Giuseppe Turrisi e l’esproprio democratico bancario… ovvero dalla paura dell’inflazione alla certezza della ruberia “legale”!
“Carnevale… ogni scherzo vale” (Saul Arpino)
Il picciotto va nel negozio è dice al negoziante: “si tu nu vo’ aviri prublemi t’asicurari cu nuatri e viri ca nun ti succeri nenti”; il negoziante: io non ho bisogno di nessuna assicurazioni, tre giorni dopo il negozio va a fuco. Dopo un mese il negozio riapre e torna il picciotto: “u viri che hai bisogniu di nuatri” “assicurati e nun ti succeri chiù nenti”. Il negoziante a questo punto cede è comincia a pagare la protezione (da chi?).
Mentre le lobbies preparavano il nuovo giocattolo “euro” (macchina scientifica per sottrarre e trasferire valore e ricchezza, in maniera “legale”, da chi la produce a chi emette semplicemente denaro; tale macchina era già perfettamente funzionante negli stati uniti, si chiama dollaro) si faceva pressione su vari stati europei (con la scusa dell’unificazione dei popoli). In particolare sull’Italia una delle più ricche in assoluto (oro, arte, industrie, ecc e soprattutto un popolo molto suddito che crede a tutto). Cara Italia, non poi andare avanti con la lira, perché è soggetta a forti svalutazioni, e poi dovete far in modo che la emissione monetaria sia sganciata dalla politica “loro” (e dico “loro”) pensano solo a mangiare. La resistenza dei politici che ancora avevano un po’ di dignità fu: No e assolutamente no, non dovrà succedere. La pressione continuava, nel frattempo alcune “pedine” si inserivano al posto giusto (per esempio Ministero del Tesoro). La pressione si faceva più insistente: “vedi cara Italia hai necessità di avere una moneta forte, libera da vincoli politici.
Testarda la prima repubblica: No è assolutamente no. Le pressioni aumentavano, ed il progetto della “macchina debito europea” non poteva più attendere. L’Italia, sia per posizione strategica, sia per il carattere degli italiani (fondamentalmente semplici pastori e agricoltori che non avrebbero mai capito cosa stava succedendo, infatti non lo hanno ancora capito) era fondamentale per la riuscita del gioco.
Un noto economista viene chiamato da Giulio Andreotti per esprimere il suo parere di cosa sarebbe successo se si fosse entrati nell’euro. Fu detto: il debito pubblico crescerà inverosimilmente e dopo un po’ l’Italia non potrà più pagare e sarà la rovina. A questo punto nel 1992, poiché l’Italia era testarda, casualmente ci fu un attacco speculativo di Soros alla lira e l’ Italia rischiò il default, uscì dal mercato per un periodo, ci fu un prelievo forzoso di Giuliano Amato sui conti correnti, ecc. A quel punto gli italiani “erano cotti” a puntino e non potevano più che non accettare “la protezione dell’euro”.
Cosi la strada dell’assicurazione di una moneta forte (ma per chi?) fu presa, è tutti felici di essere in europa ed avere l’euro (ancora oggi molti italiani sono convinti che sia stata una cosa buona).
La programmazione mediatica delle menti fu talmente forte, da fare spavento. Sicuramente ci siamo tolti (per loro) il rischio di inflazione, e sia!!! “ma era solo un rischio”, ma siamo finiti nella certezza dell’esproprio della proprietà pubblica e privata. Non si può più vivere in pace oggi, un bambino appena nasce, dovrà obbligatoriamente mantenere (debito di cittadinanza) banchieri, politici, sindacati, giornali (ecc) e tutto questo per fargli credere, mentre cresce, che è libero ed in democrazia.
Certo che siamo stati proprio bravi a costruirci la nostra schiavitù. La cosa bella è che non comprendiamo più la realtà vera perché abbiamo dimenticato come la si legge, ma crediamo solo alla rappresentazione mediatica che ci danno. Dobbiamo tutti dimetterci da cittadini italiani, riconsegnare la carte di identità, in quanto lo stato non ci considera più cittadini, ma solo schiavi da codice fiscale e ci controlla ogni euro che spendiamo (monete elettronica futura).
Tutti barboni dovremmo essere, il comunismo ti toglieva la casa direttamente, il capitalismo la toglie indirettamente. Come gli islandesi, dovremmo fare la costituente per una nuova Italia. Purtroppo ancora troppi addormentati , riusciranno 45 miliardi da restituire a svegliarci.
Giuseppe Turrisi