Il Nabucco in difesa della Costituzione e dell’unità d’Italia… e commento eretico di Giorgio Vitali
Mi ha fatto piacere sapere della iniziativa del movimento romano del 12 marzo u.s., in difesa della Costituzione durante la quale e’ stato intonato il “Va pensiero”.
Intervenendo, in mattinata alla seconda giornata dedicata alla storia del Risorgimento salentino, organizzato a Copertino e Leverano dalla Società di Storia Patria, avevo proposto proprio questo: riprendiamoci il Nabucco.
Ne ero stato ispirato dalla interessante comunicazione, presentata dalla musicologa e docente universitaria, Luisa Cosi, sul tema: “Bande di libertà”: musici effervescenti nel Salento preunitario.
E’ stato accennato che la quasi totalità delle bande musicali, in giro per i paesi, intonavano vecchi e nuove musiche, in cui si trasmetteva indirettamente “sotto mentite note” la passione egualitaria, l’anelito alla libertà e all’unità dell’Italia, subendo l’occhiuto ostracismo della polizia borbonica.
Ho ricordato in aggiunta alla descritta relazione che l’11 febbraio 1843 alla Scala di Milano Verdi, presentando l’opera “i Lombardi alla prima crociata”, subi’ lo stesso odioso trattamento dalle autorità austriache, guidate dal generale Radetski, di cui è gran originale fan quell’effervescente “europeo” di Borghezio.
Riprendiamoci il Nabucco, non permettiamo che venga infangato l’ideale risorgimentale che lo stesso Verdi, riscattiamolo dal lanzichenettaggio “culturale” della Lega.
Giacomo Grippa
………….
Commento ricevuto:
COLGO L’OCCASIONE PER soffermare doverosamente l’attenzione su di un argomento di grande importanza. Così come è sempre stato un INNO NAZIONALE. A parte il fatto che invierò prossimamente ad alcuni amici L’INNO DI GARIBALDI pura descrizione della realtà italiana, elaborato nel 1936. Durante la campagna d’Africa. Torniamo a noi: nessuno nega l’importanza del coro del Nabucco. A parte il fatto che evoca un OLEOGASDOTTO NEMICO DELL’ITALIA essendo in competizione con quelli a suo tempo scelti NEL NOSTRO INTERESSE. E tuttavia questo coro esprime lamentazioni CHE NON CI SONO PER NIENTE CONGENIALI, essendo un’atavica tiritera che ci riempie le orecchie per poterci sempre meglio fregare…. e mandare in miseria.
A maggior ragione che proprio negli ultimi tempi la ricerca sempre più accurata (archeologica, storico-artistico-archeologica, religiosa, filosofica, mitica e quant’altro…) ha dimostrato che buona parte delle fessserie raccontate nella bibbia sono, appunto, grandissime bischeraggini. E tuttavia la musica è e resta grande musica, NON SOLO PERCHè DI VERDI. Ricordando che il successo dell’opera fu legato a particolari tensioni che sfociarono nel Risorgimento, (la musica pubblica esprime sempre questa realtà…
Nilla Pizzi, morta in questi giorni, legò il suo successo strepitoso alla famosa VOLA COLOMBA cantata a Sanremo, per perorare il ricongiungimento di Trieste e della sua terra all’Italia…. messaggio che fu prontamente recepito da TUTTI gli Italiani). IO.. C’ERO!! Nel caso particolare suscitò molta emozione la frase: O mia patria sì bella e perduta… che agli italiani ricordò che NON avevano ancora una patria.
Ora ci troviamo in un’altra fase della storia patria e… o finiamola con questa vecchia questione (ricordo dibattiti televisivi furenti dietro ai quali intravvedo SEMPRE motivazioni NON espresse… e che comunque di sicuro NON accetterei) cambiando le parole dell’Inno, oppure teniamoci altri due Inni che comunque hanno fatto la storia di questo paese: Quello di Mameli, che allude alla “fratellanza” fra italiani, anche se si tratta di un sottinteso massonico, e l’Inno di Garibaldi per quel suo FONDAMENTALE: Va fuori d’Italia va fuori stranier! e per quell’altro…SI SCOPRON LE TOMBE, SI LEVANO I MORTI. Una risurrezione GLORIOSA E VINCENTE che nulla a a che fare con scoperchiature di tombe più o meno religiose (per impressionare le….pie donne!).
Attenzione a non coinvolgere Rosibindi che potrebbe proporre O BIANCO FIORE, SIMBOLO D’AMORE…. In ogni caso e di sicuro va escluso quello dei savoia, che oltretutto è la trasposizione di un canto valdostano, a dimostrazione che quella dinastia non è mai uscita da una visione della politica di carattere puramente montano: vacche, pecore, cagate di vacche e di pecore, grida strillate ohilì ohilà da una vallata all’altra. All’insegna del provincialismo più grezzo.
Per quanto riguarda la tensione separatista, di cui si fan vanto padani, siculi, piemontesi, liguri e quant’altro, si tratta di sicuro di spinte legate al processo disgregativo nazionale (che riguarda tutte le nazioni) correlato alla nascita dell’Unità Europea. Indipendentemente da Maastricht.
Anzi, CONTRO MAASTRICHT! Infatti l’Europa dei POPOLI che sta nascendo ora chiede solo la capacità di grandi uomini politici che ne sappiano interpretare le istanze.
Giorgio Vitali