Stephen Hawking: “Terra, apocalisse sicura con la continuazione di questo sistema. Ancora pochi anni ed il pianeta non sarà più adatto alla vita umana…”
Nel 2.200 l’umanità per sfuggire all’estinzione sarà costretta ad abbandonare la Terra e cercare di colonizzare altri pianeti. Questo sempre se i ritmi di crescita demografica non si arresteranno e se non si bloccherà l’effetto serra.
I disastri climatici da oggi a quella data saranno di un crescendo impressionante sia come forza distruttiva che come frequenza. Tutto questo non è fantascienza!
E’ quanto afferma il noto astrofisico britannico Stephen Hawking che ha attentamente analizzato il trend di crescita della temperatura sul pianeta e l’incidenza in progressione quasi aritmetica dei disastri climatici dal 1995 ad oggi.
Le parole di Hawking fanno riflettere alla luce di quanto sta succedendo nel mondo. Gli esperti dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’agenzia dell’Onu che si occupa dei cambiamenti climatici, hanno dichiarato che gli eventi catastrofici degli ultimi mesi sono coerenti con le conclusioni raggiunte dai loro studi, sebbene i fatti di una singola annata non siano da soli sufficienti a dimostrare la bontà delle previsioni, tuttavia è da oltre dieci anni che si assiste ad un incremento di fenomeni meteorologici estremi.
Nei prossimi 200 anni, per garantirci un futuro, scampando all’estinzione, potremmo dover lasciare la Terra, emigrando nello spazio verso altri pianeti.
Ad oggi però ciò non sarebbe possibile viste le basse velocità e la poca autonomia dei nostri missili spaziali, ma forse tra qualche decennio potremmo avere motori di astronavi molto più potenti degli attuali e, quindi, invece di raggiungere Marte in circa 8 mesi lo potremmo fare in una settimana.
A quel punto raggiungere la stella a noi più vicina Proxima Centauri con la sua coorte di pianeti, invece di impiegare migliaia di anni ci potremmo arrivare in venti o trent’anni. E’ sempre un periodo molto lungo, ma alla fine si tratta di una generazione, come fu per l’esodo degli ebrei dall’Egitto. A loro il viaggio durò 40 anni.
E’ inevitabile, dice Hawking, che di questo passo, senza interventi drastici sia nella diminuzione delle nascite, che dello sfruttamento delle ultime risorse naturali del pianeta, da qui a 100 anni la sopravvivenza del genere umano sarà già un problema.
Del resto, gli studi sul riscaldamento globale mettono in guardia su pericoli, come temperature più elevate, siccità e precipitazioni meno frequenti ma molto più violente, che oggi balzano all’attenzione delle cronache in molte parti del globo.
Con danni ingentissimi e diverse migliaia di vittime. Tutto questo mentre i governi manifestano buone intenzioni ma sono ancora lontani dal condividere impegni precisi su questi temi.
Sovrappopolazione
Un rapporto Onu del 2009 stima che per il 2050 la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi di persone con un incremento significativo soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Dopo il 2050, tuttavia, la maggior parte dei demografi ipotizzano che le politiche di controllo delle nascite riusciranno a contenere la natalità, determinando addirittura un calo delle presenze sulla Terra nelle decadi successive.
Tuttavia, questa non è che un’ipotesi, poiché, sempre secondo una ricerca Onu, qualora la natalità media dovesse restare sui ritmi attuali nei prossimi 300 anni la popolazione terrestre sarà pari a 134 miliardi.
Si tratta di una cifra assurda, probabilmente irrealistica, che però fa capire il potenziale di rischio legato a tassi di natalità eccessivi e incontrollati. Un altro esempio: qualora il tasso di natalità diminuisse di poco rispetto al 2,73 attuale, fino a quota 2,34, nel giro di 300 anni saremmo ben 36,4 miliardi.
E secondo il rapporto 2009 dell’Unfpa (United nations population fund), il Fondo delle Nazioni Unite che si occupa del diritto alla salute, delle pari opportunità e della riduzione della povertà, contenere le nascite è importante anche per l’equilibrio ambientale: meno nascite significano minori emissioni di anidride carbonica e dunque rischi più ridotti di riscaldamento climatico.
Alla fine di tutto questo c’è da chiederci: siamo giunti al capolinea o abbiamo ancora spazi di manovra? Se siamo giunti al capolinea, allora o si rivedono strategie politiche diverse dalle attuali in cui all’ESSERE prevale ancora l’AVERE, il possedere, lo sfruttare l’ambiente naturale, l’arricchimento facile, ecc., ecc., oppure ci dobbiamo rassegnare ad estinguerci attraverso guerre atomiche per possedere l’ultima goccia di petrolio e di acqua, oppure, ancora, ci estingueremo a causa di una pandemia planetaria di cui l’OMS da anni teme il suo arrivo.
Non credo che a quel punto avremo costruito astronavi in grado di portarci fuori del Sistema Solare, semmai riusciremo a sopravvivere in capsule di vetro sulla Luna e su Marte.
Ma qualcuno ci dice che alla fine prevarrà l’intelligenza umana, al momento però dobbiamo prendere atto che prevale nei potenti della Terra ancora la stupidità….
(Da uno servizio di Luca Vaglio – rielaborato da Filippo Mariani – La Tua Voce)