Bosco del Cansiglio: I Dogi di Venezia lo acquistarono per le generazioni future.. e la Regione Veneto se lo vende… che giustizia è questa?
Scriveva il naturalista Pino Sartori: “Il Cansiglio è un ambiente naturale di grandissimo pregio, caratterizzato profondamente, in ogni sua parte, da una unità fisica e biologica indissolubile, un testimone fondamentale dell’ecologia degli ambienti della fascia prealpina, un emblema storico e del paesaggio Veneto, insomma un patrimonio unico e irriproducibile della terra veneta”
Il Bosco del Cansiglio venne acquistato dalla Serenissima, con atto del Doge Francesco Donato, il 28 luglio 1548. Quindi fino alla caduta della Repubblica Serenissima nel 1797, il Cansiglio fu regolato da leggi severe e previdenti sia nei riguardi degli utilizzi del legname, sia nel controllo rigido del pascolo; infatti più volte fu eseguita la “caratazione”, cioè la individuazione e la stima delle superfici, dei pascoli ricompresi nella foresta in uso da tempo alle popolazioni limitrofe.
Nei secoli l’estensione della foresta ha subito forti diminuzioni: dai 57.000 ha stimati per il XVI secolo, ai meno di 7.000 dei giorni nostri… ed ora cosa intende farne la Regione Veneto di questo rimasuglio di polmone verde…?
Sono ogni giorno più allarmato e indignato dalle sempre più frequenti esternazioni a mezzo stampa della Giunta Regionale veneta sull’intenzione di vendere a privati il “cuore del Cansiglio”, cioè una parte rilevante della Piana: l’Hotel S. Marco, il campo da golf, il Rifugio S. Osvaldo, l’area dell’ex Caserma Bianchin.
E tutto questo viene giustificato con la scusa della crisi economica e della mancanza di risorse, ma in realtà questa vendita permetterebbe di realizzare solo una manciata di milioni di euro, poco più di una decina. Una cifra irrilevante per il bilancio regionale ed ancora più ridicola alla luce della notizia di questi giorni per cui è bastato un viaggio a Roma del presidente della provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder per “portarsi a casa” ben 74 milioni di euro tirati fuori dai FAS, “Fondi per le Aree Svantaggiate”, (Bolzano area svantaggiata?).
Dunque questo è il peso dei politici veneti a livello nazionale?
Ma se passerà questa vendita, allora si sarà rotta una diga e, al di là delle promesse degli attuali assessori (chi se ne ricorderà o le rispetterà fra cinque o dieci anni?) per cui in questa fase di emergenza si vende “solo” questa parte, tutto il patrimonio culturale e ambientale del Veneto sarà in pericolo.
Ora tocca al Cansiglio, poi sarà il turno di Vallevecchia-la Brussa, della Foresta di Giazza, delle Riserve del Monte Baldo e così via.
Ma è concepibile che l’Antica Foresta del Cansiglio, uno dei luoghi principali dell’identità veneta, il Gran Bosco da Reme della Serenissima Repubblica di Venezia, che ha resistito integro per oltre 1000 anni, un luogo sacro alla memoria della Resistenza, possa venire smembrato e venduto al miglior offerente?
Vogliamo che con la devastazione della foresta inizi anche lo sbriciolamento del territorio?
La Foresta del Cansiglio è un’area di utilità pubblica e naturalistica con una evidente pluralità di funzioni che sono principalmente:
1. la conservazione degli aspetti naturalistici e storico-culturali;
2. l’educazione ambientale;
3. la fruizione turistico-ricreativa;
4. la protezione del suolo e dei versanti dall’erosione;
5. la produzione di prodotti del settore agricolo-zootecnico.
Conserviamolo quindi per le generazioni future!
Come cittadino di origine veneta chiedo al Presidente della Regione, alla Giunta regionale, al Consiglio regionale tutto che nessuna parte dell’Antica Foresta del Cansiglio venga venduta. Altra cosa è invece cedere in affitto, anche per un tempo lungo e comunque per finalità compatibili con l’importanza sia naturalistica che storica di questo patrimonio regionale, che quindi è di tutti, non di pochi privilegiati.
Come cittadino di origine veneta chiedo che la Foresta del Cansiglio venga valorizzata attraverso la creazione di un’Area Protetta e venga avviata la richiesta per il riconoscimento di Patrimonio Culturale dell’Umanità-UNESCO.
Paolo D’Arpini Tirabosco
Originario (da parte di madre) da Bagnoli di Sopra (Padova)
Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana
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Per coloro che metterebbero in pericolo la foresta
Gli spiriti degli alberi abbattuti,
gli spiriti delle piante, gli spiriti del muschio, gli spiriti della roccia
ti affidano un inferno
senza uccelli, un arido inferno di scorta dove
il tuo nome non sarà noto –
sarai conosciuto come desolazione,
distruttore di pianeti, anima solitaria che
vive senza l’amicizia della vita,
senza il conforto delle specie –
i fantasmi di coloro che hai
messo da parte ti seguiranno appena
ti muoverai verso aridità, polvere
e cieli vuoti –
di sicuro la bontà e la pietà
lasceranno intatta la tua vita miserabile,
come se tu abitassi per sempre in
una terra senza vita,
cercando di ricordare il suono
degli uccelli, il suono del vento,
il suono del tuo cuore.
(Gary Lawless -Caribuddismo)