Cina, ultimo paese con la bandiera rossa, falce e martello, ha festeggiato i 90 anni del Partito Comunista
La Cina ha festeggiato i 90 anni del Partito Comunista, che fu fondato a Shanghai il primo luglio del 1921 durante un congresso a cui parteciparono dodici delegati, tra cui Mao Tse-tung che all’epoca aveva 28 anni. In questi giorni i muri delle città cinesi sono ricoperti di manifesti e dipinti che inneggiano all’anniversario riproducendo il simbolo del partito, ovvero la falce e il martello. In Piazza Tiananmen a Pechino è stata eretta una gigantesca statua della bandiera rossa con falce e martello, alcuni gruppi di studenti hanno dipinto l’emblema sui muri della città insieme ad alcuni slogan celebrativi del partito, e ci sono persino composizioni di fiori gialli e rossi disposti in modo da riprodurre il simbolo comunista.
La falce e il martello non sono soltanto l’emblema del Partito comunista cinese, ma sono stati storicamente usati da stati e partiti comunisti e socialisti in tutto il mondo.
Rappresentano rispettivamente la classe contadina e quella operaia e divennero particolarmente diffusi tra le classi lavoratrici come simbolo della lotta contro nobili e borghesi negli anni precedenti alla Rivoluzione russa. Inizialmente al posto della falce veniva usato un aratro stilizzato, e anche con l’arrivo della falce i due simboli non erano incrociati ma affiancati. Comparvero uniti durante la Rivoluzione di ottobre nel 1917 a simboleggiare la lotta comune di contadini e operai: si trovavano riprodotti su bandiere, uniformi e medaglie dell’Armata Rossa. L’immagine venne usata per la prima volta in un documento ufficiale della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa nel 1918, e nel 1922 divenne l’emblema dell’Armata Rossa. Nel 1924 venne adottata anche nella bandiera dell’Unione Sovietica insieme alla stella rossa a cinque punte; entrambi i simboli in caratteri dorati su campo rosso. La bandiera rossa veniva utilizzata da partiti e movimenti socialisti e comunisti dai tempi della Comune di Parigi nel 1871.
La bandiera con falce e martello si diffuse enormemente tra i partiti che fecero parte del Comintern – l’organizzazione internazionale dei partiti comunisti – e che la adottarono come simbolo, in alcuni casi modificandolo leggermente e producendone nuove versioni. In Italia venne utilizzato per la prima volta al congresso del PSI a di Bologna del 1919. Nel 1953 il pittore Renato Guttuso ne ritoccò la versione che fu impiegata dal PCI fino al suo scioglimento nel 1991.
In alcuni paesi ex sovietici, tra cui Ungheria e Polonia, l’uso pubblico del simbolo è oggi vietato per rispetto alle vittime della dittatura comunista. Nel 2010 i ministri degli Esteri di Lituania, Lettonia, Ungheria, Romania e Repubblica Ceca hanno chiesto all’Unione Europea di vietare l’uso di simboli comunisti, tra cui la falce e il martello, al pari di quanto aveva proposto la Germania nel 2005 a proposito delle svastiche naziste. In molti si sono detti contrari per via dell’impiego del simbolo da parte di diversi partiti e movimenti socialisti e comunisti…
Notizie raccolte da Antonella Pedicelli