Daniele Bricchi: “Igienismo, vegetarismo, veganismo, crudismo… una visione d’insieme…”
LA VISIONE D’INSIEME
ARGOMENTI TRATTATI: conoscere la reale storia della medicina, autogestione della salute senza farmaci, il sistema Igienista Naturale, vaccinazioni: l’altra faccia della medaglia, A.I.D.S. l’altra verità, oppositori alla teoria microbica, cibo biologico o cibo fisiologico, generi superflui e fame nel mondo, vegetarismo (motivazioni etiche, salutistiche, ecologiche).
Da anni sono impegnato su temi e argomenti, di cui farò un accenno, che ritengo fondamentali ed estremamente importanti: promovendo informazione (la nostra arma migliore), conferenze, facendo tavoli divulgativi, petizioni, distribuendo decine di migliaia di volantini ecc. Un lavoro duro perché anche dall’area “alternativa” sono stato troppe volte ignorato, isolato e qualche volta attaccato.
In certi momenti lo scoramento in me era tale da domandarmi se avevo ancora la forza di andare avanti, ma poi pensando ai riscontri e risultati avuti, e soprattutto a quello che devono subire le vittime della disinformazione e dell’egoismo, ho sempre trovato nuovo entusiasmo.
Cercherò sinteticamente di esporre alcuni dei temi in questione.
Mi sono convinto che la causa di tanti guai è il procedere senza avere una veduta d’insieme, una visione globale, l’approfondire un particolare argomento inconsapevoli o dimenticando che ogni cosa è strettamente interconnessa con tutto il resto.”Lo specialista è colui che studia un particolare in modo sempre più approfondito sino al punto di capire tutto a proposito di nulla”.
Facciamo l’esempio di qualcuno che sceglie il campo della salute e che si laurea in medicina (la stessa cosa vale anche nel caso scelga una medicina non convenzionale), limitandosi a credere ciecamente a quello che ripetono come pappagalli le persone, le scuole, i giornali, la televisione, le università; all’atto poi di lavorare sulle persone, con tutta probabilità procurerà a chi si fiderà di lui seri danni che si sarebbero potuti evitare.
Procedendo invece con una visione globale, preferibilmente prima di specializzarsi, dedicando tempo a conoscere la storia delle medicine, senza limitarsi ingenuamente a consultare solo autori ortodossi (forse chi vende vino dice che il suo vino non è buono?), approfondendo in particolare la reale storia della medicina ufficiale, allopatica, di stato, (considerando che si è così fortemente consolidata nei nostri paesi ricchi e industrializzati), otterrebbe conoscenza, consapevolezza, maturità superiori, tali da originare scelte di qualità estremamente migliori.
Per usare le parole di Ivan Illich (1926 – 2003 ) tratte dal suo “Nemesi medica” questa medicina ha operato “l’espropriazione della salute”, ovvero “la medicalizzazione della società”.
Quello che faccio è proporre e segnalare una ricca e vitale realtà di autori, conferenze, pubblicazioni di seri ricercatori, divulgatori, storici della medicina, naturopati, giornalisti scientifici e medici dissidenti, che coraggiosamente svelano i misfatti, gli inganni di cui è impregnato il sistema medico e ci permettono di conoscere le basi, le fondamenta, la nascita e lo sviluppo di questo sistema.
Enorme è la sorpresa e la rabbia di chi approfondisce l’argomento.
A dir poco scadenti sono i presupposti scientifici, a scapito di un numero enorme di malcapitate vittime.
La diffusione della medicina chimica, chirurgica, che mutila, che sopprime i sintomi, che mai rimuove le cause e che ha avuto il sopravvento sulle altre medicine, è avvenuta con la corruzione per i forti interessi che erano in gioco (e che lo sono ancora), condizionando l’impostazione medica e la ricerca sino ai nostri giorni. Di fronte a queste affermazioni sono ancora tanti a voltare lo sguardo altrove ridacchiando increduli, dimostrazione di quanto culturalmente profondo sia il lavaggio del cervello subito.
Mi sono occupato del problema delle vaccinazioni, per cui la solita enorme disinformazione nasconde una altrettanto grande truffa.
Ad esempio dei vaccini ci dicono: che ad essi si deve l’eradicazione delle malattie endemiche;
che il vaccino dà immunità (vale a dire che non ci si può ammalare della malattia per la quale siamo stati vaccinati);
che i danni causati dai vaccini sono estremamente rari e lievi, mentre i benefici che apportano sono infinitamente superiori.
Queste affermazioni sono totalmente false e per convincerci di ciò, non dobbiamo fare altro che usufruire di una grande quantità di informazioni disponibili sull’argomento, anche e soprattutto da fonti scientifiche internazionali della stessa medicina ufficiale.
Eppure, se chiediamo più informazioni e rassicurazioni al nostro medico o all’ufficiale vaccinatore, ammesso che non si arrabbi, ci racconterà le solite cose, senza dire nulla di quanto si trova nella letteratura scientifica, un po’ fingendo di non sapere e spesso, soprattutto, ignorando anche di essere lui stesso incastrato in un sistema che è molto più grande di lui.
La pratica vaccinale è un serio pericolo per la salute. Organizzammo una serata su: “Vaccinazioni utili o dannose? Parliamo anche dei rischi”. Il preparatissimo relatore, Giorgio Tremante, con dati, grafici e statistiche ci mostrò “ l’altra faccia della medaglia”, spiegando anche, il perché se avesse saputo prima certe cose, avrebbe potuto evitare il dramma che colpì la sua famiglia (2 figli morti ed uno cerebroleso). Danni da vaccino confermati e risarciti dalle autorità solo dopo lunghe traversie legali. Pensate che in ospedale avevano anche contraffatto le cartelle cliniche pur di non ammettere il danno da vaccino.
Darò un minimo di dati: in Europa l’obbligo vaccinale esiste solo in Italia e in Francia mentre negli altri paesi europei è facoltativa, solo che in Italia abbiamo l’obbligo del vaccino per l’epatite B, che i francesi hanno abolito nel 1998; vale a dire che siamo gli unici al mondo ad avere questo vaccino obbligatorio. E se pensiamo che l’ex ministro De Lorenzo, autore di questo provvedimento, ha confessato in tribunale di aver intascato denaro dal produttore del vaccino per far passare la legge, e che, per convincere i votanti, dichiarò in parlamento numeri sull’incidenza dell’epatite assolutamente immaginari, c’è da pensare che sia uno scherzo o che siamo in una gabbia di matti; infatti non si è ancora abrogato l’obbligo di tale vaccino la cui nocività è ben documentata.
La malattia endemica ha una curva che aumenta o decresce a seconda dell’esistenza o meno di certe condizioni, a prescindere dalla diffusione o meno dei vaccini. Per esempio, quale vaccino ha debellato scarlattina e peste bubbonica? Quando la peste arrivava in città come Roma o Firenze uccideva metà dei suoi abitanti, ma ad un certo momento venivano meno certe condizioni e si verificava la regressione spontanea. Il vaccino non esisteva, ma se a quel tempo fosse esistito un vaccino, i medici ora ci racconterebbero che ad esso andava il merito dell’eradicazione di quelle flagellanti malattie.
I dati evidenziano talvolta l’inutilità delle vaccinazioni e talvolta, addirittura, la recrudescenza della stessa malattia dal quale il vaccino pretendeva di proteggere:
La vaccinazione di massa contro il vaiolo fu resa obbligatoria in Gran Bretagna nel 1853, con gravi punizioni per chi non si fosse sottoposto alla vaccinazione, eppure nel solo periodo 1871- 72 (17 anni dopo l’inizio della campagna vaccinale) 23.000 inglesi morirono di vaiolo, tra cui il 90% di loro erano vaccinati (prima dell’arrivo dei vaccini si arrivava mediamente a 1000 casi all’anno nelle epidemie più gravi).
La Germania, registra in pochi anni 125.000 morti per vaiolo, e ciò dopo 35 anni di regime di vaccinazione forzata stabilito per legge, che aveva costretto a vaccinare tutti i neonati, rivaccinare i bambini all’inizio delle scuole, poi di nuovo alla scuola secondaria, quindi ogni adulto sano che entrava per la leva nell’esercito veniva vaccinato di nuovo.
L’enciclopedia britannica (9^ edizione ) riporta che dei 30.742 casi di vaiolo in Baviera nel 1871, 29.429 si erano verificate in persone vaccinate. Dopo queste esperienze le autorità di questi paesi furono costrette a ricercare le cause altrove, a responsabilizzarsi attuando una serie di provvedimenti igienici rivolti a migliorare la salute pubblica (riguardanti fognature, rifiuti, filtrazione dell’acqua dei fiumi per uso civile) e le grandi epidemie di vaiolo non tornarono più.
Tali argomentazioni non potrebbero essere più attuali relativamente ai paesi in via di sviluppo; infatti un rapporto UNICEF precisa che “nel mondo una persona su cinque non dispone sempre di acqua pura e di condizioni igieniche accettabili”, eppure la stessa UNICEF assegna il 45% dei fondi alle vaccinazioni, mentre solo il 17% è destinato all’acqua e all’igiene.
Numerosi sono i casi documentati in cui la regressione di una particolare malattia, come ad esempio la difterite, avveniva contemporaneamente sia nelle città e paesi vaccinati, sia in quelli non vaccinati.
Ci sono casi in cui veniva semplicemente cambiata la “base” delle statistiche, ingannando così il pubblico. E’ il caso della polio, infatti negli USA nel 1953 cambiò il modo di diagnosticare, di definire e ciò portò ad un abbassamento istantaneo di polio, ma in pratica l’effetto principale della diminuzione è da attribuirsi al fatto che non venivano più conteggiati i casi di polio lieve e benigna, ma solo i casi con paralisi …e poi in Italia prima del 1966 (anno dell’obbligo della vaccinazione antipolio) la distrofia muscolare si chiamava poliomielite, e venivano regolarmente inseriti nei casi statistici di paralisi da polio. La distrofia muscolare era quasi sconosciuta (come nome) prima delle vaccinazioni, e oggi in Italia vi sono 150.000 casi circa.
Come si evince dai grafici ISTAT frequenti sono i casi in cui il vaccino è introdotto e diffuso dopo una spontanea e quasi totale regressione della malattia, come ad esempio nel caso di difterite, polio, pertosse, ecc.
Ci sono poi le reazioni avverse ai vaccini:
Dati epidemiologici mostrano che nel 95 – 98% delle persone che vengono in contatto con il virus della poliomielite la malattia non attecchisce. Inoltre, il 90 – 95% di questa frazione la contrae nella forma benigna che decorre clinicamente in pochi giorni. Nel 3 – 5 % dei casi colpisce in forma “aparalitica”, che pure guarisce spontaneamente senza lasciare traccia, anche se un po’ più noiosa.
Tra lo 0,1% e l’ 1% si hanno i sintomi delle poliomieliti gravi, anche paralitiche. L’O.M.S. riporta che su 34 nazioni in via di sviluppo (Africa, America latina) vaccinate contro la polio, 24 hanno registrato un aumento dei casi di poliomielite paralitica, una grave forma di polio che è comparsa solo a seguito delle campagne di vaccinazione antipolio. Prima non esisteva, il decorso della poliomielite era molto meno grave, infatti i casi di polio paralitica sono diventati un fenomeno visibile statisticamente solo dopo l’introduzione del vaccino antipolio. Negli ultimi decenni, negli U.S.A. si sono verificati fino a 5 – 10 casi di polio paralitica in soggetti vaccinati, praticamente quasi il 100% di polio paralizzante.
Negli U.S.A. le segnalazioni di reazioni avverse da vaccino sono 11.000 all’anno, e di queste l’1%
(112) riguardano morti per effetto da vaccino. La F.D.A. stima che ad essere denunciate sono solo il 10% e secondo il Centro nazionale per le informazioni sui vaccini (N.V.I.C.) a New York solo un
medico su 40 (2,5%) conferma che una morte o una malattia sia conseguente alle vaccinazioni: come dire che il 97,5% delle morti e delle malattie correlate ai vaccini verrebbero regolarmente ignorate. Paradossalmente il vaccino sarebbe 100 volte più mortale della malattia.
Numerosi studi fanno risalire alle vaccinazioni la SIDS ( sindrome da morte infantile improvvisa) molto diffusa nei paesi più ricchi e quindi più vaccinati. Per risarcire i casi di bambini morti o resi disabili dai vaccini, il governo federale americano sborsa in media 90 milioni di dollari all’anno.
L’Italia è stato l’ultimo paese in Europa a dotarsi di una legge per il risarcimento delle vittime da vaccinazione (210/92), e da allora sino all’inizio del 2000 sono stati risarcite per danno irreversibile o morte da vaccino 300 famiglie, cui vanno aggiunte le circa 30.000 domande di risarcimento in fase di istruttoria, e si tenga conto che pochi conoscono e si avvalgono di questa legge. I danni da vaccino possono essere i più disparati, e possono manifestarsi a breve termine come la SIDS, l’encefalite, la meningite, l’autismo, il diabete, l’asma, le allergie ecc. o ad effetto tardivo come la sclerosi multipla, il lupus, l’Herpes Zoster ecc.
Quello che ho scritto in queste righe è solo una briciola di quello che potete scoprire approfondendo l’argomento.
Molti genitori, infranti nel vedere i loro piccoli gravemente danneggiati dichiarano (giustamente) che nessuno aveva detto loro che c’erano anche dei rischi e che nessuno li aveva avvertiti della necessità di informarsi prima; ma voi, se avete letto queste righe, non potete dire altrettanto.
Io credo che, come gia esistono in molte province, sia necessario formare coordinamenti di cittadini, genitori, medici, per la libera scelta sulle vaccinazioni, contro l’obbligo vaccinale, per fare informazione, per sostenere coloro che per il bene dei propri figli, vogliono evitare i vaccini, per aiutare chi ha subito un danno da vaccino a veder riconosciuto tale danno, ad ottenere il rispettivo risarcimento ed adeguate assistenza e cure per rimediare a quel tipo di danno, poiché l’assurda tendenza a negare ostinatamente l’esistenza di danni da vaccino di fatto nega ai bimbi o adulti danneggiati l’accesso agli accertamenti diagnostici, ai servizi riabilitativi, a terapie adeguate e questo porta spesso ad aggravare la loro situazione per effetto delle terapie non consone ricevute.
Il movimento Italiano contrario ai vaccini esiste da almeno 20 anni, e la sua costante crescita ha portato anche a risultati legislativi, per cui attualmente rifiutare i vaccini è molto più facile che in passato, mentre un decreto legge ha aperto definitivamente le porte della scuola ai bambini non vaccinati. Chiunque voglia rendersi utile e fare parte di questo movimento è davvero benvenuto.
Senza dubbio, il modo più adatto per migliorare, recuperare e mantenere la salute nostra e dei nostri figli è acquisire la conoscenza che ci permette di identificare le vere “condizioni” che causano i disturbi, e su di esse operare attenuandole o rimuovendole.
Deludente è la posizione della medicina ufficiale in questo senso. Basti pensare alla insignificante presa di posizione della pur potente classe medica contro il degrado ambientale o contro il dilagare dei cibi spazzatura comunemente in commercio.
Queste intuizioni e sensibilità sono indubbiamente più marcate in ambito delle medicine non convenzionali ed è il tema principale del sistema “Igienista Naturale”, un metodo per la cui diffusione sono impegnato da molti anni.
La scuola igienista mira a far comprendere le basi della salute, le vere cause dei disturbi, gli agenti naturali indispensabili alla vita, la vera interpretazione dei sintomi, l’insospettata capacità di autoriparazione dell’organismo. E’ la vera scienza di salute di base che dovrebbe essere insegnata universalmente in modo da essere a disposizione di chiunque voglia avvalersene.
L’igienismo è altrettanto valido sia come prevenzione, sia per fronteggiare disturbi già manifestati e non è affatto raro che nei centri igienisti trovino risposte valide anche persone considerate “senza speranza” dopo aver provato inutilmente tutte le altre terapie.
E’ un metodo poco conosciuto fondamentalmente per due motivi: 1) è estremamente anticommerciale sia perché non è basato su prodotti o rimedi da vendere, sia perché porta l’individuo ad una notevole capacità di autogestione della sua salute, con la conseguenza che i suoi nemici sono tutti coloro che fanno parte di questa grande “macchina” della salute, delle terapie da cui traggono enormi profitti; 2) è un metodo che implica il cambiamento delle nostre abitudini, mentre la tendenza diffusa è quella di cercare ingenuamente un “rimedio” che permetta di stare bene senza dover modificare il “modus vivendi”. Questa società di certo ha contribuito a diffondere l’idea che l’adozione di una sana abitudine si associ all’idea di tristezza, privazione, rinuncia, mentre andrebbe associata all’idea di un regalo che si fa a sé stessi, di liberazione da una schiavitù, di conquista, di salute, leggerezza, energia, gioia, armonia con il tutto.
Per non dire che l’adozione di metodi che “sopprimono” i sintomi invece di rimuovere le vere cause portano a lungo andare (e spesso in breve termine) a vere e ben più amare rinunce.
Tra le cose che ripeto da anni è che il metodo igienista è il più ecologico, economico e il più adatto a tutti coloro che sono veramente interessati all’autogestione della salute senza farmaci.
E’ veramente raro incontrare qualcuno che ha letto, studiato la letteratura igienista tanto da conoscerne bene almeno la teoria. Personalmente, con estremo piacere, continuo ad approfondire l’argomento perché gli aspetti della vita e i campi di utilizzo che tocca sono vasti. Comunque da anni sono in grado e disponibile ad aiutare persone con problemi di salute, di dare informazioni, di organizzare soggiorni igienisti per diete depurative, digiuni terapeutici assistiti o per liberarsi da dipendenza da tabacco con l’ausilio di un metodo.
Grazie all’igienismo da decenni non uso più alcun tipo di farmaco ed ho risolto positivamente una serie di problemi come una forma di depressione, gastrite, epatite c, disturbi alla vista (portavo occhiali da 22 anni) e sterilità.
Un altro tema che decisamente merita maggiore divulgazione è quello dei medici e ricercatori dissidenti che chiedono un riesame dell’ipotesi Hiv = Aids = morte. Tra loro troviamo anche virologi di fama internazionale e premi Nobel per la chimica. I loro lavori dimostrano molti sporchi meccanismi della medicina ufficiale, mostrano l’inutilità e dannosità dei trattamenti medici propinati ai positivi al test, l’inattendibilità dei test, l’ inesistenza delle prove che il virus Hiv esista e che causi la sindrome, la maggiore salute di chi rifiuta i farmaci, le droghe e si affida ai rimedi naturali. Un interessante riassunto del lavoro di questi autori si può trovare nel sito: www.laleva.cc “Menzogna, mistificazione e montagne di dollari: AIDS, l’altra verità. Tutto quello che non vi hanno mai detto sull’AIDS”.
La teoria microbica del resto ha avuto forti oppositori sin dal tempo della sua primitiva formulazione da Pasteur e Koch, infatti si convinsero presto della falsità della teoria eminenti personalità scientifiche del tempo come il Prof. Pettencofer, microbiologo dell’università di Vienna che arrivò nel corso di una affollata lezione a bere una immonda coltura di vibrioni del colera dicendo allegramente: ”vediamo se mi prendo il colera”. Non lo prese. O come il Prof. Claude Bernard, il più eminente anatomista francese che si oppose nettamente privilegiando il ruolo fondamentale svolto dal “terreno”, cioè la capacità del sistema immunitario di sconfiggere o meno le invasioni dei microbi assolutamente inevitabili perché ubiquitari.
Ovviamente gli igienisti non hanno mai dato credito alla teoria microbica anteponendo ad essa la teoria della tossiemia ed enervazione. (vedi “Tossiemia” del Dott. J.H.Tilden)
Riguardo agli alimenti biologici di cui sono un sostenitore dai tempi in cui eravamo in quattro gatti a farlo, mi sento di affermare che, se è aumentata la consapevolezza dell’importanza del cibo biologico, non è altrettanto aumentata la consapevolezza del “fisiologico”, vale a dire quella conoscenza che ti permette di capire quali sono gli alimenti fisiologicamente, biologicamente adatti alla nostra specie, al nostro sistema digestivo.
Un alimento non adatto alla nostra specie non diventa adatto semplicemente coltivandolo senza chimica. Non si creda che il solo fatto di alimentarci con cibi biologici, anche se positivo, sia sufficiente a garantire una buona nutrizione o una buona salute.
Sul termine “naturale” regna una grande confusione. Sui banchi dei negozi di “alimenti naturali” vanno a ruba veleni nervini, nonché eccitanti del sistema nervoso come tè, caffè, cacao e poi alcolici, aceto, zuccheri di estrazione, latte vaccino, formaggi, carni, seitan, cocacola bio, cereali, legumi ecc. ecc. Nessuno di questi generi è veramente adatto alla nostra specie e alcuni di essi andrebbero totalmente banditi perché vera spazzatura, mentre altri andrebbero usati con moderazione e in certe circostanze ne andrebbe almeno temporaneamente sospesa l’assunzione come nel caso di legumi e cereali. Per esempio, il biologico non annulla l’effetto tossico del bromo contenuto nel caffè e cacao, dell’alcool etilico delle bevande alcoliche, dell’acido urico e dei grassi saturi della carne, dello squilibrio che produce uno zucchero di estrazione, dei danni che produce il latte vaccino ecc. Il biologico non neutralizza né l’effetto acidificante di questi generi né la tossiemia accumulata per l’eccesso di proteine e per l’errata associazione degli alimenti nello stesso pasto, che viene generalmente praticata.
Nemmeno la soia non ogm e i sui derivati sono un alimento così sano, come viene generalmente pubblicizzato; vedi l’interessantissimo articolo: “Prodotti di soia, tragedia e imbroglio – Il terzo simposio internazionale sulla soia”. Apparso su NEXUS – Sito internet: www.nexusitalia.com
Per molti non è nemmeno chiaro il salto di qualità che c’è tra un alimento crudo e fresco e uno cotto: ma guardiamoci attorno, tutto ciò che vive è crudo!
Riguardo l’approvvigionamento dei generi biologici è preferibile nel limite del possibile coltivare e produrre con le nostre mani ciò che ci serve, e/o acquistare direttamente da produttori con cui abbiamo rapporti di fiducia, onde evitare di regalare le nostre energie a ecofurbi che speculano e che fanno i trattamenti chimici di nascosto.
In ambito di commercio equo e solidale, a mio avviso varrebbe la pena si tenesse pure conto che generi come zucchero di canna, tè, caffè, cacao non sono necessari ne sani, ma danno dipendenza, ci inducono a sprecare le nostre energie di riserva e acidificano il sangue. Di conseguenza agiscono come predatori dei nostri minerali, poiché l’organismo per fronteggiare il disequilibrio arrecato deve attingere dalle nostre riserve, ossia dalle ossa e dai denti; comunque, per una serie di ragioni, sono cause primarie di malattia, generi degenerativi, bisogni indotti e generi di lusso che arrivano a noi da paesi lontani implicando trasporti piuttosto inquinanti, con quel carburante per cui si fanno le guerre.
Per avere questi generi superflui noi dei paesi ricchi abbiamo imposto ai paesi poveri la creazione di monocolture deforestando, desertificando e rubando spazio alle vere colture alimentari.
Le affermazioni che seguono sono tratte dal n° 94 del Cedoc rassegna, periodico pacifista terzomondista del centro per la pace di Fidenza, dove Jean Nke Ndih, pour Attac – Cameroun pur commentando in modo negativo le direttive del Parlamento europeo per la riduzione del cacao nel cioccolato, dice: “…è un vero tradimento contro i paesi tropicali che hanno accettato di saccheggiare le loro foreste per produrre quantitativi sempre maggiori di cacao richiesto da molte multinazionali in Europa” e “se i contadini non avessero tagliato le loro foreste, continuerebbero a ricavarne l’essenziale per la loro sopravvivenza”. e aggiunge: “la coltura del cacao ha sconvolto non solo l’ambiente, ma anche le strutture sociali ed economiche dei paesi tropicali”.
Mi rimane come ultimo argomento (ma non come importanza) la questione vegetariana che abbraccia contemporaneamente temi di salute, ambiente, fame nel mondo, non violenza, diritti degli animali.
Non mi soffermerò a parlare della dannosità per l’uomo degli alimenti di origine animale, il cui dato di fatto è così bene e abbondantemente documentato anche nella letteratura medica, e non insisterò neppure sulle altrettanto ben documentate prove della superiorità della salute dei vegetariani, specie se informati.
Gli studi di anatomia e fisiologia comparate dimostrano che confrontando tra di loro il sistema digestivo (inclusi i denti) delle varie specie, erbivori, carnivori, onnivori, frugivori, l’uomo è da collocare tra i frugivori. I moderni testi di medicina negli U.S.A. ci dicono che possiamo vivere benissimo e meglio senza carne; eppure molti medici ignoranti continuano a dare indicazioni senza nessun fondamento scientifico, consigliando tanta carne e prodotti animali in genere, condizionati anche da obsolete e antiscientifiche conclusioni come quelle estrapolate da esperimenti sulle proteine condotte sui ratti negli anni 30!
Da anni propongo uno stile alimentare vegetariano non affidato al caso, ma basato su un piano nutrizionale che si avvale di quanto di meglio sappiamo in questo campo e quindi tendenzialmente vegetaliano-igienista, per evitare i guai che arreca la disinformazione alimentare.
Quando nel 1982 ho iniziato a fare i primi passi evitando carne e pesce, le persone iniziarono a chiedermi la ragione di quella scelta, ed io tentavo timidamente di spiegare; ma ora accade che sono io a chiedere: perché non sei vegetariano?
Il premio Nobel per la medicina Renato Dulbecco asserisce:”ho adottato una dieta vegetariana e la consiglio come misura antitumorale”. E dello stesso avviso si dichiara Umberto Veronesi.
E’ certo che al consumo di alimenti di origine animale sono riconducibili le attuali prime cause di morte ed un lungo elenco di disturbi che affliggono specialmente gli abitanti dei paesi ricchi e grandi consumatori di questi prodotti.
Abbiamo poi la questione della fame nel mondo i cui dati da tempo sono stati dimostrati in tutte le salse. Persino il World Wacth Istitut ha lanciato l’allarme: ”i carnivori stanno distruggendo la terra”. Tutti dovrebbero leggere il libro di Jeremy Rifkin, “Ecocidio” in cui l’autore dimostra con una quantità impressionante di dati, che una delle principali cause della fame nel mondo, se non la principale, è rappresentata proprio dagli allevamenti intensivi a scopo alimentare, che tolgono risorse essenziali ai paesi più poveri a vantaggio delle nazioni più ricche, esageratamente carnivore.
Nella foresta amazzonica il 72% della distruzione è causato dagli allevatori di bestiame (secondo l’Istituto Mondiale delle risorse). Di fatto, gli allevamenti intensivi sono la principale causa della deforestazione in atto in molti luoghi del pianeta; inoltre sono responsabili dell’80-90% delle emissioni di ammoniaca che provocano le piogge acide mentre le deiezioni di questi animali sono una delle cause che determinano l’incremento dell’effetto serra.
L’allevamento intensivo prevede un consumo d’acqua 70 volte maggiore rispetto a quello utilizzato per le coltivazioni (per produrre una tonnellata di carne bovina occorrono 31.500 metri cubi d’acqua, mentre per produrre una tonnellata di cereali ne occorrono 450).
Allo stesso tempo un miliardo e mezzo di esseri umani non ha accesso all’acqua.
Come ha affermato l’economista indiano Amartya Sen, vincitore del premio Nobel nel 1998: “La fame è il risultato del non avere abbastanza da mangiare. Non è il risultato del non esserci abbastanza da mangiare”.
I sociologi concordano nel ritenere che il problema della fame nel mondo derivi da una ineguale distribuzione delle risorse, per cui il 20% degli abitanti della terra consuma l’80% delle risorse e l’altro 80% si accontenta di spartirsi il 20% restante.
Nel 1984 in Etiopia, durante la gravissima carestia che ha fatto morire di fame migliaia di persone ogni giorno, parte dei terreni erano coltivati per ottenere foraggio per l’alimentazione dei bovini europei. Nella maggioranza dei casi, durante le carestie degli ultimi 50 anni, il cibo è stato sottratto a chi moriva di fame per essere esportato verso i paesi ricchi per nutrire bestiame (e i governanti discutono per giorni di interventi per risolvere la fame nel mondo).
La FAO ha calcolato che il 78% dei bambini che nel mondo rischiano di morire di fame, vivono in paesi che hanno un surplus di produzione agricola che, in larghissima parte, finisce proprio a soddisfare le richieste degli allevatori dei paesi ricchi.
Le produzioni animali consumano la gran parte delle risorse agricole. Venti chilogrammi di proteine vegetali servono a produrre un solo chilogrammo di proteine animali: in un mondo vegetariano nessuno morirebbe di fame, e il cibo sarebbe addirittura abbondante per tutti gli abitanti del pianeta.
In conclusione chi magia carne deve rendersi conto di che impatto umano e ambientale ha la sua dieta. Poiché il pianeta è uno solo, ci aspettano feroci guerre per accaparrarsi i terreni fertili, le acque per irrigarli e il pescato, se non vi sarà una più equa distribuzione delle risorse e se i paesi poveri continueranno a copiarci.
I numerosi ecologisti, pacifisti, terzomondisti che non sono vegetariani, non considerano, a mio modesto avviso, quell’aspetto fondamentale che è la coerenza.
Ma le cose si muovono infatti secondo l’Eurispes, il numero dei vegetariani (2002) in Italia è intorno a 2.900.000 e in continua crescita.
“Chiudete pure gli occhi e orecchie quando scorrono in televisione le immagini dei bimbi somali, ma rammentate che ogni vostro boccone di bistecca sottrae un pasto intero ad uno di quei bambini”.
Queste sono le parole dell’onorevole Carla Rocchi che ha presentato in parlamento una proposta di legge per la tutela dei consumatori vegetariani e il rispetto dovuto dalle istituzioni pubbliche ai cittadini che hanno compiuto questa scelta, e in particolare chiede che sia sempre presente nei menù una completa dieta vegetariana in tutte le mense pubbliche, private o convenzionate, nei ristoranti, nelle caserme, negli ospedali, negli istituti penitenziari, nonché nelle scuole di ogni ordine e grado.
Molte cose hanno in comune Vegetarismo, diritti degli animali, animalismo, antirazzismo, pacifismo, se così non fosse, un vegetarismo motivato solamente da ragioni salutistiche ed ecologiche non ci porterebbe tanto fuori dal solito modello antropocentrico (ed egoista), ossia l’uomo al centro dell’universo.
Vorrei ricordare che tanti tra i padri del pacifismo sono stati fondatori e propugnatori del vegetarismo.
Molti non sanno che Aldo Capitini, detto il Gandhi italiano, fondatore 51 anni fa dell’Associazione Vegetariana Italiana fu anche il fondatore di Azione Nonviolenta e della marcia per la pace Perugia Assisi. Capitini organizzava durante la seconda guerra mondiale, gruppi di antifascismo nonviolento per cui fu più volte arrestato e sottoposto a periodi di detenzione. Docente di filosofia, acceso antifascista, vegetariano, pacifista meriterebbe di avere un posto di maggior rilievo nella nostra storia. Vedi: Aldo Capitini – La sua vita, il suo pensiero – di Giacomo Zanga – edizioni Cresci-
Vegetariani e animalisti lottano per un mondo nel quale la violenza su uomini e animali sia bandita totalmente e dove ogni essere vivente abbia il diritto di vivere con dignità.
Così si esprime uno dei più accreditati uomini di scienza del nostro tempo, l’oncologo Umberto Veronesi: “Lo specismo connota nei riguardi degli animali un atteggiamento non dissimile da quello tipico del razzismo nei riguardi delle altre razze umane. Così se centocinquanta anni fa, che un bianco uccidesse (o torturasse) un negro senza ragione, poteva sembrare un fatto complessivamente accettabile nella morale corrente di allora, oggi che un essere umano uccide un animale non umano, senza ragione è per la maggioranza degli uomini un fatto accettabilissimo”.
Dovremmo abolire al più presto le feste sadiche con strazio di animali, la corrida, lo spettacolo con animali del circo, la vivisezione ecc. ecc., perché immorali, diseducative e devianti per la scienza.
Il famoso etologo Danilo Mainardi così si esprime: “Gli zoo sono indifendibili, contrari a ogni misura di decenza, di umanità, di scientificità.”.
Il grande filosofo tedesco Immanuel Kant così afferma: “Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta le bestie.”.
Lo stesso Aldo Capitini dice: ”Gli uomini arriveranno veramente a non uccidersi tra di loro, quando arriveranno a non uccidere più gli animali.”.
Il medico pediatra nutrizionista Luciano Proietti dice che: “il Vegetarismo dovrebbe essere soprattutto un atteggiamento mentale di rispetto e di amore verso tutti gli esseri viventi. A questo punto diventa automatico rifiutare di uccidere o di sfruttare altri esseri viventi anche se ritenuti inferiori nella scala evolutiva”.
Un pensiero dell’astronoma Margherita Hack: “comunque credo che uccidere qualsiasi creatura vivente, sia un po’ come uccidere noi stessi, le loro sofferenze sono le nostre”.
Il percorso morale e intellettuale dell’uomo ha portato (non tanto tempo fa) ad abrogare la schiavitù, ma rimane ancora tanto da fare; infatti lo stesso tipo di percorso dovrà passare attraverso il riconoscimento dei diritti degli altri esseri viventi, se sapremo essere “la voce di chi non ha voce” (difatti gli animali non hanno voce, stampa, tribunali).
Per molti versi, gli allevamenti ricordano i lager e gli autotreni stipati di animali che vanno al macello ricordano i treni zeppi di ebrei diretti ai campi di sterminio.
L’abitudine di mangiare carne, come accade spessissimo per tante altre abitudini, è tutt’altro che il frutto di una scelta ponderata fatta usando la nostra testa, ma è data dalla passiva accettazione degli usi locali, in particolare di quelle abitudini adottate dalle masse che ci circondano (vedi l’assurda diffusissima dipendenza da caffè e tabacco). Siamo troppo spesso schiavi dei condizionamenti.
Per esempio, avete mai mangiato cadaveri di cani? E di cuccioli? (Sono molto teneri). Sicuramente, leggendo queste parole, qualcuno contrarrà il viso per il disgusto e dirà: “Che cosa significa, mangiare cadaveri di cani?” Ma in base a che criterio si stabilisce quali animali si possono uccidere e mangiare e quali invece no? Si mangiano i polli e i maiali, si mangiano i vitelli. Perché allora non i cuccioli di cane? In effetti in alcune regioni del mondo i cani e i loro cuccioli sono considerati un cibo prelibato e qualcuno considera noi dei barbari, perché mangiamo i vitelli.
Giacomo Leopardi scrisse: “L’uomo non ha sulle bestie alcun diritto…ingiustamente noi aggioghiamo i tori, e addomiamo i generosi puledri, e tendiamo insidie ai volatili nell’aria… ingiustamente noi ci pasciamo dei loro prodotti, e le nostre mense cuopriamo delle loro carni barbaramente apprestate da crudel cuoco, il quale non arrossisce di disegnar le vivande su bestie ancor vive”.
Così scrisse Gandhi, il padre della non violenza: “ Il nostro progresso spirituale ci farà smettere di uccidere gli animali per nutrirci”.
E così scrisse Platone: “Cari giovani, non vi prenda mai desiderio e amore della caccia per mare, né della pesca con l’amo, di nessuna caccia di animali d’acqua, né di esercitarvi a quella caccia oziosa che si fa con la rete indifferentemente svegli e addormentati. […] Né raggiunga mai alcuno dei giovani l’amore seducente, ma vile della caccia agli uccelli alati”.
Queste le parole di Milan Kundera: “La bontà umana in tutta la sua purezza e libertà, può venire fuori solo quando è rivolta verso chi non ha nessun potere. La vera prova morale dell’umanità, quella fondamentale, è rappresentata dall’atteggiamento verso chi è sottoposto al suo dominio: gli animali. E sul rispetto nei confronti degli animali, l’umanità ha combinato una catastrofe, un disastro così grave che tutti gli altri ne scaturiscono”.
Leonardo da Vinci disse a sua volta: “Tempo verrà in cui la nostra specie giudicherà l’uccisione di qualsiasi animale alla stessa stregua della soppressione di un uomo”.
E Plutarco: “Quale mortale penserebbe di maltrattare una creatura umana, se verso esseri che non sono della sua razza e della sua specie avesse costantemente professato la dolcezza e l’umanità?”.
E Arthur Schpenauer: “La pietà verso gli animali è talmente legata alla bontà del carattere da consentire di affermare fiduciosamente che l’uomo crudele con gli animali non può essere buono. Questa compassione proviene dalla medesima fonte donde viene la pietà verso gli uomini”.
E Pitagora scrisse che: “Quelli che uccidono gli animali e ne mangiano la carne saranno inclini a massacrare i loro simili”. Fino ad oggi però da Pitagora abbiamo accettato in eredità solo i teoremi matematici.
E’ storicamente accertato che i vegetariani sono anche stati perseguitati dalla chiesa cattolica e a questo proposito citiamo solo il movimento religioso dei Perfetti catari diffusosi in Occitania (Europa occidentale) nel secolo XI, che adottò dieta vegetariana (o meglio vegana, escludendo anche latte e uova), vita povera e semplice. Questi precursori di S. Francesco furono ben presto additati dalla chiesa come “eretici” e perseguitati. Nel 1144 vi furono i primi roghi di catari vegetariani. Il Papa Innocenzo III scatenò una vera e propria crociata contro di loro. Da allora questi “eretici” furono identificati per la loro dieta vegetariana inducendo nella chiesa timore e diffidenza verso chiunque rifiutasse cibo di provenienza animale.
Leone Tolstoy, ispiratore di Gandhi sulla non violenza, amato da anarchici e antimilitaristi scrisse saggi contro chiese, stati, armamenti, scrisse su ecologia, igienismo, liberazione delle donne, contro la caccia e dal suo saggio sul Vegetarismo (Il primo gradino) traggo queste parole: “Se l’uomo cerca seriamente e sinceramente di progredire verso il bene, la prima cosa di cui si priverà sarà l’alimentazione carnea. Il suo uso infatti, è immorale perché comporta una azione contraria alla morale, l’assassinio, causata solo da ingordigia e golosità!”.
Mi fermo perché è impossibile citarli tutti.
Io auspicherei che non ci si dimenticasse di tutte queste cose quando andiamo a fare la spesa (sempre per quella questione della visione globale e d’insieme di cui parlavo all’inizio).
Sono naturalmente disponibile per chiunque volesse avere con me uno scambio di idee.
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