Mao Valpiana del Movimento Nonviolento e gli anticasta (che tanto piacciono alla casta)
Gli anti-casta che tanto piacciono alla vera Casta
di Mao Valpiana *
Abbiamo solo bisogno di amore
(John – Paul – George – Ringo)
La campagna “moralizzatrice” degli anti-casta ormai dilaga ovunque. Non
solo in rete e nei social network, ma anche sui quotidiani a grande
tiratura, ed ora perfino nei telegiornali di Rai e Mediaset. A questo
punto, come vuole la proverbiale locuzione latina, mi sono chiesto: cui
prodest? (”a chi giova?”).
Fino a quando a protestare contro indennità, vitalizi e privilegi dei
parlamentari erano i grillini o il popolo viola, tutto mi sembrava
regolare e per certi versi coerente. Ma quando hanno cominciato ad
accodarsi i quotidiani di ogni orientamento, comprese le corazzate di
Repubblica e del Corriere (che ricevono contributi a fondo perduto dalla
Legge per l’editoria, che si sono guardati bene dall’inserire negli
elenchi degli sprechi), allora ho incominciato ad avere qualche prurito;
è divenuta una vera allergia quando anche il paludatissimo TG1 ha dato
voce alla rivolta anti-casta, attaccando il bilancio della Camera come
se fosse la causa principale della voragine del debito pubblico
italiano. E quindi, dopo aver messo alla gogna non solo i parlamentari,
ma anche i consiglieri regionali, provinciali, comunali, quasi che
bisognasse vergognarsi di essere stati eletti e sentirsi accusati di
“vivere sulle spalle del popolo”, ecco che iniziano ad arrivare le
proposte per porre rimedio a questo sperpero: abolire le province,
ridurre il numero di senatori e deputati, ridurre il numero dei
consiglieri regionali, provinciali, comunali, tagliare tutte le indennità.
L’idea che sta avanzando nel paese è che tutti coloro che ricoprono una
carica elettiva fanno parte della Casta e che la Casta è uno sperpero di
denaro pubblico. Non ci vorrà molto, dopo che tutti si saranno convinti
che deputati e senatori sono troppi, a far passare l’idea che avere due
Camere è un lusso che non ci possiamo più permettere, che forse ne
basterà una sola, magari con poche decine di rappresentanti, e poi sarà
un bel risparmio abolire anche quella (…tanto nel “parlamento” si
fanno solo chiacchiere…) e affidare tutto il potere al governo, che
basta e avanza!
La vera Casta (cioè i gruppi economici e finanziari – proprietari anche
di quotidiani e televisioni -che non hanno bisogno di passare dalla
prova elettorale per esercitare il proprio potere) ha tutto l’interesse
a favorire lo tsunami anti-casta: meno deputati significa meno
controllo, e sarà più facile comprare i pochi rimasti che saranno
emanazione diretta dei partiti di governo e non più rappresentanti del
popolo eletti nel territorio, come voleva la Costituzione.
L’operazione, pianificata dalla P2 di Licio Gelli, di svuotare il
parlamento delle sue prerogative di rappresentanza popolare e controllo
sull’esecutivo, dopo essere passata dalla liquidazione del sistema
proporzionale al presidenzialismo di fatto, si sta concludendo con la
spallata dell’anti-casta.
Si riempiono le pagine di facebook e dei giornali con invettive contro
l’indennità di funzione parlamentare, e si tace (con rare eccezioni nel
mondo pacifista, nonviolento e cattolico) sulla voragine delle spese
militari, dei costi per i cacciabombardieri F35 e per le missioni di
guerra in Afghanistan e Libia. Basterebbe il taglio del 10% di queste
voci per coprire l’intera manovra, ma si preferisce dissertare su quanto
costano i viaggi aerei dei parlamentari che vanno a Roma.
Evidentemente c’è una regia. I direttori dei quotidiani, da Repubblica
al Corriere, da Libero al Giornale (che hanno stipendi più alti dei
parlamentari) attaccano la Casta, come se loro stessi non ne facessero
parte, e si guardano bene dallo spiegare ai lettori che vi è un’altra
Casta – quella militare – che pesa veramente sul debito pubblico; non
spiegano i costi di Finmeccanica perchè i loro editori fanno parte della
stessa famiglia industriale. E’ molto più facile e popolare giocare al
tiro al piccione-parlamentare che studiare e denunciare il complesso
militare-industriale.
Se c’è un motivo serio per condannare il Parlamento è quello di aver
violato la Costituzione, che “ripudia la guerra”, con il voto a favore
dei bilanci militari e delle missioni belliche all’estero.
Se tutti gli anti-casta concentrassero le loro energie su questo,
avremmo risolto gran parte dei nostri problemi.
* Presidente del Movimento Nonviolento
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Mao Valpiana
verona
mao@nonviolenti.org