Quando i “pezzi di carta” non servono più…. La scuola del futuro? Forse è su internet!
D’altronde da tempo scuola ed università hanno acquisito un mero valore economico, d’introduzione ad uno corrotto mondo del lavoro dal quale si dovrebbe invece rimanere quanto più ci è possibile distanti. Ed il titolo di studio è divenuto null’altro che una licenza di sfruttamento delle persone, dei nostri simili, all’interno di una economia che a ragione possiamo definire cannibale.
Di questi tristi tempi, di massiccio conformismo ad un orripilante pensiero unico basato su categorie contrapposte, oh quanto appaiono meravigliose persone ed esperimenti come quello che segnalo di seguito:
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AlwaysUnschooled, Members: 2799
At AlwaysUnschooled, members create a space in which radical unschooling can be seriously discussed as a lifestyle that begins at birth. AU is geared towards thoughtful discussion and exploration of what radical unschooling looks like with children younger than typical “school age” although participation and input from families with older, radical unschooling children are also welcome.
Secular in nature, we welcome unschoolers from all walks of life. Our discussions focus on exploring topics like organic learning, respectful parenting, consensual-living, freedom and autonomy, living by principles, convincing family, surviving panic and criticism, living without fear, resisting enrollment, non-coercive parenting, deschooling ourselves, joyful living and releasing control.
http://groups.yahoo.com/group/AlwaysUnschooled/###
Che baratro di pensiero esiste tra codeste belle persone, che tentano percorsi umani individuali con un piglio che riporta agli esplorativi anni sessanta, ed i membri delle associazioni odierne, gente prigioniera di preconfezionati schemi mentali, priva di un genuino pensiero autonomo, avendo sposato in massa quello dei soliti Presidentini stila-appelli-da-firmare-senza-leggere, culo e camicia coi potenti.
In fin dei conti ciò che blocca l’umana evoluzione non è altro che l’addomesticamento perpetrato sui cittadini, sugli esseri umani, tanto dalla pubblicità commerciale quanto dagli statali (statali e privati sembrano contrastarsi, in realtà sono indissolubili soci in affari: i primi comandano i secondi arraffano soldi non meritati) e dalle associazioni che si rifanno agli uni ed agli altri.
Ecco allora che un passo decisivo divengono la de-ipnosi, il de-addomesticamento, la de-scolarizzazione, il reset mentale, processi evolutivi personali tramite i quali possiamo liberare i nostri occhi dalle bende cui abbiamo permesso di posarvisi per vedere finalmente il mondo come realmente è.
Con grande gioia pensiamo al momento ormai prossimo in cui un qualche giovane, forse pure dichiarato disadattato per il suo permanere in prolungata solitaria riflessione, avrà all’improvviso l’intuizione che cambierà il corso delle scienze senza avere seguito alcun corso di studi tradizionale, essendosi invece abbeverato, guidato dal proprio istinto, all’ampia conoscenza disponibile in Internet.
Quello sarà l’episodio che farà da punto di svolta, farà moda, ed in tanti si avventureranno su questa nuova strada, fregandosene di un titolo di studio che in verità ha sempre caratterizzato non i migliori ma semplicemente i più ingenui, i più ligi, i più opportunisti, i più disposti a chinarsi supini davanti ai potenti per avere anch’essi una briciola del loro indegno potere.
In fin dei conti: in chi nasce la presa di coscienza che nessuno può appropriarsi della Res Publica? Chi da quattordici anni denuncia l’idebita presenza di assunti a vita in un ruolo di proprietà collettiva, di statali in un Paese che pretende essere democratico? Chi sta facendo tutto questo? Un multititolato, un professore, un emerito od un semianalfabeta come il sottoscritto?
Sant’Innovazio da Internet