Giuseppe Turrisi: “…l’euro come moneta non convince….(della serie non é mai troppo tardi!)

Proprietà popolare della moneta come rispetto del frutto del lavoro dell’uomo e della sua dignità.

Da poco ho scoperto un testo di un Barone siciliano un certo Giuseppe Corvaja che ha scritto nel 1844 un libro dal nome “BANCOCRAZIA”. Dove per contrastare il potere delle banche che determinavano debito propose un sistema bancario in cui gli azionisti erano i contadini stessi che chiedevano il prestito. Ossia questi concetti erano presenti in Italia prima del Capitale di Marx del 1986 (il primo volume) ossia prima che il comunismo assumesse un forma ideologica e politica. Questo mi fa riportare indietro di parecchi anni il concetto del partenariato che poi nella stessa Germania ebbe modo di svilupparsi negli anni della industrializzazione. Certo con un po’ di forzatura ci potremmo portare anche agli atti degli apostolo dove i primi cristiani “mettevano in comune i loro beni”, e ritornando ai tempi di oggi alla politica Sociale di Gheddafi in LIBIA dove i cittadini erano veramente proprietari della propria nazione oltre ai prestiti a tasso zero che lo stato concedeva. Cambiano i contesti storici, industriali, politici ed organizzativi, ma il principio di fondo non cambia.

C’è sempre qualcuno che produce il valore primario, poi c’ è qualcun’altro che con la scusa di amministrare questo valore, di fatto oltre a tenere per se il costo del servizio di organizzazione di fatto ne trattiene sempre di più fino al punto che l’intero valore generato dai primi non basta più e l’organizzazione chiede più indebitando i primi. La bravura di questo sistema infernale è ormai ultra collaudato ed è infallibile. Su questo meccanismo di pura matematica giocato con il meccanismo dell’interesse si riesce ad espropriare “legalmente” chiunque, dal singolo privato alla più grossa società fino a interi stati. Da poco ho scoperto anche che il colosso Bosh non lavora con le banche ma viene finanziato da una sua fondazione. Sono tutti elementi che ci portano sempre alla stessa conclusione. Il valore generato deve essere restituito a chi lo produce. Quindi se è vero che il denaro è la misura del valore (e rimaniamo a questa definizione) significa che questa “misura” deve essere di proprietà in contropartita di chi quel bene l’ha prodotto.

Berlusconi in una sua esternazione dice: “c’è un ‘attacco all’euro che non ha convito nessuno come moneta, ed in effetti è una moneta un po’ strana, perché è una moneta non di un solo paese ma di tanti paesi insiemi, che però non hanno un governo unitario dell’ economia, e che non ha alle sue spalle una banca di riferimento e di garanzia, quindi è un fenomeno che non si era mai visto e verificato…” Tutti questi sono elementi di riflessione, per dire che non c’è niente di nuovo sotto il sole, anche se la globalizzazione, ed internet, forse i processi di evoluzione e di rivoluzione si sono dimezzati. L’uscita di Berlusconi con quella frase sopracitata, che ha disturbato l’Italia dei valori, (ma dai?) è sicuramente un messaggio in codice che potrebbe avere diversi sviluppi, oltre che diversi destinatari, non certo comprensibili dalla signora Maria.

Un outing di questo tipo potrebbe avere diverse spiegazioni, una denuncia più chiara di cosa è l’euro (un sistema di esproprio e dominio con minaccia di uscire dall’euoro?), un avvertimento a quelli dell’altra parte, oppure un perdita di equilibri interni (lega), o per giocarsi l’ultima carta politicamente alle elezioni con un coinvolgimento popolare, un messaggio a Sarkosy che rivuole 400 miliardi ma che sa perfettamente che non esistono quindi bisogna dargli beni reali, visto che il nucleare potrebbe saltare, ma alcune forze politiche trasversali non vogliono cedere patrimonio pubblico. Le promesse non le vuole sentire più nessuno, infatti in Grecia per concedergli l’ultima trance di ulteriore prestiti hanno voluto la legge che licenziasse trentamila dipendenti pubblici, e da noi tutti premono sulle riforme strutturali (svendita di patrimonio) tra cui Napolitano (garante del popolo italiano) ma chi lo sa vedremo, una cosa è certa però come mai lo dice solo adesso che l’euro come moneta non convince?

Giuseppe Turrisi (Albamediterranea)

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