Politica, etica e sessualità… Dignità delle donne? Alcune femministe dicono no alle manifestazioni di piazza… e con qualche ragione!
A noi donne dell’AEDfemminismo sembra che la politica si ricordi solo ora della “dignità delle donne” in quanto funzionale agli attuali giochi di potere.
Quindi ci contrapponiamo alle manifestazioni di piazza (come quella di domenica 13/2/2011) e di seguito proponiamo una più ampia e profonda riflessione sui fatti recenti di cronaca, meschini ed inutili, che ci hanno attossicato in questo ultimo periodo.
POLITICA, ETICA E SESSUALITA’
Ciao a tutte,
Alla fine degli anni ‘50, il presidente del senato, esponente dell’area liberale, era il candidato favorito alla carica di presidente della repubblica. Alla vigilia della votazione, si sparse la notizia che esistevano foto che lo ritraevano in intimità con un marinaio della sua barca.
Foto scattate da un altro membro dell’equipaggio che sarebbe stato infiltrato dai servizi segreti.
Non ci interessa la veridicità della notizia, diffusa dai media. Certo è che il politico in questione dovette rinunciare a correre per il quirinale.
Negli anni ‘60, un ministro DC ebbe l’incauta idea di proporre la tassazione delle aree fabbricabili.
Mal gliene incolse. Fu resa pubblica la sua presunta omosessualità e fu oggetto di una campagna diffamatoria, dove si arrivò a storpiarne il cognome, che ne bruciò la carriera politica.
Un presidente di regione, nella fattispecie della regione Lazio, ha dato, o dovuto dare, fate un po’ voi, le dimissioni quando i media hanno divulgato la notizia che frequentava a pagamento delle transessuali.
Il direttore di un giornale di area cattolica ha dovuto dare, o ha dato, anche lui le dimissioni quando è uscita fuori la notizia delle sue presunte, francamente non ce ne importa niente se è vero o no, abitudini omosessuali.
Una escort ha dichiarato ad un magistrato palermitano di aver avuto due rapporti sessuali con l’attuale presidente del consiglio e, in entrambi i casi, di essere stata pagata cinquemila euro. Il magistrato palermitano ha mandato tutto alla magistratura milanese.
Ma la prostituzione, in questo paese non è reato. Perchè il magistrato in questione ha acquisito questo dato e, soprattutto, perchè lo ha inviato a Milano?
Il presidente attuale della camera dei deputati, segretario di una nuova formazione politica, è stato accusato (accusato di che?) di aver frequentato un’escort.
Sempre il presidente del consiglio è accusato di essere un assiduo frequentatore di escort e di organizzare orge a casa sua.
Oggi, come negli anni ‘50 e ‘60, nonostante tutti si dichiarino rispettosi delle scelte e delle inclinazioni personali, queste vengono usate come arma politica.
Siamo sempre alle solite. In convegni, dibattiti, dichiarazioni ufficiali, si dice che le vicende private non contano, che le inclinazioni e preferenze sessuali sono un fatto personale, però, nei fatti, tutti ci costruiscono campagne politiche tese a screditare e a sconfiggere l’avversario.
Il Papa, parlando al personale della polizia di Roma, ha detto che la società deve ritrovare le radici morali. Naturalmente, lui ce le indicherà e la polizia le farà rispettare.
Da tutto quello che sta succedendo, emerge chiaramente che la cosiddetta sinistra (non si capisce perché continuiamo a chiamarla così; sarebbe ora, per correttezza e precisione, di chiamarla per quello che è: un insieme di funzionari addetti alla politica italiana per conto delle multinazionali anglo-americane, dei circoli atlantici e degli USA), non volendo o non potendo attaccare il governo sulla politica nazionale ed internazionale, usa le vicende private dell’avversario per sostituirsi a lui, sapendo che continuerà la stessa politica sia in campo nazionale che internazionale.
Poi c’è il prestigio delle istituzioni. Siamo alla teorizzazione delle virtù pubbliche e dei vizi privati. Il prestigio delle istituzioni si lede con le frequentazioni sessuali, mentre si salvaguarda facendo le guerre neocoloniali, aggredendo la Jugoslavia, distruggendo lo stato sociale, perseguitando i migranti, riducendo in semischiavitù i lavoratori, perseguendo i poveri, promuovendo leggi liberticide. Che strana idea di decoro e prestigio hanno!
Alla base c’è la condanna atavica del sesso che è un peccato, un grave peccato.
La Chiesa assolve l’invasione neocoloniale e benedice i soldati e le bandiere, ma condanna all’inferno chi commette atti impuri e chi fa sesso al di fuori delle sue regole.
I poteri forti, che sono organizzati per bande, si facciano pure la guerra fra loro con trappole e ricatti, ma lascino fuori le scelte private e sessuali e, comunque, noi non ci possiamo certo far irretire in questo gioco.
Il sesso è un ‘attività naturale come mangiare, bere, dormire. Togliamogli di dosso questa cappa che gli è stata imposta.
Ma chi esce male da questa storia?
Le donne, perché l’uomo, si sa, è cacciatore. Deve solo avere il buonsenso di non farlo sapere in giro.
E basta con la convinzione che, gratta gratta, permane ancora nella nostra società, che in fondo la responsabile del peccato è lei, la donna.
Molte donne ritengono che, quando una donna si prostituisce, offende tutte le donne.
Ma, realmente, cosa fa?
Usa il proprio corpo come merce di scambio, così come si fa correntemente, in questa società, in tutti i lavori con il proprio corpo e/o la propria mente, perciò è chiaro che la condanna non può riguardare questa pratica che è generalizzata, ma si riferisce solo alla pratica sessuale: perciò è il sesso che è condannato. Questa stigmatizzazione va assolutamente rimossa.
Le donne che si prostituiscono per fare carriera nello spettacolo o in altri ambiti lavorativi, per una pelliccia o per i vestiti firmati, lo fanno perché hanno introiettato i valori vincenti di questa società. Sono questi che noi rifiutiamo. Il fatto che lo facciano facendo sesso, non conta niente.
Qualcuna dirà che non è una libera scelta, ma una costrizione dettata dal quadro economico, sociale, culturale.
Se è vero, vale per tutti i lavori.
Se anche c’è una sola donna che vuole fare del proprio corpo valore di scambio, questa va rispettata.
A proposito, quando questo avviene nell’ambito di un rapporto codificato dalla legge, perché è accettato e va tutto bene?
Rispetto ai tanti lavori che la società ci propone, che spesso e volentieri non ci piacciono, ci può e magari ci deve essere un rifiuto, ma non deve avere niente a che fare con la colpevolizzazione del sesso.
I lavori, parlando sempre di donne e di noi, che non ci piacciono sono quelli di chi vende il proprio corpo e la propria intelligenza in ruoli e in figure che mantengono e sostengono e difendono questa società con le sue oppressioni e le sue ingiustizie, per tornaconto personale, a danno di tutte le altre.
Quando prendiamo posizioni, quando facciamo le nostre scelte, qualunque esse siano, non dobbiamo farci condizionare da nessuna condanna nei confronti del sesso.
Veramente basta!
Elisabetta e le Donne dell’AEDfemminismo
Associazione Educazione Demografica
Consultorio antimedicalizzazione
Pass. Canonici Lateranensi, 22
24121 Bergamo
Telefono 035-244.337
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