Ronciglione, Caprarola e le acque venefiche del Lago di Vico – Ai capigruppo parlamentari della Camera dei Deputati, al prefetto di Viterbo, al sindaco di Caprarola, al sindaco di Ronciglione, al presidente della Provincia di Viterbo, alla presidente della Regione Lazio
“Bacino lacustre vulcanico del Lago di Vico.. resort turistico, riserva d’acqua potabile, pantano… o pozzo avvelenato?” (Saul Arpino)
Lettera aperta ai capigruppo parlamentari della Camera dei Deputati
e per opportuna conoscenza: al prefetto di Viterbo, al sindaco del Comune di Caprarola, al sindaco del Comune di Ronciglione, al presidente della Provincia di Viterbo, alla presidente della Regione Lazio, a tutti i consiglieri del Comune di Caprarola, a tutti i consiglieri del Comune di Ronciglione, a tutti i consiglieri della Provincia di Viterbo, a tutti i consiglieri della Regione Lazio, alla ministra dell’Ambiente, al ministro dei Beni culturali, al ministro della Salute, alla ministra del Turismo, ai mezzi d’informazione locali e nazionali
Oggetto: Richiesta di intervento per il risanamento del lago di Vico, per la salubrita’ delle acque e la tutela della salute dei cittadini di Caprarola e Ronciglione
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Gentili capigruppo parlamentari della Camera dei Deputati,
vi e’ gia’ nota la grave situazione delle acque del lago di Vico, sulla quale da tempo e’ stato sollecitato un intervento delle competenti istituzioni al fine dell’adozione di urgenti e adeguati provvedimenti per il risanamento del lago di Vico, per la salubrita’ delle acque e la tutela della salute dei cittadini di Caprarola e Ronciglione.
Non risulta tuttavia che i Ministeri variamente competenti abbiano fin qui esercitato una adeguata, tempestiva, efficace azione, e la situazione continua ad essere assai preoccupante.
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Un quadro della situazione si evince dal recente esposto inviato dall’”Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment – Italia)” al Commissario Europeo all’Ambiente il 24 maggio 2010, che di seguito testualmente riproduciamo:
“Al Commissario all’Ambiente dell’Unione Europea, al Ministro della Salute, al Ministro dell’Ambiente
e per opportuna conoscenza: al Prefetto di Viterbo, al Sindaco di Caprarola, al Sindaco di Ronciglione, al Direttore generale della Asl di Viterbo, al Direttore sanitario della Asl di Viterbo, al Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanita’ pubblica della Asl di Viterbo, al Servizio veterinario della Asl di Viterbo, al Direttore generale dell’Istituto superiore di sanita’, al Presidente dell’Istituto superiore di sanita’, all’Arpa Lazio – sezione di Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo, ai responsabili dell’Ato 1 – Lazio, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, al Garante del Servizio idrico integrato della Regione Lazio, al Direttore dell’Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo, al Direttore Regionale Energia e Rifiuti, al Direttore del Centro Tecnico Logistico Interforze Nbc, all’Assessore all’Ambiente della Provincia di Viterbo, all’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio, all’Assessore alla Sanita’ della Regione Lazio, al Presidente della Commissione Ambiente del Senato, al Presidente della Commissione Igiene e sanita’ del Senato, al Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, al Presidente della Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati
Oggetto: Un contributo di analisi ed una ennesima richiesta di intervento in relazione agli sviluppi della vicenda del lago di Vico dell’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment – Italia) di Viterbo.
L’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde di Viterbo il 30 marzo 2010 ha presentato un esposto (in allegato) al Ministro dell’Ambiente e al Ministro della Salute sul gravissimo rischio sanitario ed ambientale derivante dal degrado e dall’inquinamento dell’ecosistema del lago di Vico.
L’esposto, oltre a fornire un quadro dettagliato, documentato e circostanziato delle problematiche ambientali e del rischio sanitario determinato dal rapido deterioramento della qualita’ delle acque del lago, ha indicato anche le proposte, piu’ volte formulate, dell’Isde di Viterbo per l’avvio di una rapida ed efficace bonifica e tutela dell’intero ecosistema lacustre e per garantire acque salubri e potabili alle popolazioni di Caprarola e Ronciglione.
A seguito di questo esposto sono state presentate numerose interrogazioni da parte di deputati, senatori ed europarlamentari.
L’Isde, in relazione ai piu’ recenti sviluppi di questa situazione, intende con il presente documento mettere a disposizione un ulteriore contributo sia di informazione, sia di replica a erronee dichiarazioni altrui e sia di rinnovata proposta di interventi ormai non piu’ procrastinabili.
L’attuale situazione ambientale del lago di Vico
Sono evidenti e ormai ben documentate le gravi problematiche ambientali del lago di Vico (presenza di periodiche fioriture dell’alga rossa Plankthotrix rubescens, produttrice di una microcistina tossica e cancerogena, marcata riduzione del quantitativo di ossigeno nelle sue acque e della loro trasparenza, presenza di metalli pesanti in elevata concentrazione nelle acque e nei suoi sedimenti, etc.).
Nella riunione, promossa dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Viterbo, svoltasi il 2 marzo 2010, sul tema “Attivita’ di contrasto al degrado della qualita’ delle acque del lago di Vico”, sono stati presentati dati che hanno evidenziato la presenza nelle acque del lago di valori elevati di Arsenico (As) e di altre sostanze tossiche e cancerogene di norma estranee alle acque del lago quali: Mercurio, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), e nei suoi sedimenti alte concentrazioni di Arsenico – 647 mg/kg SS (valore soglia 20 mg/kg SS) -, Cadmio – 12 mg/kg SS (valore soglia 2 mg/kg SS) -, e Nichel – 566 mg/kg SS (valore soglia 120 mg/kg SS) -.
Ulteriori risultati di indagine, presentati dall’Arpa Lazio – sezione di Viterbo alla riunione svoltasi il 10 maggio 2010 presso il Dipartimento Regionale Rifiuti ed Energia, hanno confermano la presenza di Arsenico in concentrazioni molto elevate nei sedimenti lacustri.
Un recente documento del Centro tecnico logistico interforze Nbc di Civitavecchia riferisce i risultati di una indagine geofisica commissionata dal Ministero della Difesa per la ricerca di masse anomale interrate presso il Magazzino Materiali di Difesa Nbc di Ronciglione (indagine che ha evidenziato la presenza di masse metalliche e non metalliche interrate in diversi punti del sito).
Da questo documento emerge che da carotaggi ed analisi chimiche su campioni di terreno prelevati sono stati rilevati valori di Arsenico superiori a quanto previsto dalla normativa in vigore e pertanto il sito militare in prossimita’ del lago risulta contaminato.
Questi dati e documenti confermato il degrado e l’inquinamento del lago di Vico e impongono immediate norme di tutela ed interventi di bonifica non piu’ rimandabili: riduzione immediata e drastica dell’uso di fitofarmaci in tutta la conca del lago di Vico con riconversione al biologico di tutte le attuali forme di coltivazioni agricole; controllo e verifica di tutti gli scarichi fognari delle utenze private e pubbliche poste in prossimita’ del lago; intensificazione dei controlli di tutte le attivita’ all’interno della riserva; avvio della bonifica del sito militare Nbc di Ronciglione.
La potabilizzazione delle acque erogate alla popolazioni di Ronciglione e Caprarola
I comuni di Caprarola e Ronciglione utilizzano per la maggior parte acque captate dal lago di Vico.
Le acque in relazione alla loro classificazione devono subire un efficace processo di filtrazione e potabilizzazione prima di essere distribuite alle popolazioni per uso umano.
L’inadeguatezza della filtrazione e quindi della potabilizzazione delle acque distribuite alla popolazioni di Caprarola e Ronciglione risulta evidente da una nota del 4 gennaio 2008, con la quale il Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanita’ pubblica, sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo, in considerazione dei risultati degli esami effettuati dall’Arpa Lazio – sezione di Viterbo che evidenziavano la presenza di Cianobatteri – Plankthotrix spp -, proponeva ordinanza di non potabilita’ dell’acqua ai sindaci di Caprarola e Ronciglione.
L’inadeguatezza della filtrazione risulta anche da alcuni esami condotti sempre dall’Arpa Lazio – sezione di Viterbo nel periodo compreso da marzo 2008 a dicembre 2009, che evidenziano l’abbondante e costante presenza di alghe (Diatomee, Cloroficee e Microflagellati) e in particolare la massiccia presenza di Cianobatteri anche dopo l’esecuzione di lavori di adeguamento dei potabilizzatori nei Comuni lacustri.
Una conferma del pregresso cattivo stato dell’impianto di potabilizzazione nel comune di Ronciglione e’ inoltre contenuta in un “Memorandum” redatto in data 23/12/2009 dal Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanita’ pubblica – sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo; nella relazione tecnica “Verifica delle condizioni tecnico-qualitative dell’acquedotto comunale di Ronciglione – Vt” redatta dalla societa’ Sif (Sistema Integrato di Fitodepurazione) e nell’ordinanza n. 12/2010 del sindaco di Ronciglione nella quale si fa addirittura risalire al maggio 2002 il riscontro dell’inadeguatezza dei filtri e quindi il loro non utilizzo.
Le pregresse e le attuali condizioni di funzionamento dei potabilizzatori comunali sembrano pertanto non garantire in modo completo ed efficace la potabilita’ delle acque captate dal lago e tale situazione accresce la preoccupazione per il rischio sanitario al quale sono state esposte e sono esposte le popolazioni anche in considerazione della presenza dei nuovi ed eterogenei elementi inquinanti rilevati di recente nelle acque del lago e nei suoi sedimenti.
E’ urgente quindi che siano predisposte ed individuate immediatamente fonti alternative di approvvigionamento idrico per tutta la popolazione, per gli esercizi commerciali, per le scuole, per l’ospedale di Ronciglione e per tutte le industrie alimentari locali.
E’ altresi’ necessario avviare, come piu’ volte richiesto dall’Isde di Viterbo, uno studio di fattibilita’ finalizzato alla realizzazione di pozzi da dotare di dearsenificatori per garantire un approvvigionamento idrico di migliore qualita’ e sicurezza e che siano posti in opera in tempi brevissimi impianti di filtrazione e potabilizzazione cosiddetti pilota per studiare le migliori tecniche di purificazione dell’acqua in relazione alle peculiari problematiche di degrado ed inquinamento del lago di Vico.
Il monitoraggio della microcistina tossica e cancerogena nelle acque destinate a consumo umano
Il microrganismo Planktothrix rubescens, detta comunemente alga rossa e segnalata dal 2007 nelle acque del lago di Vico, produce numerosi tipi di tossine dette microcistine a valenza epatotossica, gastroenterica e con possibile azione cancerogena.
Gli effetti delle microcistine sulle persone e gli animali possono essere cosi’ riassunti: epatotossicosi acuta per ingestione diretta; polmoniti allergiche ed epatotossicosi se respirate, nel corso di attivita’ ricreative e sportive in sistemi idrici contaminati da alghe in fase di fioritura; promozione di tumori, se ingerite in dosi sub-acute per diverso tempo (tumori epatici, gastrointestinali, epiteliali).
Le persone possono essere esposte alle tossine attraverso l’ingestione di acqua potabile contaminata, tramite la balneazione, l’inalazione di aerosol durante attivita’ ricreative in prossimita’ delle aree di fioritura dell’alga, con l’assunzione di alimenti trattati e realizzati con acque contaminate (la microcistina non e’ termolabile), durante i trattamenti di emodialisi.
La fauna ittica che vive nei bacini e negli invasi contaminati e’ anch’essa esposta alle tossine cosi’ come gli animali che vivono in allevamenti, nel caso vengano abbeverati con acque contaminate dalle microcistine, e le specie vegetali irrigate con le stesse.
La flora e la fauna contaminata da queste microcistine possono divenire ulteriori vettori di esposizione per le persone in quanto entrano a far parte della catena alimentare.
Da quanto sopra esposto risulta del tutto evidente che sarebbe stato indispensabile e di grande importanza, a partire dal 2007, un costante monitoraggio della concentrazione e della presenza di questa microcistina nelle acque del lago, nella fauna ittica e soprattutto, e per evidenti motivi di tutela della salute pubblica, nelle acque destinate a consumo umano.
Dalla documentazione in possesso dell’Isde: il Memorandum del Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanita’ pubblica – sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo, e un carteggio tra questo stesso Dipartimento, l’Arpa Lazio – sezione di Viterbo e l’Ato1 -Lazio, non risulta che finora sia stato attuato alcun monitoraggio di questa microcistina.
In tre lettere inviate all’Isde dal Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione Primaria dell’Istituto Superiore di Sanita’, rispettivamente: n. di protocollo 11/05/2010 – 0020790, n. 11/05/2010 – 0020791 e n. 11/05/2010 – 0020792, si afferma che non esiste alcuna convenzione tra l’Istituto Istituto Superiore di Sanita’ e le amministrazioni comunali di Caprarola e Ronciglione ma che sono stati effettuati finora solo esami estemporanei su alcuni campioni di acqua prelevati il 5 marzo 2010 a Caprarola e il 7 aprile 2010 a Ronciglione, mentre e’ iniziata solo dal 15 marzo 2010, e in forma sperimentale, una ricerca “sull’eventuale presenza e rimozione di tossine algali nelle acque da destinare e destinare a consumo umano prelevate dal lago di Vico” ad integrazione di una precedente convenzione sempre tra l’Istituto Istituto Superiore di Sanita’ e l’Ato 1 – Lazio.
Il mancato monitoraggio, dal 2007 ad oggi, della presenza e della concentrazione di questa microcistina tossica e cancerogena, nelle acque destinate a consumo umano ed in quelle utilizzate nei pubblici esercizi, nelle scuole e per le preparazioni di alimenti ha di fatto determinato una condizione di elevato rischio sanitario derivante dall’esposizione cronica e non quantificata a questa sostanza per le popolazioni e in particolare per i bambini, le donne in gravidanza e i malati.
L’Isde ribadisce l’estrema urgenza dell’avvio del monitoraggio nelle acque destinate a consumo umano di questa sostanza e di tutti gli altri possibili inquinanti, soprattutto di quelli individuati dalle recenti ricerche dell’Arpa Lazio – sezione di Viterbo nelle acque e nei sedimenti del lago.
L’Isde, per le ragioni esposte, ribadisce la necessita’ e il dovere che gli enti preposti programmino e diano inizio a studi di monitoraggio e sorveglianza di lungo periodo dello stato di salute delle popolazioni di Caprarola e Ronciglione.
L’Arsenico, gli IPA e i metalli pesanti nelle acque e nei sedimenti del lago di Vico
Il Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001, modificato e integrato con successivo D. Lgs. 27/02, disciplina la qualita’ delle acque potabili destinate al consumo umano garantendone la salubrita’ e la pulizia.
Il valore limite ammesso da questo Decreto per l’Arsenico nelle acque destinate a consumo umano e’ di 10 microgrammi/litro e solo per continue deroghe regionali e’ stato innalzato a 50 microgrammi/litro per i Comuni dell’Alto Lazio appartenenti all’Ato1 – Lazio.
L’arsenico in considerazione della sua cancerogenicita’ e tossicita’ e della possibile interazione con le altre sostanze tossiche derivanti dal degrado e dall’inquinamento del lago di Vico, dovrebbe essere monitorato con una frequenza di sicuro maggiore rispetto a quanto fatto finora e secondo quanto prescritto e disposto dal D. Lgs. 31/2001 all’art. 8 comma 1, che, in situazioni di criticita’ delle acque, impone di aumentare i controlli rispetto a quelli effettuati di routine in modo tale da “garantire la significativa rappresentativita’ della qualita’ delle acque distribuite durante l’anno, nel rispetto di quanto stabilito dall’allegato II”.
I recenti dati che hanno evidenziato la presenza nelle acque del lago di Vico di valori elevati di Arsenico (As) e di altre sostanze tossiche e cancerogene di norma estranee alle acque del lago quali: Mercurio, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), e nei suoi sedimenti alte concentrazioni di Arsenico – 647 mg/kg SS (valore soglia 20 mg/kg SS) , Cadmio – 12 mg/kg SS (valore soglia 2 mg/kg SS) -, e Nichel – 566 mg/kg SS (valore soglia 120 mg/kg SS) – costituiscono un’ulteriore e seria preoccupazione per le possibili conseguenze sanitarie e ambientali.
E’ del tutto evidente inoltre che devono essere indagate ed individuate provenienza e responsabilita’ per le sostanze tossiche e cancerogene rilevate nel lago di Vico che di norma sono estranee agli ecosistemi lacustri.
L’Isde ritiene necessario ed urgente, anche in considerazione degli elementi tossici rilevati nei sedimenti del lago, un monitoraggio piu’ frequente di tutte le sostanze tossiche che possano essere presenti nelle acque destinate a consumo umano, in quanto esiste la possibilita’ che gli elementi inquinanti presenti nei sedimenti possano essere mobilizzati e captati dalle prese degli acquedotti comunali anche in concentrazioni dannose per la salute soprattutto se il livello delle acque del lago dovesse essere ridotto.
E’ inoltre un dato scientificamente acquisito che piu’ elementi tossici e/o cancerogeni possono determinare rischio e danno alla salute con meccanismi di interazione ed amplificazione diversi da quello della sola e semplice sommazione delle diverse concentrazioni dei singoli elementi nocivi.
Relativamente all’Arsenico, presente nelle acque e nei sedimenti del lago di Vico, e’ noto che l’ Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.) classifica questo elemento come cancerogeno certo di classe 1 e lo pone in diretta correlazione con diverse patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute.
L’assunzione cronica di Arsenico e’ indicata da numerosissimi studi scientifici quale responsabile anche di patologie cardiovascolari (in particolare della “malattia del piede nero – black foot disease” per compromissione della vascolarizzazione periferica); di neuropatie periferiche; di diabete di tipo 2; di lesioni cutanee (iperpigmentazione ed ipopigmentazione, cheratosi); di disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.
L’Isde torna quindi a ribadire la necessita’ di un monitoraggio che sia effettuato con maggiore frequenza e su un piu’ largo e rappresentativo numero di fonti e punti di distribuzione rispetto a quanto fatto in passato e rispetto al numero minimo di controlli previsti in condizioni di routine in aree non sottoposte a provvedimenti di deroga.
L’informazione ai cittadini
L’Isde, come previsto dal Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001 n. 31, torna a chiedere la convocazione di assemblee pubbliche, nelle quali i dirigenti del Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanita’ pubblica della Asl di Viterbo, dell’Arpa Lazio – sezione di Viterbo insieme ai Sindaci delle due amministrazioni comunali, informino i cittadini sulle problematiche ambientali del lago di Vico e sulle possibili conseguenze sanitarie che ne possono derivare.
E’ necessario convocare queste assemblee anche per rispondere alla motivata e crescente preoccupazione dei cittadini di Caprarola e Ronciglione e per dare consigli ed istruzioni per un corretto utilizzo dell’acqua teso a ridurre il rischio sanitario in attesa di interventi risolutivi e definitivi.
Conclusioni
Il lago di Vico e’ una risorsa idrica fondamentale per l’intero territorio viterbese oltre ad essere un’area di inestimabile valore paesaggistico, naturalistico ed economico per le tante attivita’ legate al turismo.
Il suo attuale inquinamento e degrado sono anche la conseguenza di quella stessa mancanza di legalita’ e senso di responsabilita’ che ha generato e continua a generare disastri ambientali e sanitari in tante parti d’Italia.
Il lago di Vico deve essere subito protetto, tutelato e risanato e questo e’ possibile, come indicato in piu’ occasioni dall’Isde, attraverso l’uso di specifiche tecnologie di bonifica, interventi mirati di studio, monitoraggio e l’eliminazione di ogni fonte di inquinamento.
L’Isde chiede un impegno concreto e collegiale perche’ si arrivi rapidamente ad una soluzione positiva di questa vicenda nell’interesse della collettivita’ e per il pieno rispetto delle vigenti disposizioni di legge in materia ambientale e sanitaria e per la tutela del diritto alla salute per tutte le persone e in particolare per i bambini”.
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Successivamente il Commissario Europeo all’Ambiente e’ intervenuto preannunciando che “La Commissione Europea chiedera’ alle autorita’ italiane di riferire in merito agli ultimi risultati dei controlli effettuati sull’acqua destinata al consumo umano nei comuni di Caprarola e Ronciglione e continuera’ a monitorare attentamente l’osservanza della normativa, prendendo all’occorrenza i necessari provvedimenti, tra cui l’eventuale attivazione della procedura di infrazione”.
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Ma la situazione non e’ successivamente migliorata: nell’ultima seduta del tavolo tecnico istituito dalla Provincia di Viterbo sull’emergenza delle acque del lago di Vico del 7 ottobre 2010 la rappresentante dell’”Associazione italiana medici per l’ambiente” ha esposto la situazione attuale nei termini che di seguito riportiamo riprendendo la sintesi del suo intervento:
“L’”Associazione italiana medici per l’ambiente” di Viterbo esprime apprezzamento per tutte le iniziative delle istituzioni messe in programma per il risanamento e la tutela dell’ecosistema del lago di Vico ma al tempo stesso deve ribadire la forte preoccupazione per i possibili rischi sanitari connessi al ben documentato degrado della qualita’ delle acque del lago.
La maggior parte delle acque erogate dagli acquedotti dei Comuni di Caprarola e Ronciglione sono infatti captate dal lago di Vico e anche recentissimi esami, eseguiti nel mese di agosto 2010 dall’Arpa Lazio continuano ad evidenziare una massiccia e costante presenza di alghe e di cianobatteri, a cui appartiene anche il Plankthotrix rubescens, detto comunemente alga rossa, sia prima che dopo i sistemi di potabilizzazione di Ronciglione e Caprarola.
Questa situazione non permette di garantire in modo sicuro e costante la pulizia e la salubrita’ delle acque erogate alle popolazioni, come disposto dal Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001, modificato e integrato con successivo D. Lgs. 27/2002, che all’art. 4 afferma: “1. Le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite. 2. Al fine di cui al comma 1, le acque destinate al consumo umano: a) non devono contenere microrganismi e parassiti, ne’ altre sostanze, in quantita’ o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana”.
Il Servizio igiene alimenti e nutrizione e il Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanita’ pubblica – sezione 4 Vetralla – della Asl di Viterbo hanno inviato gia’ in data 8 luglio 2010 le comunicazioni n. protocollo 34971 e n. protocollo 34972 rispettivamente al sindaco di Caprarola e a quello di Ronciglione, nelle quali chiedevano di adottare le seguenti misure: ” a) divieto di uso potabile, cioe’ quale bevanda abituale; b) divieto d’incorporazione in alimenti prodotti da industrie alimentari; c) divieto di utilizzo per la cottura di alimenti di consumo familiare e nelle attivita’ di ristorazione collettiva…” e invitavano i due sindaci a disporre: “l’espletamento di un approvvigionamento idrico alternativo mediante l’utilizzo di acqua idonea al consumo umano erogata da autobotte al fine di poter garantire un livello essenziale di assistenza alla popolazione, in alternativa alle limitazioni d’uso imposte per l’acqua”.
L’”Associazione italiana medici per l’ambiente” torna quindi a chiedere che, per quanto esposto, nel rispetto del principio di precauzione e delle gia’ citate comunicazioni dei servizi della Asl di Viterbo, tutte le istituzioni e gli enti preposti avvino al piu’ presto interventi e programmi tali da garantire con assoluta certezza acque salubri e pulite ai cittadini di Caprarola e Ronciglione e che, in attesa di questi interventi, sia erogata acqua da fonti alternative a quella lacustre”.
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Alla luce di tutto quanto precede, ci uniamo a quanti – medici e scienziati, servizi pubblici e pubblici amministratori consapevoli, associazioni professionali, movimenti ambientalisti, comitati di cittadini – sollecitano un adeguato, tempestivo, efficace intervento in difesa del diritto alla salute della popolazione locale e per il risanamento dell’ecosistema lacustre.
Restando a disposizione per ogni ulteriore informazione, distinti saluti,
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le persone partecipanti all’incontro di formazione alla nonviolenza svoltosi domenica 26 dicembre 2010 presso il centro sociale “Valle Faul” di Viterbo
Viterbo, 28 dicembre 2010
Per comunicazioni: partecipanti agli incontri di formazione alla nonviolenza presso il centro sociale “Valle Faul”, strada Castel d’Asso snc, 01100 Viterbo, e-mail: viterbooltreilmuro@gmail.com