L’immondizia che unisce 2 – Il destino stantio dei rifiuti solidi urbani che non trovano idonea ubicazione, dal nord al sud e dal sud al nord

“Sotto il verde e sotto le rupi solo immondizie…” (Saul Arpino)

Torniamo al discorso dei rifiuti indifferenziati e di come sistemarli. Ci ha scritto Claudio Martinotti Doria (Gevam) a commento degli articoli pubblicati i giorni scorsi sul destino dei RSU sparsi per l’Italia:

(Vedi articoli menzionati:
http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2011/07/porto-recanati-simbolo-delle-qualita.html

http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2011/07/treia-spilamberto-limmondizia-che.html )

A proposito di immondizia, ho letto l’esaustiva ed intelligente riflessione di Caterina, e devo dire che la situazione è identica anche qui nel Monferrato di Area Casalese, ma temo lo sia più o meno ovunque, soprattutto nei piccoli centri storici dove non si possono collocare isole ecologiche, ma anche dove c’è ampia dotazione di cassonetti e raccoglitori per ogni tipo di rifiuti, c’è un’assoluta assenza di cassonetti per l’indifferenziata, solo parzialmente mitigata da qualche cestino di minime dimensioni collocato per gentile concessione, che si riempie in poco tempo e viene svuotato raramente, QUINDI QUASI NESSUNA ATTENZIONE PER I VISITATORI E TURISTI ED ANCHE ABITANTI IN MOVIMENTO, che non sanno dove depositare i rifiuti e devono riportarseli a casa. Stendiamo poi un velo pietoso ma anche risentito (legittimamente) per coloro che come me fanno la raccolta differenziata fin dal “neolitico”, quando ancora non esistevano le isole ecologiche ed i rifiuti si dovevano portare ai vari raccoglitori artigiani nei loro depositi sparsi sul territorio, EBBENE NONOSTANTE LE VARIE PROMESSE FATTE, ORMAI SONO PASSATI DECENNI, NON CI SONO MAI STATI INCENTIVI E NEPPURE FORME DI PREMIAZIONE O RIDUZIONE DEL COSTO E COMPENSAZIONE PER COLORO CHE HANNO EFFETTUATO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA, CHE PAGANO ESATTAMENTE COME COLORO CHE NON L’HANNO MAI EFFETTUATA.

L’equità, l’etica, la correttezza, l’affidabilità, ecc., non appartengono alla classe politica di questo paese, meno che mai a livello macro e neppure a livello micro (Enti locali, che però hanno l’attenuante che hanno scarsa autonomia decisionale, dovendo applicare le leggi). Si continua a pagare la tassa e non la tariffa che dovrebbe essere proporzionata alla quantità conferita di rifiuti …

ciao, Claudio Martinotti Doria

………..

Il mio commento è stato: Caro Claudio, siamo proprio nella stessa onda… devi sapere che già parecchi anni avevo iniziato la raccolta differenziata ed il riciclaggio a Calcata, per conto mio, andando a pescare nei cassonetti stracolmi il cibo residuo gettato via e legnami vari ed altro materiale utile per gli animali e per la manutenzione del Tempio della Spiritualità della Natura. Questo mia opera di recupero avrà fatto risparmiare alla comunità migliaia di euro, poichè in totale avrò riciclato tonnellate di rifiuti.. Eppure proprio un mese fa ho ricevuto dal comune di Calcata un ingiunzione di pagamento per lo smaltimento addietrato di immondizie di una vecchia casa nella quale non abitavo da anni e che era rimasta vuota.. Però ho dovuto pagare egualmente il maltolto,perchè la legge amministrativa è legge assoluta e supera ogni giustizia umana…. Ciao, Paolo D’Arpini

Replica di Claudio:

INCREDIBILE COINCIDENZA! Prima di trasferirmi a Ozzano Monferrato dove abito da una decina di anni, vivevo in una cascina a Cereseto, paese appena oltre un paio di colline, ebbene siccome ci sono voluti 5 anni per vendere la cascina ormai vuota, il comune mi ha fatto ugualmente pagare la tassa a pieno regime, come fosse abitata, pur non avendo mai prodotto neppure un sacco di immondizia, e siccome la tassa è a superficie e le cascine ovviamente non sono piccole come gli appartamenti, ho sborsato 1500 euro … Ci sarebbe motivo di solenne incazzatura, ma ormai in Italia siamo purtroppo vaccinati e debilitati. A presto

Ed ecco il commento di Caterina alla lettera di Claudio

Paolo mi ha fatto leggere la tua lettera e la situazione effettivamente deve essere così un po’ ovunque. Qui a Spilamberto (MO) dove siamo ora, ci sono si i cassonetti anche per l’indifferenziata, ma nel centro storico ci sono pochi cestini per i rifiuti che spesso sono strapieni, soprattutto in concomitanza di “eventi cultural-commerciali” tipo “festa della birra”, fiere varie e simili. Questi eventi sono graditi a buona parte della popolazione, ma lasciano spesso strascichi poco piacevoli per tutti. Del resto tante manifestazioni patrocinate dai Comuni sembra che debbano avere per forza, a causa degli scarsi mezzi a disposizione per la cultura, la collaborazione degli operatori commerciali, che, per carità, hanno tutto il diritto di guadagnare se lavorano, ma dovrebbero assumersi anche l’onere di lasciare il luogo come l’hanno trovato.

Certo mi si potrà obiettare che tanti ripristini di opere pubbliche si possono fare grazie alle sponsorizzazioni di piccoli o grossi investitori che giustamente (?!) chiedono il loro tornaconto.

Praticamente sembra quasi che più il paese è “ricco”, più, indirettamente, ne dovrebbe giovare l’intera collettività, ma sarà veramente così? Non è che alla fine paga sempre Pantalone?

Forse sono uscita un po’ fuori tema, ma tutto influenza, condiziona ed è collegato col tutto.

Ciao e grazie, Caterina Regazzi

P.S. Altra faccenda: perchè i cestini sparsi per i paesi vengono svuotati così raramente? Ovvio: la “nettezza urbana” non è più gestita come una volta dall’ente pubblico, ma data in appalto a ditte private, spesso cooperative (di destra, di sinistra), che devono lavorare forzatamente a prezzi concorrenziali (appalti) e quindi, cosa si può pretendere? Il pubblico ormai non gestisce più nulla, perchè il pubblico non è capace di gestire le cose spendendo il giusto, ma perchè il privato lo può fare e il pubbblico no? Una volta fare lo spazzino era un posto di lavoro se non ambito almeno decoroso e sicuro e se le strade erano sporche sapevi con chi prendertela, oggi se io arrivo in ufficio e trovo il cortile antistante pieno di cartacce e cicche di sigarette, chi vado a chiamare?

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