Gianfranco Paris: “Contro la cultura dell’odio… Mahatma Gandhi e Giuseppe Mazzini, ispiratori di Marcello Marcellini…”
Il mese di aprile del 1944 fu per il Lazio, ed in particolare per la provincia di Rieti, il palcoscenico di una delle più gravi tragedie della storia di questo territorio, nel quale i colpi di coda della morente repubblica di Salò generarono gli effetti più perversi della seconda guerra mondiale.
Gli alleati ormai erano alle porte e tedeschi e repubblichini cercavano in ogni modo di resistere fino all’ultimo con il terrore contro ogni avvisaglia di protezione da azioni di resistenza.
Solo nella provincia di Rieti si contarono più di cento morti e non per azioni di guerriglia vera e propria, bensì per rappresaglie o presunte tali contro azioni di disturbo ingigantite dalla paura del regime o dalla ragione della vendetta.
I fatti più eclatanti nel reatino furono i 54 fucilati di Leonessa, quelli del Monte Tancia e quelli delle Fosse reatine, le cui vittime sono state ricordate in questi giorni, ultima quella di ieri delle Fosse reatine.
Queste azioni di violenza, inaudite in quelle pacifiche contrade, furono ancor più devastate dalla infiltrazione nelle file sia dei repubblichini che dei partigiani che operavano nella zona umbro-sabina di elementi che nulla avevano a che fare con la politica, gente priva di scrupoli che aveva conti da regolare per motivi personali o ruberie da praticare.
l’avv. Marcello Marcellini di Terni, dopo aver studiato i fascicoli di molte cause penali che si sono celebrate a Terni e Rieti, ha ricostruito in modo fedele alcuni dei fatti più eclatanti di quel periodo fornendo una chiave di lettura più aderente alla realtà e capace di contribuire al superamento della cultura dell’odio che quei fatti hanno alimentata fino ad oggi.
il primo libro che si intitola I GIUSTIZIERI, edito da Mursia, è stato l’occasione per un incontro con l’autore avvenuto ieri nella sala comunale del comune di Rieti nel quadro delle iniziative culturali della libreria Gulliver con la partecipazione del sottoscritto, del collega giornalista Aimone F. Milli e di Chicco Costini, che è assessore al comune di Rieti.
Dalla ricostruzione di quei fatti operata da Marcellini sono emersi comportamenti odiosi commessi durante quel periodo da parte dei nazisti e dei repubblichini, e comportamenti altrettanto odiosi commessi da sedicenti partigiani prima e dopo la liberazione.
Si dirà è stata la guerra. E’ vero, durante la guerra l’uomo perde il lume della ragione e prendono il sopravvento gli istinti primordiali.
Chi ha scatenato quella guerra ha pagato duramente il suo desiderio smodato di potere, mi riferisco a Hitler e Mussolini. I popoli però hanno pagato ancor più duramente la pazzia del genio del male al quale non erano stati capaci di opporsi.
Oggi non è più il caso di discettare chi avesse ragione o chi avesse torto perché chi aveva torto lo sappiamo bene già dentro di noi. Fanno finta di non saperlo coloro che intendono ancora strumentalizzare per ragioni di potere.
La lezione che bisogna trarre da quegli eventi è che se non vogliamo che l’istinto beluino degli italiani prenda di nuovo il sopravvento, bisogna che si diffonda l’ideologia della pace, quella vera, non quella strumentale che si manifesta solo verso le guerre del nemico. E’ ciò che è avvenuto durante la guerra fredda.Tutte le guerre sono abominevoli e da ripudiare.
La pace si può diffondere solo se si ripudia l’ideologia dell’odio, metodo che presuppone la pratica delle non violenza.
Da un po’ di tempo è sorta una polemica fuorviante che ha per oggetto la riscrittura della storia, un cosiddetto revisionismo di parte contro una scrittura di parte della storia avvenuta subito dopo la fine della seconda guerra mondiale
Il libro di Marcellini non intende riscrivere la storia a favore di coloro che compirono le stragi dell’aprile del 1944. Egli ha raccontato i fatti come si sono svolti secondo quanto risulta da fascicoli processuali. Una indagine storiografica basata su documenti, non su preconcetti, parlando dei misfatti di coloro che furono vittime di vessazioni durante il ventennio per capire alla radice perché e come quei fatti avvennero e per diffondere il seme di come agire per non farli accadere più.
L’unica medicina perché quei fatti non si ripetano è la sconfitta dell’ideologia dell’odio e la pratica della non violenza.
Sono arrivato a questa conclusione scavando nella mia formazione culturale mazziniana e praticando quei principi che furono parte importantissima del nostro risorgimento nazionale, anche se in termini di potere quell’impegno non ebbe alcun riconoscimento.
Il grande Mahatma Gandhi, che si ispirava a Mazzini, cosa vergognosamente ignorata dalla cultura del nostro paese, riuscì a vincere la sua battaglia di David contro Golia in nome di quei principi.
Oggi non occorre una operazione di squallido revisionismo. Occorre conoscere con più esattezza come si sono svolti realmente i fatti per trarre elementi utili alla pacificazione nazionale, e l’avv. scrittore e ricercatore Marcello Marcellini con i suoi libri ci aiuta in questa direzione.
Credo che questo sia il migliore omaggio alla celebrazione del 150° anniversario dell’Unità nazionale perché un paese non è civile né tanto meno democratico se il popolo che lo compone non è capace di fare i conti con i suoi stessi comportamenti, e se non li libera dalla spirale dell’odio.
Gianfranco Paris