Spread… aumenta diminuisce.. si alza si abbassa… fa pensare a qualcosa di sconcio… Ma insomma cos’è ’sto “spread”?
Apprendiamo dai giornali e dalle tv delle salite e discese dello SPREAD e diamo per scontato di conoscere il significato della parola e delle implicazioni del saliscendi…. E così andiamo avanti.. a discutere sullo spread.. (pronuncia spr(e)iid)…
In verità -diciamocelo pure- non capiamo un c….o dello spread, salvo che è una parola inglese con cui riempirci la bocca, sembra una parolaccia in “puro” slang americano pronunciata mentre si mastica “ciuing-gam”… Spreaaad… sputacchiando un po’ di saliva ai lati della bocca….
Noi italiani siamo specialisti nell’abbellire i significati se una cosa suona male -come ad esempio “tangente” o “interesse usuraio” ecco che lo chiamiamo spread… Letteralmente spread significa “diffondere, dilagare, disseminare” ma anche “banchetto e coperta” in volgo bancario economico rappresenta il guadagno per la banca che concede un mutuo….
I BDP sono dello stato -teoricamente- ma la banca li commercializza come fossero suoi ed alle sue condizioni… e noi paghiamo….
Ecco qui che un analista economico ci da la spiegazione tecnica… mettetevi le mani nei capelli mentre leggete, aiuta la concentrazione!
(Paolo D’Arpini)
Spread: cosa è, veramente!
Il valore è parametrato nel seguente dei modi: 100 = 1% di interesse, per cui se lo spread è, ad esempio, indicato in 345, vuol dire che la differenza è del 3,45%
a = 3,5% (interessi BTP ad aprile 2011) | b = 4,6% (interessi BTP a metà settembre 2011)
c = 3,2% (interessi BUND ad aprile 2011) | d = 1,9% interessi BUND a metà settembre 2011)
Ciò che interessa all’Italia è il delta tra il 3,5 ed il 4,6, vale a dire una maggiorazione dell’1,1%
Che i BUND tedeschi paghino l’1,9% con un vantaggio per la Germania in termini di costi per interessi pari all’1,3% è relativo per l’Italia e rientra nelle aspettative degli investitori che ritenendo più affidabili i BUND ne fanno maggiore richiesta e ciò determina l’abbassamento del tasso di interesse.
In serenità e giustezza, non è questo la speculazione ed argomento in sintesi.
I grossi investitori, gestendo patrimoni di terzi, sono rimasti scottati dalla crisi finanziaria del 2007>2008 e pertanto, al minimo sentore di problematiche (quasi sempre pilotate), dirottano su altro gli investimenti e facendo ciò producono solo un danno a chi ha affidato loro i patrimoni perché disinvestono su titoli validi quali i BTP, ma non possono neanche pensare di creare ulteriori problematiche perché ora sarebbero ritenuti responsabili anche economicamente; d’altronde, vendendo BTP ed acquistando BUND addebitano costi provvigionali ai Clienti che, intimoriti da tendenziose comunicazioni ‘economiche’, accettano di buon grado il costo per una maggiore tranquillità.
Accade quindi che BTP che offrivano una cedola (così sono chiamati gli interessi per questi titoli) del 3,5% sono venduti ad un prezzo inferiore (la cedola degli interessi non cambia); come dire
Acquisto 100 con interessi al 3,5%
Vendo a 90, ovviamente chi compra mantiene sempre il 3,5% sui 100 investiti!
Ed ecco la speculazione, quasi sempre gli stessi investitori poi riacquistano per proprio tornaconto o per quello di importanti clienti a 90 ciò che hanno fatto vendere a 100 (sic).
La sintesi è stata estrema e certamente può meglio chiarirsi.
Una ulteriore osservazione.
Il messaggio allarmistico di uno spread a circa 500 punti fa cogliere come se
fosse un quasi 5% il danno subito dai BTP nel mentre, ragionando come dovrebbe farsi, si può rimandare al mittente dicendo che se vendo i BTP ed acquisto i BUND allora sì che ricevo un danno: vale a dire che perdo proprio lo spread che è il divario tra quanto rende un BUND e quanto rende un BTP perché, certamente, tutti i BTP saranno onorati!!!
Ed infine, che i BUND calano l’interesse offerto è la conseguenza della ovvia regola domanda/offerta e certamente non sono acquistati solo da Italiani bensì da Francesi, Olandesi e da tutto il mondo e quindi il valore è INDIPENDENTE da quello dei BTP ed infatti se insiste un acquisto massiccio di BUND e l’interesse offerto diminuisce nel mentre quello dei BTP resta invariato, è evidente che la ‘distanza’ aumenta: ma che colpa hanno i BTP?
Paolo Majolino