Settimana vegetariana mondiale, ottobre 2011, con il Circolo Vegetariano VV.TT. – Eventi a Bracciano (Roma), Calcata (Viterbo) e Treia (Macerata)

Come è già avvenuto in passato anche per l’edizione di quest’anno il Circolo vegetariano VV.TT. aderisce alla settimana mondiale del vegetarismo, che si svolge ai primi di ottobre 2011.

Ancora una volta parleremo e dimostreremo esempi di Ecologia Profonda, Alimentazione naturale e Spiritualità Laica e stiamo prevedendo una serie di appuntamenti su questi temi. Tanto per cominciare il 2 ottobre ricorre la nascita di Mohandas Karamchand Gandhi, nato in quel giorno del 1869. Qui vorrei ricordare che Gandhi fu preso a modello della Nonviolenza da Aldo Capitini che fondò sia il Movimento Nonviolento Italiano che l’Associazione Vegetariana Italiana, di cui il Circolo VV.TT. è un membro storico. Pertanto in questa giornata stiamo organizzando alcuni incontri nella Tuscia, ove sono le nostre radici, per benedire gli amici vegetariani che hanno proseguito nell’opera. Caterina ed io saremo a Nepi a pranzo a casa di Luisa, la segretaria del Circolo VV.TT., più tardi, verso sera, andremo nel nuovo punto d’incontro vegetariano Zuccallegra, invitati dall’amico Roberto Caivano. Appuntamento alle h.18.30, in via G. Tamburri 9, Bracciano (RM). Dove si terrà la presentazione di Vita senza Tempo.
Il 3 ottobre 2011, si terrà a Calcata (Vt) un incontro informale presso la sede storica del Circolo, in Via del Fontanile snc. L’appuntamento è alle 10 di mattina e si protrae sino all’ora di pranzo, saranno presenti amici e parenti.

Particolarmente cara mi è la celebrazione di San Francesco, patrono d’Italia e vegetariano antesignano, che ricorre il 4 ottobre, in cui nella nuova sede di Treia, nelle Marche, si terrà verso sera una recita di brani edificanti tratti dai Fioretti di San Francesco. La recitazione sarà seguita da una condivisione del cibo vegetariano da ognuno portato.

Gli aspiranti partecipanti sono pregati di contattare:
Paolo D’Arpini – circolo.vegetariano@libero.it – Cell. 333.6023090

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Ed ora alcune notizie su Gandhi e la Nonviolenza

La non-violenza è un valore che fa parte delle tradizioni etiche di alcune religioni, come si riscontra nel Buddismo, Induismo e nel pacifismo cristiano.

Comunque, ha raggiunto una tale statura, da essere considerato un valore cui aspirare, oltre ad essere divenuto un principio da seguire ed adottare contro la violenza della guerra.

Il miglior maestro della non-violenza dei tempi moderni è Gandhi. Egli è anche considerato dalla maggior parte degli Indiani il fondatore della loro Patria, e da tanti altri come il maggior esponente di questa pratica al punto da essere anche ritenuto una sorta di santo.

Infatti ha sperimentato l’uso della resistenza passiva e della non-violenza sia come approccio filosofico e spirituale alla vita di tutti i giorni, sia come tecnica da seguire per raggiungere un vero cambiamento politico e sociale.

Gandhi era conosciuto tra gli Indiani come “Mahatma”, ovvero Grande Anima, per il suo coraggio, per la sua semplicità, e per lo straordinario impatto che i suoi insegnamenti avevano su tutti, e per l’esempio di vita che ha saputo dare.

Il tema centrale della ricerca di Gandhi è la “verità” come si può desumere dalla lettura della sua autobiografia intitolata “I miei sperimenti sulla verità”; riteneva che l’amore per la non-violenza potesse raggiungersi solo con la compassione e la tolleranza per le altre persone e che il suo concreto esercizio implicasse una continua prova, sperimentazioni, a volte errori e continui sforzi.

Forse il concetto più importante dei suoi insegnamenti è satyagraha, che tradotto letteralmente significa “ la forza dell’anima” o “ la verità dell’anima”. Questo è un valore che per essere vissuto in pieno, richiede una aderenza piena e interiore al rispetto ed amore per il prossimo.

Mohandas Gandhi nasce in India nel 1869; i suoi genitori appartenevano alla casta dei commercianti Hindu. Egli rimase sempre devoto alla sua religione ma esercitarono forti influenze anche le tradizioni e i valori di altre religioni, come ad esempio il principio pacifista del Cristianesimo, e gli scritti di Thoreau e Tolstoi sui diritti e doveri degli individui di praticare la disobbedienza civile quando le autorità politiche violano le libertà personali e i diritti politici.

Gandhi ha con forza sottolineato a più riprese che satyagraha deve essere distinta dal passivo desiderio di evitare conflitti a tutti i costi. La classe media in particolare, ha sempre tollerato situazioni scomode pur di poter continuare ad avere una vita sicura e comoda.

“La mia fede nella non-violenza è una forza estremamente attiva”, scrisse Gandhi, “ non c’è posto per i codardi o per i deboli. Si spera che un uomo violento possa, un giorno, diventare un non-violento, ma non c’è speranza per i codardi”:

La non-vilenza e la disobbedienza civile ricerca il diritto di scelta del singolo,e anche l’obbligo di ognuno,di sperimentare fino in fondo le conseguenze di quella scelta ed essere anche giudicati, di conseguenza, dalla società in cui vive.

La scelta della strada della non-violenza non è sempre semplice: arresti, torture, a volte persino la morte possono far parte di questo modo di combattere. Gli individui sono chiamati a svolgere tutte queste funzioni e a soffrire, anche per tutti gli altri.

Inoltre richiede anche un profondo rispetto per i propri nemici; deve basarsi su una profonda onestà e verità. Occorre considerare il proprio nemico molto seriamente e instaurarci un dialogo che lo porti ad una auto-analisi perché possa fargli cambiare direzione senza fargli perdere l’onore.

In un qualsiasi conflitto in cui vengono usate le armi c’è sempre un vinto da una parte, un vincitore dall’altra.

Nel concetto di satyagraha, l’obiettivo da raggiungere è quello che entrambi le parti vincano agendo con l’amore e in armonia reciproca, piuttosto che continuare nella strada della discordia e della violenza.

(Notizie su Gandhi raccolte da Angela Braghin)

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