Bioregionalismo amministrativo con uno “sguardo selvaggio”… amarcord bioregionale sull’entità Tuscia-Sabina (e rassegna cinematografica su Cinema e Natura)
Ante scriptum:
Il 2 giugno 2011 inizia una interessante rassegna cinematografica in quel di Caprarola (VT): “uno sguardo selvaggio..”. Si tiene nelle Scuderie di Palazzo Farnese uno dei primi luoghi in cui andai a parlare di Bioregionalismo.. ma leggete tutto:
Amarcord bioregionale
Era il 14 novembre del 1996, mi trovavo a Caprarola e non era ancora ultimato il restauro delle Scuderie di Palazzo Farnese, allorchè in quella sede, assieme all’avv. Carlo Carli partecipai, in veste di relatore, ad un convegno sulla “Trasparenza Ammininistrativa”. Si parlava cioè delle leggi 142 e 241/1990 in generale e nelle loro possibili applicazioni. Il mio intervento verteva sul tema dei riassetti amministrativi in chiave bioregionale. Ricordo che per rendere la cosa più “ufficiale” avevo invitato al convegno anche l’allora presidente della Provincia di Viterbo, Ugo Nardini.
L’intervento approfondiva il punto di un precedente incontro, di cui fui anche organizzatore, che si tenne a Civitavecchia il 16 novembre 1995. Lo scopo era quello di creare un substrato culturale per la riaggregazione in chiave bioregionale della Tuscia, creando cioè una nuova entità territoriale per l’Alto-Lazio avente come poli civici Civitavecchia e Viterbo ed eventualmente anche Rieti. Una sorta di provincia tripolare.
Son trascorsi parecchi anni e la Provincia della Tuscia e Sabina non è putroppo decollata, per insipienza politica (l’unico amministratore regionale del Lazio che si era dimostrato interessato fu il compianto Luigi Daga) ma almeno son contento di vedere che ora nella stessa sede di Caprarola si svolge una rassegna cinematografica sull’ambiente, dal titolo significativo “Uno Sguardo Selvaggio”… anche perchè la riscoperta del “selvaggio” sia in chiave naturalistica che umana è uno dei fini del Bioregionalismo.
Non ho conservato quella mia relazione sul bioregionalismo applicato alla Tuscia ma ho scoperto sul web quella dell’amico Carlo Carli, in cui parla delle nostre proposte, ne pubblico un breve stralcio:
Le “aree metropolitane”, tra autonomia e coordinamento integrazione europea, sviluppo tecnologico, cultura ambientale ed autonomie territoriali [1] di Carlo Cesare Carli – Giurista d’impresa Esperto e docente Diritto Tributario Europeo Esperto in Strategie Internazionali d’Impresa
….. A questo proposito, peraltro, mi sia consentito di rammentare la Accademia Europea – piccolo, ma laborioso centro di ricerca scientifica – ha già parzialmente toccato queste tematiche in alcune iniziative, svolte anche in collaborazione con altre associazioni – ferventi centri culturali – dei quali il dr. Paolo D’Arpini ed il Punto Verde sono eminente espressione.
Riprendendo quanto scritto da D’Arpini, nel Marzo ‘91, il Consiglio Comunale di Civitavecchia deliberò di non voler entrare a far parte della costituenda area metropolitana di Roma. Se ho rettamente inteso, questo rappresenta anche il punto di vista del centro culturale ambientalista, che ha in Calcata uno dei suoi centri propulsori.
Anzi, D’Arpini ha acutamente sviluppato una proposta – in un certo senso definibile come “alternativa” – che si basa sul così detto bioregionalismo. Questo concetto si fonderebbe, ritengo, a sua volta su quello della “bio-diversità”, preso anche a cardine delle politiche ambientali dell’Unione Europea.
Personalmente trovo che detta prospettiva – che vuole esser, forse, solo l’inizio di un più compiuto dibattito propositivo – esponga delle concrete realtà e non possa non esser tenuta nel dovuto conto. Come anche quella di creare una vera “Regione” – a base biologica – per Roma e zone limitrofe, come anche per la Tuscia e la Sabina.
Non entrerò, ora, qui, nel merito neppure di questo Progetto; esso …. deve esser digerito, con una salutare camminata in campagna metropolitana! Non posso tuttavia non ricordare che la delimitazione di un territorio con la ripartizione della Provincia, riaccende vecchie dispute – non solo dottrinali – e che si richiamano a complesse situazioni giuridiche ed istituzionali oramai “storiche” e dalle quali ha preso spunto anche la discussione sulla figura del “prefetto”.
[1] Stralcio della relazione presentata dall’A. al convegno: “L’area metropolitana ed i nuovi assetti regionali”, organizzato da Accademia Europea di Roma / Centro di Bioregionalismo / Ass. Punto Verde di Calcata / Ass. Il Sestante di Civitavecchia, svoltosi a Civitavecchia il 16.11.1995.
Relazione completa leggibile al link: http://www.diritto.it/rubriche/covalori/contributi/carli12.html
Paolo D’Arpini
Referente Rete Bioregionale Italiana