Sindacati burocratizzati ed esaustione della battaglia sociale – Lettera di Giuseppe Turrisi
Il sindacato era già inutile nel 1992 figuriamoci adesso!!! (uno sciopero fiscale??!!!)
La religione è l’oppio dei popoli (diceva Marx) ! E chi ci dice che il sindacato con le tecniche di brainwasching non sia stato più devastante delle religioni. La storia ci insegna che da un certo punto in poi (diciamo da quando sono stati assimilati dal sistema) fino ad oggi non hanno fatto altro che mercanteggiare sui diritti acquisiti ma sempre e continuamente al ribasso. Anche i neo sindacati che alla fine sembravano contrastare “la triplice”, di fatto, poco dopo, vengono inesorabilmente ed inevitabilmente assimilati dal sistema. Ultimo esempio e la CISNAL poi UGL diventato poi di fatto parte (per non dire servo) del sistema. La funzione sociale dei sindacati (nella rappresentazione falsata, chiamati “parti sociali”) ormai non è più quella di tutelare diritti (figuriamoci ottenerne di nuovi) ma solo di calmierare le eventuali contestazione e ribellioni.
Diciamo che i sindacati sono un calmante (un oppio) inserito nella parte teatrale del sistema che mediando ed anestetizzando i propri iscritti (quelli che sono rimasti) ad accettare orgogliosamente e con onore la “cicuta” (Socrate). La massificazione ed il plagio mentale del popolo “proletario” indotto dai media, non riesce a comprendere, la trasformazione di queste “macchine pesanti” e costose, che non servono a niente (in riferimento al popolo lavoratore) ed invece sono solo strumenti perversi di gestione di potere a senso unico che difendono prima se stessi (autorefenziali) e poi paradossalmente in il sistema (economico-finaziario-capitalistico basato sul principio del debito). Il “lavoratore” non esiste più. Se sentite il loro linguaggio e fate molta attenzione (ad una mente allenata alla meta informazione: differenza di quello che si dice e di quello che si vuole comunicare effettivamente) si comprende che a loro non interessa la “dignità del lavoratore” ma solo che ci sia del “lavoro”, perché se manca il “lavoro” non serve più il sindacato, e solo una questione di equilibri e di meccanismo (poi di quale tipo di lavoro non importa). Non a caso la stessa costituzione italiana fatta dai “vincitori” è cattiva madre nelle interpretazioni di tutto il trattato sociale seguente, infatti all’articolo1, non parla di “lavoratori” (avrebbero avuto troppo potere) ma di lavoro.
Questo significa (già al tempo della costituzione) aver spostato il problema, ma anche il “potere” da chi lo produce veramente (ricchezza-uomo-valore) a colui che gestisce le condizioni e crea il lavoro (stato-imprese-parti sociali/denaro).
Tutte le questioni infatti diventano trattativa solo del secondo gruppo escludendo già costituzionalmente la partecipazione del popolo lavoratore. Non è facile spiegare in poche righe questo difficile argomento, anche perché è pregno di preconcetti blindati frutto ci campagne di massificazione e plagio mentale. Lo so e duro sentirlo ma il primo inganno dei lavoratori passa proprio per l’articolo 1 della costituzione italiana.
La dimostrazione non serve, perché se siamo arrivati al contratto di Marchionne non servono altri discorsi, eppure l’articolo 1 è ancora li a difendere il “lavoro” (quindi chi ha potere di crearlo e anche male). Tornado ai sindacati, non si comprende come mai, non arrivino mai a certe conclusioni; le cose sono due o sono talmente stupidi ed ottusi (cosa che escludiamo a priori) oppure sono semplicemente parte del sistema. Per esempio perché non fare azioni di prevenzione, piuttosto che piangere dopo e prendersela con il governo di turno. Una impresa va aiutata verso il partenariato e devono essere verificate le reali condizioni di contesto in cui una impresa opera (prima che fallisca e chiuda), l’articolo 41 della costituzione parla chiaro e anche l’articolo 3. Se un imprenditore è vessato dalle banche, dai costi della sicurezza (che dovrebbero, a mio avviso, essere a carico completamente dello stato cosi come lo è la sanità e l’istruzione), dalle tasse (per pagare il debito pubblico ai banchieri privati) dal pizzo, da equitalia, dalla burocrazia, ecc è chiaro che va a creare lavoro da un’altra parte. Dove sono i sindacati per parlare del contesto in cui sono costretti ad operare gli imprenditori?
Chi resta in Italia a queste condizioni è un eroe. Ci fosse mai stato un sindacato che parlasse di sciopero fiscale, che parlasse di anatocismo, di chiusura di fidi da parte di banche ingiustificate, di commissioni sul massimo scoperto da usurai, di moneta sovrana, ecc . Tutto questo si ripercuote inevitabilmente e direttamente sul “lavoro” che loro dicono di difendere (solo a parole). La storia è assolutamente un’altra. Se si continua con il meccanismo della “moneta debito” il lavoro sarà sempre più precario, poiché l’imprenditore per rincorrere il margine e per pagare le tasse usuraie, non potrà, che stritolare le condizioni del lavoratore (parte più debole), gli altri fronti gli sono tutti preclusi perché di sistema. Non solo la tecnologia erode continuamente posti di lavoro quindi il lavoro sarà sempre di meno e la popolazione mondiale sarà sempre di più. Urge assolutamente un nuovo modello economico che parta per esempio dal redito di cittadinanza, ma i sindacati non sanno nemmeno cosa sia soprattutto se sono ospiti di alcune trasmissioni di regime.
La stessa Cina sta introducendo massivamente robot nelle sue industrie, e sforna migliaia di ingegneri l’anno, oltre al fatto che, a furia di copiare i prodotti degli altri, sono riusciti pure a farli meglio, ci vogliamo svegliare? Non ci vuole molto a capire che siamo sull’orlo di una rivoluzione sociale mondiale. La bravura deve essere quella di anticiparla con quella culturale, per trovarsi preparati, ma le idee nuove fanno paura, il sistema si difenderà strenuamente, anche con le armi, nella beffa di essere pagate dal popolo, ma la trasformazione ormai è in atto. Siamo già in transizione, le alternative sono due o resistere o prepararsi. Un sindacato che difenda l’uomo nella sua dignità, nella sua sovranità, nella sua libertà, nella sua indipendenza. Un sindacato che proponga l’uomo come patrimonio dell’umanità (che paradossalmente non lo è) un sindacato del futuro che metta al primo posto sempre e solo l’umanità. In futuro, i mentecatti, che prendono accordi con gli schiavisti non saranno più necessari.
Giuseppe Turrisi (albamediterranea)