Stefano Panzarasa e Paolo D’Arpini: “Cronistoria e retroscena sulla nascita della Rete Bioregionale Italiana e sulla divulgazione dell’idea bioregionale a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso…”
Scrive Stefano Panzarasa: “Ciao, su AAM Terra Nuova ho letto con stupore, un po’ di piacere ma anche tristezza la giusta lettera di protesta di una lettrice che criticava espressamente un articolo di Etain Addey sul “dare un nome al formaggio”…
(vedi: http://www.terranuovaedizioni.it/view.asp?ID=6170 (Etain)
http://www.aamterranuova.it/article5605.htm)
Mi spiego, conosco Etain da quindici anni e fui io a presentarla a AAM Terra Nuova (di cui sono lettore appassionato e anche a volte collaboratore sin dagli inizi romani negli anni ‘80) per permetterle di pubblicare i bei articoli-racconti che scriveva sulla sua vita a Pratale. A qui tempi consideravo Etain una maestra di vita e in gran parte lo è ancora e insieme partecipavamo alle attività della Rete Bioregionale Italiana. Col passare degli anni una nuova consapevolezza si è fatta avanti in me ma anche in tante altre persone, uomini e donne che hanno ormai molta attenzione per il benessere degli animali e quindi hanno deciso di arrivare, molti passando per il vegetarianesimo, alla scelta vegana, un modo ecopacifista non violento di rapportarsi con il mondo “altro” dei viventi, gli animali. Negli ultimi anni avevo cercato di portare queste idee all’interno della Rete Bioregionale Italiana ma non c’è stato nulla da fare, la “maestra” Etain ma anche Giuseppe Moretti, il co-fondatore della Rete, caro amico e anche lui maestro di vita, non ne hanno voluto sapere, ci sono state incomprensioni, discussioni, persino censure su questo come altri argomenti importanti su cui qui non voglio dilungarmi ma che alla fine hanno portato alla mia emarginazione… E’ finita che non potendomi cacciare via (sarebbe stato troppo…) se ne sono andati loro insieme a molti altre persone ma la Rete è sopravvissuta grazie all’impegno di Paolo D’Arpini (anch’esso ben conosciuto in AAM) che l’ha praticamente rifondata e ora le cose sono tornate al meglio (si veda www.retebioregionale.ilcannocchiale.it) – C’è da dire che nessuno voleva imporre agli altri scelte radicali ma solo un dibattito cosa che è tutt’ora in corso pacificamente in seno alla Rete Bioregionale Italiana. La morale di tutto ciò è che se si vuole essere bravi maestri bisogna anche ascoltare gli altri e sapersi modificare in bene nel tempo e in questo caso in modo ecologicamente consapevole. Ovviamente personalmente sono convinto che il benessere degli animali, come di noi stessi e del pianeta sia ormai una scelta inderogabile… www.orecchioverde.ilcannocchiale.it”
Mia rispostina: “Caro Stefano, pensa che proprio stanotte avevo sognato Etain.. era una specie di festa in cui stavamo tutti assieme ed io dovevo cucinare.. cercavo un grande vassoio e ne avevo trovato uno di quando la sede del Circolo VV.TT. ancora stava a Calcata, e che usavamo per gli incontri bioregionali al Tempio della Spiritualità della Natura… facevo ovviamente un’insalata vegetariana. Beh, mi dispiace che si accresca la frattura.. però le cose vanno come debbono andare e non possiamo farci nulla…. Ah nota bene che Giuseppe fu solo “co-fondatore” della rete…”
Replica di Stefano: “Caro Paolo, sto leggendo proprio inquesto periodo un bel libro sulla sincronicità degli eventi (Jung) quindi mi pare “normale” che tu abbia sognato Etain… La frattura doveva accrescersi per forza… Io per loro dovevo essere una specie di avvertimento che non hanno voluto sentire… Peccato. Il testo da me postato su AAM non si può modificare ma se la cosa andrà avanti farò la rettifica… In ogni caso l’idea del bioregionalismo ci arrivò da Giuseppe… Un saluto”
Mia precisazione: “L’idea di Bioregionalsimo? Forse a te arrivò da Giuseppe Moretti ma già era nota attraverso Frontiere di Zarelli.. infatti mi meravigliai, a suo tempo, che non fosse diventato lui il coordinatore… Giuseppe era conosciuto solo nell’ambito “americano” mentre Zarelli già ne aveva fatta di strada soprattutto con gli aspetti socio-ecologici… Ricordo che l’amico vegetariano Claudio Viano (assieme alla fidanzata Daniela) di Torino, che restò lì ad Acquapendente per entrambi i giorni dell’incontro (io invece me ne partii con Lidia dopo le polemiche sul vegetarismo con Giuseppe) mi raccontò che ci fu un’ampia discussione sugli aspetti del bioregionalismo da inserire nel documento della Rete ed alla fine prevalse la visione di Giuseppe…. anche per “merito” tuo, per cui ..”alla fine tutto ritorna..”
Ulteriore commento di Stefano: “Carissimo,
tu hai buona memoria e io sono documentato… Quindi senza alcuna polemica con quanto hai scritto ma solo per curiosità (anche mia che ci ho passato una buona ora e mezza leggi questa storia…)
Dunque ho fatto la mia ricerca bibliografica d’archivio ed ecco il risultato:
Frontiere esce con il numero 1 (era un trimestrale) nel 1989. Io non ho i primi numeri ma nel n. 2 del 1992 parla di un congresso americano sul bioregionalismo (articolo di T. Rhebb tradotto da Franco Slegato) e poi nel n. 3 sempre del 1992, sempre con la traduzione di F. Slegato, c’è la recensioni del libro “Le Regioni della Natura” di K. Sale.
Sempre nel 1992 al n. 4 (sett. dic.) arriva l’articolo di Giuseppe Moretti che presenta il bioregionalismo e contemporaneamente Moretti fa uscire il n. 1 di Lato Selvatico.
Non sappiamo quindi se Zarelli prima del 1992 avesse parlato già del bioregionalismo anche se è indubbio che almeno editorialmente lo fece prima di Giuseppe Moretti.
Comunque Zarelli presentava il bioregionalismo (almeno negli articoli che ti ho citato come di ambito americano mentre Moretti aveva partecipato anni prima all’esperienza biorgionale italiana portata avanti da AAM terra Nuova che però poi si era arenata e quindi fu lui a cercare di ricreare un gruppo attivo in Italia (1).
Non mi ricordo bene se arrivai prima a Zarelli ma credo prima a Moretti per via del fatto che cercavo (proprio nel 1992 un contatto con Gary Snyder. Comunque sia fu Edoardo Zarelli a organizzare (anticipando lui soldi, l’incontro di Monterufeno (che sancì la nascita della Rete Bioregionale Italiana nel 1996) dove però non prevalse la visione bioregionale di Giuseppe ma più che altro il fatto che il “Manifesto” della Rete proposto da Zarelli era lunghissimo e non adatto (se lo pubblicò poi su Frontiere); si decise così di redigerne uno breve che poi esiste ancora…
(1) – AAM Terra Nuova alla fine degli anni ‘80 propugna l’idea Bioregionale con articoli sul bioregionalismo e alcuni incontri dove so che partecipò Giuseppe ma non risulta tra i partecipanti principali citati(considera che posso trovare le date giuste, ho gli articoli in fotocopie venute male ma in uno scatolone situato in un posto complicato ho gli originali, se un giorno vorremmo scrivere la storia del B. in Italia li prenderò…
Ne discende che l’idea originale della “Rete” mi era già arrivata da AAM alla fine degli anni ‘80 ma non mi aveva coinvolto più di tanto ma quindi si può dire che non è ne di Zarelli (lui si impegnò culturalmente su Frontiere in seguito), ne di Moretti (che però si impegnò nella pratica a cercare di ricreare il gruppo abbandonato da AAM…)”
Stefano Panzarasa e Paolo D’Arpini
11 settembre 2011