte, dimostrare che c’è una volontà popolare che desidera qualcosa di diverso e di più sensato rispetto alla macelleria che stanno provando a somministrarci.

LA PAROLA EQUITÀ DEVE TORNARE AD AVERE SIGNIFICATO.

RESISTERE ALL’AUSTERITÀ!

RESPINGERE LA MANOVRA MONTI CON LO SCIOPERO GENERALE!

Franco Pinerolo

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