Addio ai sacchetti di plastica? Percorso lungo e di difficile attuazione
Si dice che le scorte stiano finendo.
Entro metà febbraio, così affermano i grandi nomi della distribuzione, tutti i sacchetti di plastica ancora presenti nei grandi magazzini e supermercati, non saranno più distribuiti, e quindi l’Italia dirà addio alla plastica tanto inquinante. Ma come sempre nulla sembra scontato. Dalla filiera dei produttori, rappresentati dalla sigla Unionplast, che ha fatto ricorso al Tar del Lazio. Infatti le aziende protestano contro la decisione di distribuire le scorte rimaste gratuitamente, dicendo che su di loro ricadono tutti i costi, così afferma il direttore generale dell’unione – Angelo Bonsignori.
Il settore è già in crisi, di 4 mila dipendenti, due terzi sono in cassa integrazione, contratti di solidarietà, e ferie forzate. Ma sorge anche un altro problema: la normativa infatti è molto rigida, il divieto assoluto di commercializzare, e quindi distribuire i sacchetti una volta che sono terminate le scorte. Così stringente da scontrarsi con la normativa europea, la quale non vieta la libera circolazione delle merci, inclusi i tanto discussi sacchetti di plastica.
A Bruxelles si è avviata un’inchiesta preliminare. Così da tempo ha fatto anche la Francia, che ha rinviato il problema al 2014. Il rischio è quindi quello che il decreto possa fare un passo indietro, per il quale tanto si è lottato. E’ in corso quindi una battaglia ambientalista per far promulgare la legge che è stata rinviata di un anno. Infatti il percorso che ha portato all’addio dei sacchetti di plastica, è stato lungo e difficile. E potrebbe ancora riservare ulteriori sorprese. Ci sarà un programma di sperimentazione in condivisione tra il ministero dello Sviluppo e quello
Dell’Ambiente. La data per l’eliminazione era fissata per il 1 gennaio 2011, poi prorogata di un anno. I negozi potranno solo smaltire le scorte di magazzino distribuendole gradualmente nell’anno.
Ma ci chiediamo: ce la farà il nostro Pianeta ad accumulare un altro anno di inquinamento, senza che l’eco sistema ne risenta ulteriormente?
Rita De Angelis