Archivio di agosto 2011

Valdo Vaccaro e l’importanza di essere vegetariani vegani

Essere vegani significa essere gente speciale, o almeno gente che
cerca di diventare tale, ponendo a se stessa degli obiettivi
sicuramente avanzati e superiori rispetto alla normalità.

Essere vegani significa capirsi al volo, parlare la stessa lingua,
sentire gli stessi sentimenti di amore per noi stessi e la natura che
ci circonda, nonostante le nostre diversità etniche e culturali.
Essere vegani significa pensare, fare, mangiare, comportarsi in
particolari e distinti modi, non per snobismo o per moda, ma perché
noi umani siamo davvero creature dotate di motori biochimici e
spirituali fuori del comune, per cui siamo obbligati a procurare
carburanti speciali per i nostri propulsori.

QUALI SONO I NOSTRI INGREDIENTI
Serve aria fresca, luce solare, acqua pura, frutta, vegetali, semi,
germogli e tuberi, al posto del “cruel food” e del cibo spazzatura,
che include le proteine animali, i cibi inscatolati, salati,
zuccherati, cotti e sintetizzati.Serve spiritualità e motivazione,
serve amore e fratellanza universale, serve religioso rispetto per il
prossimo, servono idee all’altezza della situazione, e non pensieri
mediocri e scriteriati. Servono idee coraggiose ed innovative, non
luoghi comuni e pensieri allineati con quanto fa la maggioranza.

IL RIFIUTO DI OGNI ETICHETTA DISCRIMINANTE
Sono vegetariano da 60 anni, ovvero da quando ero ragazzino, e sono
diventato vegano tendenzialmente crudista negli ultimi 30 anni. Ma,
onestamente parlando, non mi è mai piaciuto essere chiamato
vegetariano o vegano o crudista. Tutte queste non sono altro che
etichette semplificative volte a ghettizzare in qualche modo chi va
fuori dal gregge.
Mi ritengo una persona semplice che ha scelto di comportarsi secondo
le leggi della natura, come qualunque uomo dotato di comune buonsenso
e saggezza dovrebbe fare.

IL CONVIVERE PROBLEMATICO
Sono dunque un uomo normale, costretto però a vivere in una società
anormale e sub-normale, demenziale e deformante, dove la maggioranza
consuma qualunque tipo di sostanza messagli a disposizione dal
mercato, qualunque tipo di mercanzia esposta a destra e a manca, poco
importa se impregnata di sangue, di sofferenza e di morte. Una società
formata da gente che non sceglie, non seleziona, non pensa, ma che
semplicemente butta dentro con ingordigia e indifferenza, obbedendo
agli schemi, ai cattivi esempi e alla diseducazione televisiva di massa.

INSENSIBILITA’ ETICA ED ESTETICA
Gente che immette in bocca e nello stomaco qualsiasi porcheria capace
di sfamare i propri gusti deviati e pervertiti da abusi e da abitudini
inveterate. Gente che trova normale e pacifico trasformare il proprio
intestino in una tomba per cadaveri dilaniati nei macelli. Gente che
mastica qualsiasi materiale, sia esso un granchio puzzolente, uno
scorpione arrostito, una testa di vipera, un fegato di anatra o un
testicolo di bue. E lo fa con la stessa scioltezza e la stessa
disinvoltura di chi ha in bocca una chewing-gum o una innocente e
succosa mela Granny Smith. Più che di cattiveria, si tratta di carenza
culturale, di mancanza educativa, di sistematica insensibilità etica
ed estetica.

UN’IMPORTANTE FIACCOLA CHE SI MUOVE CONTROCORRENTE
Noi vegani non siamo affatto gente minoritaria o secondaria in termini
di valore. Mettiamoci bene in testa che noi siamo gente vera, dotata
di qualità, di caratteristiche, di vedute ecologiche importanti e di
sensazioni ormai rarefatte, quali la compassione per gli animali
perseguitati e la preoccupazione per una natura messa a dura prova
dalla dabbenaggine umana. Noi siamo quelli che portano controcorrente
la fiamma olimpica e il testimonial della verità. Dio ci guardi dalla
presunzione e dall’arroganza. Stiamo però attenti a non fare l’errore
opposto. Manteniamo alta la nostra autostima e prendiamo coscienza del
nostro ruolo altamente educativo. La gente sbagliata e da discriminare
non sta tra le nostre fila ma piuttosto nel campo avverso. La gente
sbagliata sta negli anziani, ingessati nelle loro solite ed obsolete
tradizioni, ma soprattutto nelle schiere di giovani che seguono i
McDonald’s, i Burger King e i Kentucky Fried Chicken.

SOLIDI LEGAMI CON HONGKONG E LA CINA
Sono italiano, ma sono pure fortemente legato a Hongkong e alla
Regione Cinese.
Ho incontrato mia moglie Kathleen Fong da queste parti. Ho due ragazzi
cresciuti magnificamente senza latticini, senza carne, senza vaccini,
senza farmaci e senza integratori di alcun genere.
Ho parenti e amici in questa magnifica metropoli orientale, come il dr
Vincent Lai che mi onora qui della sua presenza, e che è impegnato nel
mandare avanti il nostro comune messaggio.
Ha capito che il business e la finanza sono importanti, ma nulla
valgono se manca la salute.
Ha capito che ogni spinta verso il veganismo tendenzialmente crudista
significa fare del bene a se stesso, alla sua famiglia, ai suoi
importanti clienti, alla Cina, e al pianeta in generale.

LA NATURA E’ SOVRANA MEDICATRICE DI TUTTI I MALI
Qual è dunque il mio messaggio alla comunità vegana e non vegana di
Hongkong?
Esso è contenuto nel mio blog italiano www.valdovaccaro.blogspot.com e
in quello hongkonghiano Inglese-Cinese www.drvaldovaccaro.com.hk, ed
anche nei miei libri Alimentazione Naturale (ottenibile a Hongkong
nella versione inglese e cinese, chiedere informazioni a mlai1997@gmail.com
) e Storia dell’Igienismo Naturale (di prossima traduzione). In tutti
i miei scritti affermo in continuazione che “La Natura è sovrana
medicatrice di tutti i mali”, in ossequio a Pitagora, a Ippocrate,
alla Scuola Medica Salernitana e a Leonardo da Vinci. In più aggiungo
alcuni altri punti fondamentali.

SIAMO VEGANI PER DISEGNO BIOLOGICO
Punto 1. Dobbiamo essere vegani perché siamo disegnati in senso vegano-
fruttariano e non in senso proteico. Lo confermano tutte le scienze.
Lo dimostrano cento segnali coerenti ed inequivocabili che non sto qui
nemmeno ad elencare. Basti sapere che, non appena superiamo i 25-30
grammi di proteine al giorno (quota che si raggiunge a occhi chiusi
con qualsiasi dieta crudista), finiamo in zona pericolo, in zona
acidificazione del nostro sangue alcalino attestato su un pH compreso
rigorosamente tra 7.30 e 7.50 sulla scala acido-alcalina che va dallo
zero (max acidità) al 14 (max alcalinità), e caratterizzato da
assenza totale di enzima uricasi (indispensabile per disgregare
l’enorme quantità di acido urico, 28-30 grammi per kg di carne o di
pesce). I mangiatori di carne e di carogne sono invece caratterizzati
da sangue acido e da alta presenza di enzima uricasi, oltre che da
alta acidità stomacale, da intestini corti, tozzi, lisci. L’esatto
contrario dell’intestino umano, extralungo, spugnoso, gomitoso, e
dotato di un apparato assimilativo delicatissimo e complesso, con 4-5
milioni di villi assorbenti equivalenti incredibilmente a due campi da
tennis.

DOBBIAMO ESSERE UNA FORZA SOLARE AD AURA ROSSA, NON UN BUCO NERO CHE
RUBA ENERGIA INTORNO A SE’
Punto 2. Dobbiamo essere crudisti, perché la forza reale della natura
sta principalmente nella frutta matura e nei vegetali allo stato
naturale, nelle mandorle e nelle noci, come confermato dalle onde
vibrazionali delle tabelle Simoneton. Tabelle precise e verificabili
che pongono la frutta tra le sostanze vivificanti ed emittenti i
massimi valori Angstrom (9-10000) accompagnati da radiazioni
all’infrarosso, quelle che rendono pure l’aura umana rossa, solare,
piacevole e dispensatrice di forza e vitalità.
Le carni, le proteine animali, gli integratori, le vitamine
sintetiche, i cibi pastorizzati e devitalizzati, i sali e gli zuccheri
industriali, i the e i caffè, fanno a gara nello stare in basso,
nell’oscillare tra i 1700 Angstrom tipici delle persone in stato di
cancro terminale e i 3000 dei cibi ladri ed ammalanti.
Fanno a gara nell’emettere radiazioni grigie, nerastre e ai raggi X,
quelle che rendono poi l’aura umana negativa ed assorbente, ladra di
energie circostanti al pari di un buco nero stellare.
E’ d’obbligo per ogni essere umano mantenere il suo stato di
equilibrio e di forma psicofisica ideale, evitando di scendere sotto
il livello di 6500 Angstrom.

UN BUON COMPROMESSO CON GLI AMIDI COTTI IN MODO INTELLIGENTE
Punto 3. Dobbiamo essere tendenzialmente crudisti, accettando alcuni
compromessi con l’amido cotto (patate, yam, castagne, cereali
integrali, pani integrali, paste integrali), al fine di raggiungere
con maggiore facilità il bilancio calorico giornaliero, visto che i
nostri ritmi e sistemi di vita moderna ci impediscono di alimentarci
con la dovuta frequenza. L’amido naturale, cotto al minimo e con
intelligenza, non solo rimane integro, ma a volte aumenta il suo
valore in disponibilità calorico-nutritiva (come nel caso delle patate
cotte poco e con la buccia addosso, o nel caso dei cereali integrali
tenuti in ammollo per ore prima di essere cotti al dente). Precedendo
poi tali cibi cotti con un abbondante piatto di insalata verde, diamo
una adeguata carica enzimatica al bolo, rendendo la fase digestiva-
assimilativa rapida, ottimale e priva di patologica leucocitosi.

FRUTTA COME STRUMENTO STRATEGICO
Punto 4. Dobbiamo collocare la frutta fresca in cima alle nostre
scelte nutrizionali, perché la frutta rappresenta l’arma più potente e
invincibile contro il cibo morto, il cibo spazzatura, le cole, gli
zuccheri e i sali, il tabacco, il the e il caffè, e anche contro
l’arrogante e marcia coalizione che sta cercando di renderci tutti
deboli, malati e clienti fissi di Big Pharma.

L’IMPORTANZA DELLA MOTIVAZIONE
Punto 5. Abbiamo bisogno di motivazione per essere non solo sani, ma
anche liberi e felici.
Motivazione morale e spirituale, evitando ogni offesa e ogni crudeltà
ad altre creature viventi.
Motivazione politica, lottando contro i manipolatori e i cospiratori,
contro la pesante aggressione delle multinazionali del latte, delle
carni, delle cole, dei vaccini, dei farmaci, degli integratori, dei
cibi concentrati, pastorizzati, arricchiti e rinforzati, dei pesticidi
e degli OGM. Motivazione psicologica e mentale, adottando una
filosofia di vita orientata sul significato, come quella del grande
neurologo austriaco Viktor Frankl (1905-1997) che, nel confezionare
una ricetta contro la tendenza umana al suicidio, ci ha lasciato
qualcosa di ben più importante, ovvero una vera e propria formula
della felicità.

LA FORMULA FRANKLIANA
D (despair, disperazione) = S (sufference) – M (meaning, motivation,
significato, motivazione).
Chiaro che, per quanto gravi possano essere in certi casi la D e la S
(max valore 100), se sappiamo massimizzare il valore della M al punto
max 100, potremmo arrivare alla formula D = 100 – 100, per cui la
disperazione sarà ridotta a zero. Esistono casi di atleti che perdono
una gamba in un incidente e che, anziché abbattersi e cercare il
suicidio, trovano la motivazione che li trasforma e li rende
addirittura migliori di quando erano in perfetta ed integra forma
fisica. La M sta per “meaning” (significato) ma, se vogliamo,
significa anche miracle (miracolo).

RAPPRESENTIAMO UNA VOCE DISCRETAMENTE ASCOLTATA
In Italia, c’è già un buon numero di club e di iniziative che
aderiscono a questo stile di vita e ai punti appena citati. In agosto
avremo un raduno estivo in zona Monopoli-Bari e se qualcuno di voi
trovasse il tempo di farci visita, sarebbe certamente nostro gradito
ospite.
Non è il caso di personalizzare troppo la nostra iniziativa. Nessuno
di noi possiede il carisma di Madame Ching Hai. Però riusciamo
ugualmente a farci sentire, sia in Italia che fuori.

L’ASPETTO SPIRITUALE NON PUO’ ESSERE DISATTESO
“Pensare che siamo toccati e mossi solo dagli aspetti materiali e
visibili delle cose è stupidità manifesta”, scrisse Giordano Bruno,
indimenticabile filosofo napoletano. Per questi suoi pensieri
profondi, e per altri simili, i papi del Vaticano lo trascinarono
davanti ai loro tribunali. Nel dicembre del 1599 i giudici
dell’Inquisizione chiesero a Bruno di confessare le sue malefatte e di
pentirsi dei suoi crimini ideologici. Disse loro “Mi spiace, ma
onestamente non ho nulla di cui dovermi pentire”. Nel febbraio 1600, a
Campo de’ Fiori in Roma, Giordano Bruno, lingua in giova (legata e
penzolante in fuori), venne arso vivo di fronte a una folla di gente
che lo insultava e gli tirava pure dei sassi, dato che per il vistoso
cartello allestito dagli aguzzini papali, il martire Bruno era un
temibile assassino.

OGGI IL MONDO E’ CAMBIATO
Cinquecento anni fa il Vaticano, coi suoi dogmi della Santa Trinità
“Padre-Figlio-SpiritoSanto”, era terribilmente potente e mortifero.
Oggi? Per fortuna le cose sono cambiate. Ma il potere rimane sempre
nelle grinfie di pochi. Il mondo procede sempre secondo certi schemi
geometrici.
E non si tratta affatto dei buoni triangoli del grande Pitagora.

I NUOVI PADRONI E LE NUOVE TRAME
Nel 2011 non c’è più la Santissima Trinità, soppiantata ormai da nuove
religioni miliardarie. Nel 2011 il mondo si muove secondo le regole
dei pentagoni e dei nuovi triangoli disegnati dalla CIA e da Scotland
Yard, secondo la falsariga delle Commissioni Trilaterali e dei
Triangoli del Potere tra la City of London (mercato dell’oro), il
District of Columbia (potere militare) e il Vaticano (affari
spirituali e New Age). Nel 2011 il pianeta si muove sotto la pesante
cappa dei manovratori occulti, dei presidenti “skull and bones”
targati Yale, del Codex Alimentarius, dei gruppi massoni e sionisti,
delle multinazionali, del clan Bilderberg e del New World Order, delle
13 Famiglie note, elette ed illuminate, pronte a dettare le loro leggi
e a far valere i loro piani di implosione economica, di sfoltimento
numerico umano, di controllo strategico religioso, agricolo,
alimentare, climatico, sanitario, energetico, politico e valutario.
Non stiamo rivelando nulla di segreto e nulla di nuovo. Tutto sta
scritto liberamente su internet.

PRENDERE COSCIENZA DI QUANTO STA ACCADENDO E OPPORSI A OGNI NUOVO
TOTALITARISMO
Dobbiamo essere uniti e lottare duramente per difendere la nostra
salute. Non spaventarsi, non abbattersi e mai darsi per vinti. Siamo
sempre sette miliardi contro un milione. E, non dimentichiamoci, la
spiritualità di Giordano Bruno e la motivazione di Viktor Frankl
stanno decisamente dalla nostra parte.
Non si tratta di un problema italiano, americano, europeo, ma di una
crisi profonda e universale che tocca NewYork, Londra, Parigi, Roma,
Berlino, Singapore, Hongkong, Tokyo, Pechino e Shanghai.
Molto lavoro deve essere fatto per proteggere la libertà e il
benessere dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Il primo passo è la scelta vegan. Il secondo passo è quello di
prendere coscienza dei fatti e di tenersi aggiornati su quanto sta
succedendo intorno a noi e sopra di noi. Il terzo passo è quello di
usare, ognuno secondo le sue possibilità, tutti gli strumenti di
informazione, di contrasto civile e non violento, di disobbedienza e
di resistenza passiva contro la nuova tirannia e il nuovo
totalitarismo che stanno minacciando ed oscurando il nostro pianeta.

Valdo Vaccaro – www.drvaldovaccaro.com.h valdovaccaro@libero.it

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Gianfranco Faperdue e la “voglia” di Calcata

CALCATA (Viterbo) – E chi lo avrebbe mai pensato che, così, quasi improvvisamente, avremmo avuto tanta ma tanta voglia di trasferirci qui in questo piccolo e meraviglioso agglomerato, abbarbicato su uno sperone tufaceo che domina dall’alto la verdissima valle del Treia, un paesino a noi quasi sconosciuto anche perché li a Calcata per la nostra professione di giornalista, c’era poco da scrivere, insomma non era la cosiddetta ‘materia prima’ della quale interessarci.

Poi, un bel giorno ci capito la piacevole avventura di imbatterci in Paolo D’Arpini, un vero e proprio giramondo, un filosofo alla sua maniera, che, capitando qui decise ‘ipso facto’ di mettere le radici.

E fu proprio Paolo con le sue iniziative a di poco assai spesso estemporanee ed allo stesso tempo suggestive a farci conoscere meglio questo piccolo centro agli estremi confini della nostra provincia, raggiungibile con le auto solo dopo un lungo e tortuoso itinerario.

E dopo Paolo ecco che Calcata viene piano piano ‘scoperta’ da quelli che potremmo definire i frequentatori di quella Roma salottiera che a Calcata avevano scoperto il loro ‘buon ritiro’.

E così quelle casette medioevale abbandonate da decenni tornarono a vivere grazie ai nuovi proprietari che, fiutando l’affare, le avevano acquistate per “quattro soldi” .

Ma chi veramente dette l’imput per la valorizzazione di questo piccolissimo centro fu senza ombra di dubbio l’architetto Paolo Portoghesi che scelse Calcata come suo domicilio naturale, un domicilio immerso nella natura ed in un silenzio quasi irreale .

Ricordiamo il suo piccolo allevamento di asini, salvati dal mattatoio e li ospitati i per una …serena vecchiaia.

E ricordiamo anche quegli agnelli ‘salvati’ da Paolo, convinto animalista e vegetariano ad ogni vigilia pasquale e li divenuti ormai pecore vivere tranquilli.

Ricordiamo tutto questo oggi quando il nostro desiderio di scappare a Calcata si è fatti più forte dopo avere letto un articolo sulla pagina locale del Messaggero dove ci si lamenta che a Calcata i telefonini sono …muti!

Ma cosa ci sia da lamentarci non lo comprendiamo.

Ma cosa può esserci di più bello del sentirci liberi, spensierati, non più prigionieri della moderna e sempre più sofisticata tecnologia.

Ed oggi lo abbiamo sperimentato.

A Calcata, almeno su gran parte del suo non grande territorio i telefonini non funzionano!

Ma a Calcata oggi manca il suo vero autentico personaggio, manca Paolo D’Arpini che ancora una volta preso dalla sua smania di giramondo si è trasferito nelle Marche.

Paolo D’Arpini un personaggio forse un po’ scomodo per un certo mondo fatto di conformismo e basta.

Ma Calcata, lo ripetiamo è diventata oggi in un buen retiro per tanti , anche per molti di quelli che hanno la………. ’puzza sotto il naso’ e speriamo che ciò non finisca con il trasformare questo piccolo ed ancora incontaminato gioiello del nostro territorio, in un qualcosa di mixer che sta tra lo snobismo di chi vuole apparire e la vera vocazione di chi a Calcata ha trovato o troverà un luogo ove riscoprire i veri valori della vita.

E Paolo cosa ne pensa?

Gianfranco Faperdue – La Tua Voce
………………..

Mia Rispostina:

Caro Gianfranco, la memoria? La vita la cancella perchè si accontenta del presente!

Siamo sempre qui presenti nel luogo in cui siamo.. e se c’è simpatia ed affetto fra noi non è per quel pezzetto di memoria ma per il riconoscimento della coscienza nella coscienza.. Ed in quella Coscienza noi siamo…

Grazie per l’amicizia e la considerazione… e cari saluti alla signora Maresa.

Affettuosamente, Paolo D’Arpini

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Lorenzo Dellacorte e l’unica finanziaria possibile…

L’UNICA FINANZIARIA POSSIBILE

Tutte le misure proposte dai vari governi, dagli Stati Uniti all’Europa, tese a fronteggiare i debiti sovrani degli stati hanno la caratteristica di essere dannose, lesive dei diritti delle popolazioni ed aventi in sè effetti diretti sulla salute e sulla mortalità delle stesse. Inoltre sono assolutamente inutili per i fini che dichiaratamente perseguono, perchè tutte le misure incrementative delle produttività o di riduzione della base creativa di plusvalore, accrescono il divario tra base produttiva ed area della circolazione che è alla base dell’attuale crisi. A tale proposito si deve ricordare che la massa di capitali in circolazione è almeno 100 volte più grande di quella necessaria per l’economia globale, che le quantità di materie prime trattate sui mercati sono migliaia di volte di quelle realmente vendute e che il 99% delle transazioni finanziarie sono speculative.

Pertanto in totale contrasto con le misure proposte dalla destra e dalla sinistra che popolano i parlamenti degli Stati Uniti e dell’Europa, le uniche misure necessarie per affrontare la crisi sono:

1= Nemmeno un euro per il pagamento dei debiti sovrani;

2= Congelamento e successivo azzeramento dei debiti di tutti gli Stati, ivi comprese le istituzioni pubbliche, locali e regionali verso banche ed enti finanziari internazionali;

3= Azzeramento e divieto assoluto di quotazione, nonché di transazione di titoli derivati, CDS, edge funds, e futures su commodities di ogni qualità e tipo;

4= Statalizzazione senza indennizzo delle banche centrali dei singoli stati, del FMI, BM, ed analoghe istituzioni finanziarie di rilevanza internazionale. Chiusura immediata di tutte le società di rating e divieto assoluto di emettere giudizi sulla solvibilità finanziaria degli stati.

5= Statalizzazione senza indennizzo delle principali banche o loro commissariamento;

6= Annullamento del dollaro e dell’euro e loro sostituzione con una nuova valuta di nome “globo” emessa direttamente dagli stati. Verranno convertiti solo capitali di legittima provenienza ed in possesso di operatori legati alla produzione, nonché di piccoli e medi risparmiatori;

7= Ricorso alla Corte Internazionale dell’Aja per crimini contro l’umanità, contro le società, i dirigenti e gli azionisti delle finanziarie internazionali;

8= Riduzione drastica delle spese militari. Proposta moratorio all’ONU per la decimazione degli eserciti e degli armamenti. Immediata sospensione delle guerre e ritiro di basi e truppe all’estero al fine di ottenere un risparmio di risorse;

9= Limitazione alle dimensioni per capitale, attività e fatturato di singole imprese od aggregati di imprese al fine di impedire l’esistenza di centri economici paragonabili per dimensione finanziaria agli stessi stati ed in grado di influenzarli.

Non sono misure sovvertitrici del modo di produzione capitalistico, ma minime ed utili a contrastarne gli effetti devastanti sulla vita delle persone e sulla natura del globo.

Fa rivoltare lo stomaco vedere sedicenti parlamentari come Bersani e Casini sbracciarsi perchè i lavoratori e le famiglie italiane paghino tutto quello che gli usurai internazionali hanno chiesto o chiederanno fino all’ultimo centesimo: questi hanno proprio la stoffa innata del kapò!

Lorenzo Dellacorte

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Franco Libero Manco: “..tutte le ragioni di un vegetariano..”

Quando sai che il 15% della popolazione mondiale dispone dell’85% delle ricchezze naturali e mangia il 60% di tutto il cibo prodotto, mentre 50 milioni di persone (quanto le vittime della Seconda Guerra Mondiale) ogni anno muoiono di fame e di miseria e non ti ribelli a questa abissale ingiustizia, tu non sei un uomo. Quando sai che nel mondo un miliardo e mezzo di persone percepiscono in un mese il salario di un giorno dell’ultimo manuale in Occidente, mentre ogni mucca riceve dalla comunità europea un sussidio di 2,5 dollari al giorno (il doppio di quanto dispone il 75% degli africani) e dici, “Che ci posso fare”, tu non sei un uomo. Quando sai che tutte le malattie del mondo potrebbero essere debellate con la somma che il mondo spende in un solo giorno in armamenti militari (150 milioni di euro al minuto); che un sottomarino atomico costa quanto 4000 ambulatori medici; che i soldi spesi ogni anno solo negli Usa per curare le patologie e i danni causati da eccessi alimentari basterebbero ad eliminare la fame nel mondo e non ti senti sprofondare dalla vergogna, tu non sei un uomo. Quando sai che il Sud per pagare i suoi debiti versa ogni anno 12.000 miliardi di dollari nelle casse dei paesi ricchi e che il 40% di tutte le importazioni agricole negli Usa destinati agli animali d’allevamento vengono dai paesi sottosviluppati e credi che sono cose che non ti riguardano, tu non sei un uomo. Quando sai che milioni di tonnellate di eccedenze alimentari vengono distrutti, che centinaia di migliaia di capi di bestiame vengono inceneriti e che tonnellate di latte viene versato sulla strada per equilibrare i prezzi tra offerta e consumo, mentre 7 madri su 10 nel Terzo Mondo vedranno i loro bambini morire prima che abbiano compiuto 15 anni e il tuo cuore non si spacca dal dolore e dalla rabbia; tu non sei un uomo. Quando sai che 60 miliardi di animali ogni anno vengono allevati in modo infernale e uccisi per imbandire le tavole degli umani, che i cereali utilizzati per produrre un solo kg della carne che mangi sarebbero sufficienti a sfamare 40 bambini e non senti di ribellarti a questa spaventosa follia collettiva, tu non sei un uomo. Quando sai che 40 mila bambini muoiono ogni giorno (8 milioni ogni anno) per mancanza di acqua potabile mentre tu sprechi 100.000 litri di acqua mangiando un solo chilo di carne di manzo; quando sai che 1000 bambini solo in Italia vengono uccisi ogni giorno con l’aborto e hai ancora il coraggio di guardarti allo specchio, tu non sei un uomo. Quando sai che nel mondo ogni anno 300 milioni gli animali vengono torturati e uccisi con la vivisezione (l’86% senza alcuna anestesia), e ti limiti a dire “poveretti”, tu non sei un uomo. Se sei un uomo non ti nascondere dietro i tuo falsi pregiudizi:levati i tappi dalle orecchie, la benda sugli occhi, la corazza sul cuore.E’ troppo comodo, troppo ipocrita limitarsi al lamento, alla critica, alla protesta.E’ troppo comodo aspettare che siano gli altri a realizzare un mondo migliore

Quando le nostre risorse vengono interamente assorbite nel nostro impegno verso una parte del Tuttoè come se i pochi soccorritori esaurissero le loro energie cercando di proteggere dai parassiti una sola piantapiuttosto che impedire che l’incendio si propaghi a tutta la foresta.

Franco Libero Manco

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7 agosto 2011 – In viaggio verso Treia – Prima tappa: Spilamberto Bologna e ritorno a Spilamberto … to be continued… (forse) – Avventure di Viaggio di Caterina Regazzi e Paolo D’Arpini

A mio padre non sarebbe mai capitata una cosa del genere…. partire in una giornata da “bollino rosso” senza saperlo e rimanere così, prevedibilmente ma non fino a un tale livello, imbottigliati fino al punto da decidere per un dietro-front.

Si parla tanto di crisi e di diminuzione delle spese degli italiani in vacanze, oltre che del fatto che gli italiani sarebbero diventati “intelligenti” nelle partenze, che non avrei mai creduto, stamattina di trovarmi in una situazione tanto bloccata da sentirmi sequestrata, su quel nastro di asfalto, anche se a tre corsie e nel tratto iniziale a quattro, tra Modena sud e Bologna, completamente fermi per lunghissimi minuti.
Sarà vero che c’è la crisi e quindi le vacanze degli italiani si sono ridotte come durata, ma è ormai diffusa la moda del “mordi e fuggi” , poche giornate in vari periodi dell’estate, per avere l’impressione di essere sempre in vacanza.

Ricordo che invece durante la mia infanzia e giovinezza si facevano i canonici 30 giorni di ferie (ovviamente mi riferisco ai miei genitori), e allora chi poteva permetterselo(ed erano molti, forse più che oggigiorno) prendeva un appartamento in affitto al mare o sui monti. Noi, avendo la casa di Treia ed essendo ancora viva mia nonna Annetta, che non aspettava altro che rivedere fratelli e nipoti, ci recavamo là e ci restavamo per tutto il periodo. Finite le ferie i miei rientravano a Roma ed io rimanevo a Treia con la nonna fino all’inizio della scuola. Allora si che erano vacanze! Oggi, anche quando sei in ferie, se lasci acceso il cellulare, c’è sempre qualcuno che pensa che tu sia indispensabile e di non poter rimandare a risolvere una bega qualsiasi e ti chiama, magari durante la pennichella pomeridiana o mentre stai leccando un gelato al bar della spiaggia.

Oggi osservavo nello specchietto retrovisore le espressioni degli automobilisti compartecipi di tale tortura… sembravano sereni, abituati a subire, a pagare questo scotto per avere la possibilità di raggiungere quelle località agognate per gli 11 mesi di lavoro (per i più). Ma per noi, che a Treia ci possiamo andare quando vogliamo, è così indispensabile andare avanti su questa strada proprio oggi? Abbiamo la musica di Upahara che ci accompagna e stare in auto con Paolo è sempre un’avventura, fra racconti di santi e considerazioni sulla vita, è molto più che un viaggio, ma quando mi si prospetta di stare in macchina per 5, 6 ore, invece delle classiche 3, il nervosismo si fa strada in me e sono anche meno disponibile ad accettare quello che “la vita mi riserva”. Ed è così con somma gioia ed entusiasmo che, dopo aver visto che la situazione non accennava a migliorare neanche verso San Lazzaro, dopo aver ascoltato Isoradio che annunciava rallentamenti in vari tratti dell’A14 (ma perché non le chiamano col loro nome? non sono rallentamenti, sono code belle e buone e di chilometri e chilometri!!!) che accetto la proposta di Paolo di tornare a Spilamberto.

La prima uscita, San Lazzaro è nostra, paghiamo (3 euri, quando dovrebbero risarcirci per il danno psicofisico subito), e torniamo indietro tenendoci a debita distanza da autostrade e tangenziali e facendo la strada che per tanti anni ho percorso per andare al lavoro da Bologna a Spilamberto, che passa per i viali di circonvallazione e zona Meloncello.

Quando passo per una Bologna così vuota, di macchine, di pedoni, silenziosa, assolata, verde, la trovo sempre molto bella.

Infine si imbocca l’asse attrezzato e parlando del più e del meno, e anche di cose serie, come il fatto di avere un karma che ci porta inevitabilmente a portare avanti una vita in uno stile nostro proprio, alla ricerca di soddisfazioni materiali, sociali, oppure senza chiedersi e senza cercare nulla più di quello che la vita naturalmente ti offre, nel bene e nel male e con tutte le gradazioni che ci sono di mezzo, arriviamo senza accorgercene a Spilamberto felici e contenti.
Ma chi sarà stato secondo voi più felice di tornare qui, dopo solo 3 ore di auto (per fare 100 km)? Ma la nostra dolce cagnetta Magò, naturalmente!!!

Caterina Regazzi

…………….

Abbiamo appena consumato il pranzo, “al sacco”, che avevamo predisposto per l’arrivo a Treia: melanzane trifolate e cecionata con bieta, con aggiunta di riso e yogurt (visto che c’è stato abbastanza tempo per cucinare…).

Nello scritto di sopra Caterina parla di “vacanze” che duravano un mese.. per me direi che la vacanza non finisce mai… che mi trovi a Treia od a Spilamberto sono sempre in vacanza.. non mi annoio e qualsiasi cosa faccio è un divertimento.

Per questo motivo non ho provato disappunto allorchè oggi, quasi immobili sull’autostrada, cantavamo mantra ed osservavamo i folli automobilisti che cercavano di guadagnare un posto avanti nella kilometrica fila che ci teneva tutti indietro…

Durante il tragitto (si dice così quando si sta quasi fermi?) a sbalzelloni, frena parti rifrena e riparti, e parlando dell’ineluttabile legge del karma, mi è venuto in mente un vecchissimo film sugli automobilisti, interpretato da Vittorio Gassmann, cominciava con la scena di un imbottigliamente in una strada caotica di Roma, con strombazzamenti e macchine frementi, allorchè il protagonista, uomo impegnato nel mondo, fu preso da un raptus, non ce la faceva più a resistere in quel baillame, e sceso dall’auto, che restava lì abbandonata, scappava su una montagna dove si metteva a fare l’eremita.. vivendo solo di erbe e del latte di qualche capra.. Dopo diversi anni veniva scoperto da un giornalista e la sua storia faceva il giro del mondo.. con il successo ritornava prepotente il suo destino, apriva un ristorante chiamato “Dall’eremita” ed eccolo ancora lì nel casino metropolitano… Al karma non si sfugge, oppure se si cerca di sfuggire senza consapevolezza ecco che la “forza del destino” ci riporta indietro….

Così pensavo mentre osservavo che –anche volendo- non sembrava possibile lasciare l’autostrada e ritornarsene nell’ameno luogo di vacanza che è per me Spilamberto. Nessuno svincolo accessibile, solo alte muraglie di vetro, guard-rail, e macchine e macchine incolonnate senza speranza…

Così dopo tre ore di chiacchierate con Caterina.. percorsi i pochi kilometri da Modena a Bologna, appena individuata un’uscita dall’autostrada disponibile “senza desiderio od aspettativa” (salvo il bidone fatto alla proloco di Treia che ha organizzato la Disfida del Bracciale, “apposta per noi…?”), immediatamente l’ispirazione si è presentata alla mia mente con lucidità e chiarezza: “torniamo a Spilamberto finchè siamo in tempo…”.

Poi, ricollocate le stanche membra, nel divano loft del salone, appoggiandomi su morbidi cuscini, mentre il riso bolliva sui fornelli, ecco che nel libretto di barzellette di Geronimo Stilton (un passatempo per l’attesa), ho scoperto una storiella proprio in tono… “Le autostrade si fanno sempre più complicate, si sa quando si entra ma non si sa quando si esce… incidenti, lavori in corso, imbottigliamenti, svincoli che girano su se stessi, etc. etc. Un automobilista sta cercando da alcune ore di uscire da uno svincolo ma gira e rigira si trova sempre allo stesso posto. Si ferma in una piazzola di sosta dove ha notato una famigliola che sta facendo colazione, moglie marito con due bambini. E chiede – scusi signore, sa dirmi come fare per uscire dall’autostrada? – E l’altro – vorrei saperlo anch’io.. pensi che noi non siamo ancora riusciti a rientrare dal viaggio di nozze…-

Forse la barzelletta è un po’ esagerata.. ma non vi nascondo che una volta fuori dell’autostrada ho tirato un respiro di sollievo….

Paolo D’Arpini

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