Gianni Donaudi: “In memoria di Moreno Marchi, scrittore e studioso laico”
Sono passati quattordici anni esatti dalla scomparsa dello scrittore e studioso sanremese Moreno Marchi, deceduto il 6 marzo 1997, sarà un caso?, lo stesso giorno del suicidio dello scrittore “collabò” francese Pierre Drieu La Rochelle, che Moreno amava molto.
Nato in Toscana nel 1951, Moreno era arrivato giovanissimo nella provincia di Imperia stabilendosi nella città dei fiori dove vivrà sino all’ultimo giorno ella sua vita. Dal 1968 in poi la cittadina ligure aveva risentito molto della contestazione (molto intensa se si calcola il numero degli abitanti per lo più di estrazione piccolo- medio borghese, sempre timorosi di spaventare i “cummenda” padani o nobili
decadenti che vengono a sperperare soldi al Casinò oltre a speculatori, arrivisti trasversali, riducendo le fasce più umili autoctone quasi alla tregua di “portoricani allo spaghetto”…
La sinistra rivoluzionaria di quegli anni a Sanremo, è grosso modo divisa in due tronconi. Vi è il P.C.d’ I.( m.l.) di osservanza mao- stalinista-albanese e l’Organizzazione dei Comunisti Libertari, guidati culturalmente dallo studente di filosofia Enrico Adler. Date le proprie origini anarchiche Moreno approderà in questi ultimi e data la vicinanza con la Francia la prevalente corrente libertaria sarà il Situazionismo di Guy De Bord (che, molto prima di Chomsky, analizzerà la “società dello Spettacolo”), che aveva tenuto il suo primo congresso italiano già nel 1957, e precisamente a Cosio d’Arroscia ( IM ), grazie anche all’aiuto del grande pittore Pinot
Galizio, scomparso nel 1964…. E il Situazionismo influenzerà anche Pino Bertelli, un ex operaio di Piombino che fonda la rivista “Tracce” con relativa casa editrice ….
Moreno Marchi è già comunque un attento estimatore di Max Stirner (e amico dello stesso Bertelli) e diventa un profondo studioso, scrive articoli, commedie e cura la pagina culturale dell’Eco della Riviera oltre a collaborare allo stesso “Tracce” (che nel frattempo darà alle stampe il “Mea Culpa” di Louis Fernand Céline). Moreno prende anche contatto con l’editore Alfredo M. Bonanno di Catania, titolare della rivista “Anarchismo” e nel 1982 da alle stampe “Fenomenologia unicistica del singolo” dove Moreno riflette sulle delusioni e i limiti degli anni della contestazione. Nel 1984 e ‘87 escono per ” Tracce” rispettivamente “Teoria del Contrasto” ed ” Exitialis” (entrasmbi con la prefazione di P. Bertelli) dove vengono presi in esame tutti i movimenti storici, e persino metastorici di ribellione. Per Moreno sembra secondario ribellarsi “contro Dio” (Lucifero) o “in suo nome” (Tomas Muntzer), in nome della Ragione (Robespierre, Saint- Just o Marat) o contro di essa, più recentemente in modo trasversale per “di$integrare il $i$tema”, borghese, omologante, consumistico ed ipereconomici$tico. IMPORTANTE E’ RIBELLARSI.
A questo punto è superfluo dare torto al filosofo cattolico Augusto del Noce, quando dal suo punto di vista,beninteso!, afferma che i movimenti estremi (alcuni dei quali con conseguenze totalitarie), quale sia lo schieramento, nascono tutti da una comune matrice nichilistica.
Nel 1993 la EdiAnLibe da alle stampe ! Fuori dal Cerchio Magico” (Stirner e l’Anarchia) dove accanto a interventi di Bertelli, di Bonano, di Passamani e di altri, Moreno marchi da il suo contributo con “Sum ergo cogito”. Ed è in quell’anno che Moreno, trascendendo ormai gli schemi e le dicotomie tradizionali della politica e dell’ideologia comincia a studiare gli scrittori “collabò” francesi, sopratutto Louis Fernand Cèline e Pierre Drieu La Rochelle, scrivendo diverse opere sull’argomento.
Ma a questo punto, si mostrerebbe un vero e proprio “sacrestano illetterato” chi in buona o in malafede e frettolosamente si mettesse a sparare su Moreno Marchi l’accusa di “cripto- fascista”. Moreno in tali opere esamina i personaggi dal punto di vista intellettuale e umano, col metro dello studioso, in modo imparziale e senza prendere posizione, attenendosi ai fatti e alle testimonianze scritte che tali scrittori “maledetti” hanno lasciato.
Così pure il volumetto di storia locale “Goering a Sanremo” è soltanto la curiosa cronaca del viaggio che il gerarca nazista intraprese nella Riviera dei fiori nel 1938… E nel dopoguerra qualche fantasioso avrebbe parlato di un misterioso tesoro che Goering stesso avrebbe ordinato di seppellire nella zona (nel 1965 per i gialli delle
Edizioni “Europa Production” uscì a Bordighera anche un romanzetto sull’argomento, ambientato in quella stessa località denominata “Madonna della Ruota” già teatro del “Dottor Antonio” del patriota risorgimentale Giovani Ruffni.
Moreno Marchi non amava molto parlare di sé e gli editori dei suoi libri riuscivano a stento a riportare note biografiche. Ultimo saggio pubblicato dal Marchi venne inserito nel volume “Omaggio a Drieu La Rochelle”, che un editore di Parma, proveniente dalla destra radicale e convertito all’Islam ha dato alle stampe… Al di là di alcune divergenze che ci separano, al di là di certe sue posizioni non sempre condivisibili, intendiamo comunque ricordare Moreno Marchi per il vasto contributo culturale che ha dato alle giovani generazioni, per il suo viscerale anticonformismo e antagonismo di fronte al Moloch occidentale del Pensiero unico…
Gianni Donaudi
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Ora un articolo uscito alla fine del 1994, quando in quel di Torino, il rettorato universitario negò all’ultimo momento l’autorizzazione che aveva già dato a Moreno Marchi di tenere una conferenza sugli inediti di Céline, organizzata dagli studenti neo-fascisti del FUAN, ma comunque interessante dal punto di vista letterario.
Berlusconi era da pochi mesi andato per la prima volta al potere.
L’articolo, cestinato da “Il Manifesto” venne invece accolto dall’organo socialdemocratico “L’ Umanità ” di Roma.
Era tra l’ altro il periodo che il filosofo neo-marxista Costanzo Preve veniva pesantemente accusato di “cripto-nazismo” solo per avere collaborato alla rivista “La Lente di Marx ” del docente marxista-leninista Claudio Moffa, nel qual numero precedente erano state rilevate le contraddizioni dell’ebraismo, ma solo da un punto di vista marxista (”Ebrei come tutti”), cosa che non bastò a salvare la testata, Moffa e, indirettamente, anche Preve dall’accusa di “antisemitismo” .
Anche a Torino sopravvive una sinistra degna di Torquemada
Céline, eterno perseguitato
L’ostruzionismo culturale tipico dei bonzi dell’accademismo subalpino ha colpito ancora, con uno stile degno della migliore Santa Inquisizione di Sua Maestà cattolica (con buona pace di questi mostri sacri del laicismo, della democrazia e della tolleranza, che magari tuonano tanto contro la Pivetti e non si accorgono di essere solo a 2 cm. dal suo bel didietro) .
Alla facoltà di Giurisprudenza di Torino è stato concesso, e subito dopo negato, allo studioso Moreno Marchi di tenere un seminario sugli inediti di Louis Fernand Céline.
Non è certo mia intenzione difendere i neo- fascisti del FUAN che lo hanno organizzato e che si sono rivolti al Marchi in quanto è egli attualmente in Italia, lo studioso più preparato in materia di scrittori “collabò ” francesi, ma fare solo alcune considerazioni.
Caso mai il seminario avrebbe potuto essere un’ottima occasione per chiedere ai fascisti che diavolo c’entrasse un grande critico della morale borghese, del “moralismo delle puttane”, dell’alta finanza e dell’usura (verso la quale, in questo periodo un’applicazione pratica del pensiero di Céline non guasterebbe), con l’immondizia del loro partito che appoggia un governo come quello berlusconiano, che tra le altre porcate difende l’ u$ura $te$$a.
Il fatto è che la sigla ” FUAN” è stata solo il pretesto che maschera l’odio viscerale dei docenti (per lo più provenienti da quella “sinistra ” conformista e quasi tutti figli della Torino bene mascherati da “ultrasinistri” ) verso gli scrittori anti-conformisti e “maledetti”.
Docenti oggi appartenenti a quella strana ” sinistra” che, maggioritaria nel capoluogo subalpino, non ha nulla a che vedere né con il marxismo, né con il bolscevismo, né con la “via italiana al socialismo”, né con la tradizione anarco-libertaria e, nemmeno con il riformismo socialdemocratico europeo.
Una sinistra liberi$tico – bancaria, facente capo ai De Benedetti Brothers (il cui Franco è stato candidato alle ultime politiche per i Progressisti (Ah! Ah! Ah!), … una “sinistra che se avesse vinto le elezioni avrebbe attuato esattamente gli stessi tagli e privatizzazioni dell’attuale governo..
E tali docenti non sono nuovi ad intolleranze del genere (anni fa doveva svolgersi, mi sembra, un dibattito Cacciari / Tarchi e… apriti cielo!)…
E c’è un’altra particolare di non poca importanza. Tutto si può dire di Moreno Marchi tranne che sia fascista. Anni fa ricevette un mandato di perquisizione quale “brigatista rosso”. Inoltre lo studioso ligure è conosciuto a Sanremo dove risiede e tutti sanno che egli ha frequentato intellettuali irriducibilmente libertari quali Claudio Badano e sopratutto Enrico Adler. Moreno Marchi è legato da fraterna amicizia con l’editore neo- situazionista di Piombino, Pino Bertelli che ne ha pubblicato dei libri, mentre altre sue opere sono state edite da “Anarchismo” di Catania. E il “Mea Culpa” di Cèline pubblicato anni fa dallo stesso Bertelli è un’opera che piace anche ai giovani dei centri sociali.
E’ proprio vero che in una metropoli quadrata, barocca, tenebrosa e “negativa” (per usare un termine di moda dallo pseudo- spiritualismo contemporaneo), la cui zona burocratico-bancaria di via XX Settembre, ha delle affinità sinistro- architettoniche con la City di Londra, sarebbe stato impossibile, persino al PDS invitare Montanelli e Marco Tarchi al Festival dell’Unità, come invece, con più tolleranza è riuscito nella rossa Modena…
E vi immaginate un Cacciari o un Alexander Langer partecipare ai dibattiti di “Elementi” o collaborare a “Diorama” e “Trasgressioni” abitare a Torino, anziché a Venezia o Bolzano? Scomunica immediata da parte di queste accademiche mummie (non a caso Torino ospita uno dei più importanti musei egizi), di una cultura sclerotizzata, ottocentesca, “azionista” (nel senso delle S.P.A. !!!), ma dall’anima mercantile (come obiettivamente lo stesso Marco Revelli riconosce sul “Manifesto”) , fatta di baroni neo-autoritari,, eco-radical-chic, neo Chicago-Boys e “privacy ladies” con la voce afona e dalle pareti coloniche incrostate, ma con la puzza sotto il naso.
Tutta gente che (per dirla con Céline stesso) un giorno “il Popolo spedirà direttamente al cesso”. Si spera in buona compagnia degli attuali detentori del Potere Berlu$Koniano.
E per concludere volgarmente con un’altra frase del grande Louis:
LA RUMOROSA (e sotterranea n.d.r.) GUERRA DELLE SCORREGGE, RIMBOMBA NEI CE$$I!..)
Babeuf