Giovanni Faperdue: “Ma le Terme dei Papi di Viterbo sono dei viterbesi?”

La sera del 28 febbraio u.s., al termine della seduta consiliare che ha esaminato le problematiche delle Terme, il sindaco Giulio Marini ha concluso i lavori recitando tra l’altro questa frase ad effetto, riferita alle Terme dei Papi: “Non ci dobbiamo dimenticare che le terme sono nostre”.

 

Noi che conosciamo il sindaco Marini, diamo per scontato che egli con questa frase non volesse dire nostre, come mie e di qualcun altro, bensì ne siamo certi, voleva intendere che le Terme (dei Papi) sono di tutti i viterbesi. Fatta questa doverosa precisazione, tutti noi ci sentiamo sollevati, felici e orgogliosi e prendiamo coscienza di questa nostra “proprietà”, che ci rende ricchi e anche fortunati. Ma appena proviamo a recitare ad alta voce, la frase: “le Terme (dei Papi) sono di tutti i viterbesi e perciò anche nostre”, più di un dubbio ci assale prepotentemente. Ci scusi signor sindaco, ma le chiediamo un aiuto. Viterbesi chi? Di chi stiamo parlando? Per agevolarla facciamo qualche esempio. Se due coniugi dicono “la nostra casa”, si riferiscono ad un immobile dove abitano, e dal quale ricavano un utile, non pagando l’affitto. E ancora, quando un agricoltore dice ai suoi figli “la nostra vigna”, si riferisce ad un campo dove la coltivazione delle viti, al momento della vendemmia, darà buon vino che allieterà i pasti di tutta la famiglia.

 

Per tornare alle “nostre” Terme (dei Papi), risulta a lei signor sindaco, che qualche viterbese usufruisca di trattamenti di favore in questo stabilimento? Se ci sono, e se lei li conosce, per favore ce li comunichi subito, e noi promettiamo di scrivere un articolo di rettifica. Perché per quello che ci risulta, non c’è  viterbese che abbia in qualche modo, un piccolo beneficio da questo complesso “nostro” che, sembra sia l’unico in Italia a non concedere sconti ai residenti. E allora signor sindaco, ci consenta, come mai lei si riempie la bocca affermando che queste terme (dei Papi) sono “nostre”? Perché forse dovremo attendere con somma pazienza il 2033, quando scadrà il contratto e le Terme (dei Papi) torneranno nella disponibilità del Comune? Oppure sono “nostre” perché noi viterbesi dobbiamo sempre concedere qualcosa, senza mai chiedere niente?  Ci scusi ancora signor sindaco, ma questa ipotesi, senza se e senza ma, ci appare assurda e paradossale.

 

Se le Terme (dei Papi) sono “nostre” davvero, e sottolineo davvero, esse devono dare qualche piccolo frutto (leggi agevolazioni tariffarie) a tutti i viterbesi fin da subito, senza attendere i tempi biblici del 2033. Altrimenti dobbiamo dare ragione a quel qualcuno, come il sottoscritto, che parlando di Terme e di Bullicame, ha già da tempo definito i poveri cittadini viterbesi, non proprietari delle Terme (dei Papi), ma solo servi, cornuti e mazziati. Si attende una risposta.

 

Il Presidente dell’Associazione “Il Bullicame”        

Giovanni Faperdue

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