Giuseppe Turrisi: “La funzione sociale della moneta non può passare per l’interesse del banchiere privato..”
La funzione sociale della moneta può essere svolta solo dallo Stato, perché lo Stato è del popolo, mentre l’interesse è solo del banchiere. Lo stato deve essere “solidale” verso il suo il popolo, la funzione di uno stato è il benessere del suo popolo. Il banchiere è solidale solo verso i suoi azionisti e si preoccupa solo se non può riscuotere gli interessi. Il banchiere è premuroso verso i popoli che assoggetta alla “sua” moneta debito solo nel momento in cui quel popolo non è più in condizione di pagare gli interessi (grecia portogallo irlanda ecc). L’obbiettivo del banchire con “falsa solidarietà” infatti non è (in parte) far fallire gli stati, ma mantenerli nel “debito perenne” per averne una rendita continua con gli interessi (tasso di sconto).
Gli stati infatti non vengono salvati facendo la “moratoria del debito”, ma solo facendo ulteriori prestiti per reiterare la schiavitù della “moneta debito” e continuare cosi le rendita perenne con gli interessi sempre maggiori. Lo stato (ideale) che ha come obbiettivo il bene del suo popolo, infatti dovrebbe fare, anche delle scelte impopolari come stampare inflazionando, infatti se stampasse per se, lo strumento di rappresentazna del valore nel tempo e nello spazio (denaro), non devrebbe rendere conto a nessuno se non solo a se stesso, in quanto nessun azionista chiederebbe il dividendo. Nei momenti di crisi, infatti, si dovrebbe introdurre liquidità nel mercato, sia sotto forma sociale: assegni, cassa integrazione, pensioni, borse ecc ( in altri termini redito di cittadinanza) sia sotto altre forme come : iniziative e bandi di gara/lavoro, soprattutto nel settore dei servizi (dove non c’è da scomodare il pagamento con gli esteri o chissa quali energie!!!) da parte degli enti pubblici creando lavoro pubblico (assistenza, well faire, istruzione, formazione, arte, manutezione, sport, ecc). Tutto questo, però, se si ha una moneta debito come l’euro non si può fare.
Succede infatti che i comuni potrebbero aumentare i servizi (per esempio gli asili) invece a causa della “moneta debito” (l’euro) sono costretti a tagliare servizi perché lo Stato non è più quell’ente che serve a fare stare bene il suo popolo e riconoscergli dignità (articolo 2 e 3 della costituzione italiana) ma è semplicemente un ente che si è trasformato in una “agenzia di recupero crediti” per conto della banca centrale Bakitalia SpA che è privata al 95%. In queste condizione la funzione sociale della moneta di uno stato sovrano non potrà mai essere svolta, qualunque governo salga al potere di qualunque colore politico.
Lo Stato, che dovrebbe somministrare giustizia, di fatto è il primo che pensa solo ai bilanci di cassa, non paga le imprese che lavorano per lui, e gli allunga i pagamenti costringendo le imprese ad indebitarsi ed ad utilizzare lo strumento (obbrobrioso) dell’anticipo fattura (favorendo solo le banche) al tasso anche del 10% al mese, oltre all’interesse (tasso di sconto) sulla moneta debito (euro).
L’imprenditore è costretto per forza di cose ad indebitarsi paradossalmente anche per pagare le tasse (statali) richieste da equitalia (e in che modo!!) che servono per la maggior parte a pagare gli interessi del debito pubblico ai banchieri privati. Lo Stato, ormai strumento dei banchieri, non può far altro che alzare le tasse, fare continui tagli in ogni direzione e settore e svendere patrimonio pubblico (la finta privatizazzione che tutto risolve). Lo Stato in mano ai banchieri, quindi non solo non può espletare funzioni sociali, ma è costretto sempre di più a tagliare ciò che di sociale è stato fatto nel passato, per accontentare la voracità dell’interesse applicato sulla “moneta debito” (l’euro).
Come mi fanno pena tutti quei sindaci di sinistra (ma anche di destra) che non conoscendo la storia di chi ha svenduto la sovranità monetaria ai banchieri, ma soprattutto la proprietà della banca di Italia trasformandola in Bakitalia Spa (1992) e che inveiscono contro il governo per i tagli che fa, che si trasferiscono direttamente sulla popolazione, senza conoscerne minimamente le cause che stanno a monte del vero problema (la moneta debito); come al solito si guarda l’effetto e mai la vera causa. In tutto questo l’imprenditore, nella assenza totale dello stato, ansi con lo stato a favore delle banche spsesso, in fine è costretto a rivolgersi alle regole delle banche che a questo punto possono decidere se tu sei degno di stare sul mercato o meno. Se continuare a darti credito (fiducia) o indirizzarti dagli usurai. Chi fa quindi la vera politica economia? Solo le banche. La dimostrazione veramente emblematica la si è avuta con il caso Nino De Masi in Calabra a Gioia Tauro, dove delle banche avevano applicato interessi usurai fino al 35% per costringere questo imprenditore a piegarsi alla mafia, al pizzo, agli usurai. Non ci crederete ma la magistratura sapete a chi ha dato la colpa ai “computer”.. e Bakitalia S.p.A. cosa ha vigilato? E cosa mai poteva vigilare? i suoi padroni? (altro che politiche sociali). A questo punto chi è più mafioso? chi lo fa di professione e apertamente o chi lo fa in maniera legalizzata con lo scudo delle leggi dello stato? Ricordiamo che la legge 262/2005 prevedeva la restituzione delle azioni di Bankitalia S.p.A. allo Stato italiano come previsto dallo statuto della Banca di Italia (prima che fosse modificato), per tutta risposta anziché ottemperare alla legge, sopra citata, hanno cambiato l’articolo 3 dello statuto della banca d’Italia per mano di Padoa Schioppa, Prodi, Napolitano (altro che garante della giustizia, del diritto, del popolo italiano) Garante, forse dei potentati economico bancari. (della serie depenalizziamo i reati).
Quando ci svegliamo?
Giuseppe Turrisi – giuseppeturrisi@leonardo.it